Un omaggio alla trilogia verdiana inaugura la stagione concertistica dell’Accademia Filarmonica

Un omaggio alla trilogia verdiana inaugura la stagione concertistica dell’Accademia Filarmonica

giovanni francio

Un omaggio alla trilogia verdiana inaugura la stagione concertistica dell’Accademia Filarmonica

domenica 30 Maggio 2021 - 16:06

Un omaggio a Giuseppe Verdi ha inaugurato la stagione concertistica dell’Accademia Filarmonica, iniziata a fine maggio per via della pandemia, e con tutte le ormai note restrizioni.

I pianisti Aurelio e Paolo Pollice hanno eseguito, al pianoforte a quattro mani, trascrizioni di brani tratti dalla c.d. trilogia popolare verdiana – Rigoletto, Trovatore e Traviata – proponendo quattro brani per ogni opera, preceduti da riflessioni su ciascun capolavoro verdiano da parte di Paolo Pollice.

Prima però il presidente dell’Accademia Filarmonica, Marcello Minasi, ha voluto salutare il pubblico, non numeroso, esprimendo soddisfazione per questa nuova rinascita della musica a Messina, definita balsamo dell’anima, mentre Grazia Maria Spuria, direttore artistico, ha illustrato l’insolito programma (insolito per il periodo e per le location) evidenziando le enormi difficoltà superate per presentare una stagione concertistica di tutto rispetto, con alcuni eventi di particolar rilievo, come ad es. il prossimo, col noto personaggio televisivo Michele Mirabella in uno spettacolo dedicato a Totò, e Ivo Pogorelich, il celebre pianista che proporrà un imperdibile programma dedicato agli ultimi capolavori di Chopin.

Paolo Pollice ha voluto spiegare al pubblico innanzitutto il titolo di questa performance, “Onore, Amore e Vendetta! La Trilogia popolare di Giuseppe Verdi”, evidenziando che questi tre sentimenti costituiscono il filo conduttore delle tre opere, che, pur non avendo nulla in comune, nel senso che trattasi di vicende autonome e a se stanti, ambientate in epoche diverse con personaggi diversi, trovano nell’onore, l’amore e la vendetta gli elementi fondanti.

La vendetta in particolare permea tutto il Rigoletto, una vendetta che, anche se motivata da un profondo amore paterno (e qui l’amore viene in rilievo) non può trovare giustificazione, non può far sì che un uomo si erga a giudice della vita di un altro, per cui la “Maledizione” si ritorce contro Rigoletto stesso. Vendetta amore e onore sono i sentimenti principali del Trovatore, incarnati nell’elemento del fuoco, sia in senso reale (la vampa, la pira) sia in senso figurato, nel senso della passione terribile che caratterizza i personaggi. L’onore, ma soprattutto l’amore, costituiscono infine i caratteri della Traviata, la donna perduta che si riscatta nell’amore, e che per salvare l’onore di Alfredo, si immola rinunciando al suo amore e alla stessa vita.

In tutte le tre opere tuttavia c’è un altro, più profondo, filo conduttore, che Paolo Pollice non ha mancato di sottolineare: il dolore, al quale tutti i personaggi soccombono, in virtù della profonda conoscenza dell’animo umano da parte di Giuseppe Verdi.

Eccellente l’esecuzione dei brani, scelti fra i più popolari delle tre opere, e precisamente da Rigoletto: Preludio, “Caro nome”, “La donna è mobile” e “Bella figlia dell’amore”; da Il Trovatore: “Tacea la notte placida”, “Stride la vampa”, “Di quella pira” e “Miserere”; da La Traviata: Preludio, “È strano”, “Amami Alfredo” e “Parigi o cara”. Una performance che è riuscita a farci ancora una volta amare i celeberrimi temi, pur senza l’apporto dell’orchestra.

Due graditissimi bis, il celebre brindisi da La Traviata, e, fuori dalla trilogia, il Coro dal Nabucco, hanno chiuso felicemente il concerto.

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