I difensori del rettore ribadiscono il proprio convincimento circa l' inconsistenza dell'accusa e l'insussistenza di ogni forma di esigenza cautelare
In relazione al provvedimento del Tribunale del Riesame di Messina, che ha rigettato l’appello avverso la misura interdittiva della sospensione dalle funzioni applicata al prof.Francesco Tomasello, i difensori dell’indagato anticipano la loro ferma intenzione di proporre ricorso per Cassazione avverso tale decisione. In particolare, gli avvocati Scillia e Favazzo rilevano il limite di un provvedimento che non ha inteso affrontare un tema, tanto preliminare quanto centrale, quale è quello della inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, i cui esiti, a giudizio dello stesso Tribunale, costituiscono gli unici elementi indiziari a carico dell’indagato.
«Infatti – riporta una nota dei due difensori – con statuizione anche su un punto non condivisibile, il Collegio ha rinunciato ad esercitare il potere di controllo sugli atti e sulle attività di indagine delegatogli da una specifica disposizione di legge, trattandosi di vizio, quello della inutilizzabilità, “rilevabile anche di ufficio in ogni stato e grado del procedimento-».
I difensori, ribadiscono comunque con forza, il proprio convincimento circa l’inconsistenza della accusa e l’insussistenza, nello specifico, di ogni forma di esigenza cautelare. E ciò, precisano, anche a prescindere della utilizzabilità o meno dei dialoghi intercettati, peraltro intercorsi sempre tra altri soggetti e letti in maniera del tutto decontestualizzata.