Ambiente, la nuova legge e le difficolta' di applicazione nel convegno del CLUB

Ambiente, la nuova legge e le difficolta’ di applicazione nel convegno del CLUB

Alessandra Serio

Ambiente, la nuova legge e le difficolta’ di applicazione nel convegno del CLUB

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mercoledì 23 Marzo 2016 - 13:00

Le criticità nell'applicazione della nuova norma sui reati ambientali e le difficoltà create da infiltrazioni mafiose e corruzione nel business rifiuti, smaltimento ed energia. L'associazione antiracket CLUB ha fatto il punto con gli esperti del settore.

Le difficoltà nell’applicazione delle nuove normative, le difficoltà organizzative tra gli enti che devono occuparsi del settore, le molte criticità rappresentate dal fatto che il settore è un lauto terreno di guadagno per le organizzazioni criminali. Sono questi gli aspetti emersi dal convegno “Giù le mani dall’ambiente, tra infiltrazioni mafiose e corruzione nella pubblica amministrazione”, organizzato dalla sigla antiracket CLUB e svoltosi a Palazzo di Giustizia di Messina.

Al tavolo, insieme al presidente del CLUB Manuela Calbo, l’avvocato Valentino Gullino, legale dell’associazione, il capogruppo del movimento Liberi Insieme Roberto Cerreti, c’erano due esperti di rilievo; ossia l’ex assessore regionale all’energia, Nicolò Marino, e il direttore di Arpa Lazio, il dottor Marco Lupo.

Proprio Lupo ha sottolineato quanto è difficile far rispettare la nuova norma in materia di rispetto dell’Ambiente e sicurezza per la salute dei cittadini. Le buone prassi che le nuove regole intendono istaurare, infatti, si scontrano spesso con le logiche amministrative delle diverse autonomie locali. Gli stessi problemi sono stati raccontanti dall’ex assessore Marino, che ha riportato le grandi difficoltà incontrate nell’assunzione del ruolo al cospetto degli interessi anche nazionali che si annidavano intorno alle importanti deleghe da lui gestite per oltre un anno e mezzo. Non è mancata la “tirata” politica di Marino all’attuale governo regionale di Rosario Crocetta, accusato di prestare poca attenzione al settore.

Ad aprire la tavola rotonda p stata la presidente Calbo, che ha evidenziato “l’importanza di un’iniziativa fatta appositamente nella “giornata in memoria delle vittime della mafia” e rivolta a coloro che più di altri, vivono quotidianamente le problematiche legate alle infiltrazioni mafiose nella gestione delle tematiche ambientali ed alla corruzione nelle pubbliche amministrazioni, cioè magistrati, avvocati, amministratori.

E’ toccato all’avvocato Gullino, invece, analizzare gli aspetti applicativi della L.N. n. 68/2015, che formula ed introduce nel diritto penale tutti quegli aspetti fondamentale nel processo di repressione di reati ambientali che vanno contro gli interessi dei cittadini.

In controtendenza l’intervento di Cerreti, ex consigliere provinciale, secondo il quale non si è mai trattato di lacune normative o carenza di leggi di tutela ambientale, quanto, invero, di mancanza d’incisività da parte di quei rappresentanti politici ed amministrativi a tutti i livelli, che non hanno mai dato l’opportuna attenzione al fenomeno devastante delle speculazioni ambientali poste in essere sul nostro territorio a danno di cittadini e del territorio, lasciando paradossalmente l’iniziativa in campo di tutela ambientale, esclusivamente alle Procure che, con le loro importanti inchieste, hanno quanto meno posto l’attenzione in maniera significativa sul tema dei disastri causati dall’asse politico-mafioso che da decenni gestisce il mondo dei rifiuti in Sicilia.

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