L'Associazione studentesca ‘Università Eclettica' ribadisce la necessità di mantenere unito il fronte della protesta contro la legge 133

L’Associazione studentesca ‘Università Eclettica’ ribadisce la necessità di mantenere unito il fronte della protesta contro la legge 133

L’Associazione studentesca ‘Università Eclettica’ ribadisce la necessità di mantenere unito il fronte della protesta contro la legge 133

giovedì 06 Novembre 2008 - 13:44

La risposta arriva in seguito ad alcune dichiarazioni dei rappresentanti di Flc Cgil e Nidil Cgil, sull'atteggiamento tenuto nel corso dell'ultima seduta del Senato Accademico dai rappresentanti degli studenti

In seguito alle dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti Daniele David e Graziamaria Pistorino, rispettivamente di Nidil Cgil e Fmi Cgil, sull’atteggiamento tenuto dai rappresentati degli studenti agli organi superiori che, a detta dei sindacati, non avrebbero appoggiato la proposta di sospensione dell’attività didattica, l’associazione ‘Università Eclettica’, attraverso un comunicato, intende chiarire alcuni punti. Questo soprattutto in vista del corteo che si terrà domani dalle ore 9, con partenza da Piazza Antonello e che coinvolgerà tutto il movimento studentesco. Ecco di seguito la “replica- firmata da ‘Università Eclettica’ .

“Non baroni ma studenti- così recitava uno dei cartelli affissi dalla nostra associazione a Piazza Cairoli martedì 4 novembre , e così può perfettamente sintetizzarsi la linea adottata dal nostro rappresentante in Senato Accademico Danilo Merlo nella seduta del 3 novembre scorso. In quell’occasione è stata disposta l’impossibilità da parte dei docenti di “prendere le firme- a lezione giorno 7 novembre, che, tradotto dal lessico studentesco, forse poco conosciuto negli ambienti sindacali, vuol dire che non potrà essere registrata né, conseguentemente sanzionata, l’eventuale assenza degli studenti. Dunque, nessuna penalizzazione per gli studenti che intenderanno partecipare ad una giornata di mobilitazione che, ricordiamolo, è stata indetta a livello nazionale, e alla quale anche la nostra associazione aderisce convintamente. Precisato ciò, Università Eclettica ritiene che quanti tra i docenti, a qualunque fascia appartengano, decidano di aderire alla mobilitazione, debbano, con un atto di assunzione di responsabilità politica chiaro, scioperare, specificando la motivazione della mancata lezione, e dunque rendendo visibile la volontà attiva di partecipazione alla protesta di fronte all’opinione pubblica e ai vertici dell’Ateneo. Non capiamo perché questo criterio di azione sia da sempre valido per i metalmeccanici, i ferrovieri, gli operai dell’industria ma non debba valere per i professori universitari, che, peraltro, in Senato Accademico erano contrari alla proposta di sospensione dell’attività didattica.

Riteniamo assolutamente indispensabile mantenere saldo il fronte della protesta, al di là delle differenze di vedute nel caso specifico, trattandosi di un momento di estrema gravità per il sistema universitario e non di un’occasione per passerelle di sorta o di narcisistica ricerca di visibilità. La protesta prima di tutto. E le proteste, quasi sempre, come certo sanno gli amici della CGIL, hanno obbiettivi comuni ma volti e forme diverse. E’ il senso stesso della democrazia. Precisiamo come da parte nostra non vi sia alcun pregiudizio anti-sindacale, anzi, data la scarsissima (in termini numerici ma apprezzatissima sul piano del merito) partecipazione dei precari della ricerca e dei docenti alle iniziative di mobilitazione, rivolgiamo un appello alla rappresentante dei dottorandi di ricerca Alessia Bramanti, a tutti i professori di ogni fascia, e a tutte associazioni sindacali a mobilitarsi con un maggiore sforzo. Sarebbe senz’altro utile vedere “anche- assemblee “di- precari della ricerca e “di- professori che, come avviene negli altri atenei italiani, favoriscono la partecipazione di queste categorie. Siamo certi, e stiamo contribuendo a questo, che il corteo del 7 vedrà una grande e sentita partecipazione a Messina come nel resto del paese, e vedrà unitariamente schierate tutte le componenti dell’Università oltre che la partecipazione dei ragazzi delle scuole, e di quanti, lavoratori o disoccupati vorranno rendere visibile il loro sostegno. E’ in gioco il futuro stesso del sistema universitario pubblico, e la possibilità per gli studenti di avere libero accesso , al di là delle differenze di classe, ad una formazione di livello.

Rinunciamo agli intenti polemici e di divisione, allarghiamo la partecipazione. E’ in gioco il destino di un intero sistema e non lo spazio per un simbolo o una bandiera. Che le idee siano tante, che le idee siano in movimento.

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