Un chewing gum in aiuto dei pazienti con insufficienza renale

Un chewing gum in aiuto dei pazienti con insufficienza renale

Un chewing gum in aiuto dei pazienti con insufficienza renale

venerdì 06 Marzo 2009 - 10:45

Sarà questo il tema di una conferenza, in programma il prossimo 24 c.m, in America.

A relazionare sarà il Prof. VINCENZO SAVICA (foto).

Questo quanto si apprende dal comunicato stampa diramato dall’Ateneo Messinese che di seguito riportiamo.

«Il prof. Vincenzo Savica, associato di Nefrologia dell’Università di Messina e direttore dell’U.O.C. di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Ospedaliera “Papardo” di Messina, è stato invitato dal Dipartimento di Nefrologia della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota, Usa) a tenere, il prossimo 24 marzo, in occasione di un apposito organizzato Grand Round, una lettura sul lavoro “Salivary Phosphate Binding Chewing Gum Reduces Hyperphosphatemia in Dyalisis Patients” (JASN 20:460-462, 2009), pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale del settore nefrologico “Journal of American Society of Nephrology”.

Il lavoro, comparso nel mese di novembre 2008, in modalità Express sul sito della Società Americana di Nefrologia, ha già suscitato notevole interesse tanto da avere collezionato circa 4 mila clips negli Usa, sia sulla stampa scientifica, sia quotidiana (New York Times, Washington Post, Independent, Chronicle, ecc.), sia su Internet; in Italia, la notizia è stata riportata dall’edizione on-line de “Il Sole 24 Ore”.

Il lavoro in argomento si riferisce ad una intuizione nata presso l’Ateneo messinese da parte del prof. Savica, che fa parte del Gruppo Nefrologico Messinese diretto dal prof. Guido Bellinghieri; lo stesso lavoro riporta l’identificazione di un polimero chelante il fosforo che, inserito in un chewing gum, permette la riduzione della iperfosforemia in quel 40% di pazienti uricemici non responders ai comuni trattamenti, potendone ridurre le calcificazioni cardiovascolari responsabili della loro alta mortalità.

Inoltre, la recente evidenza che nei pazienti esenti da patologie renali è di frequente riscontro iperfosforemia correlata a patologia cardiovascolare, ha fatto sì che il lavoro pubblicato, per le potenziali ripercussioni sulla popolazione generale, abbia avuto ampio risalto».

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