Piero David (Responsabile Dottorandi): “Continuare la protesta e le mobilitazioni fino a quando le misure non saranno ritirate-. Mercoledì 29 alle ore 10 nuova assemblea a Piazza Pugliatti
Dopo il primo incontro tenutosi ieri a Lettere, in un’affollata Aula Falcone della facoltà di Scienze Politiche si è svolta oggi l’Assemblea organizzata dal coordinamento dei lavoratori atipici Nidil e dalla Flc-Cgil per protestare contro i tagli all’università previsti dalla legge 133/2008 approvata a fine estate dal governo Berlusconi.
Non tutti sanno però cosa prevede la legge e quali sono le ragioni per le quali in tutta Italia sono iniziate le mobilitazioni di studenti, ricercatori e docenti. In sintesi tre sono le questioni principali che motivano la protesta:
– La riduzione dei fondi alle università di ben 1500 milioni di euro dal 2009 al 2013: questo metterà a rischio lo stesso funzionamento della didattica e della ricerca universitaria; inoltre, comporterà un drastico aumento delle tasse universitarie.
– La limitazione di nuove assunzioni al 20% dei pensionamenti che di fatto non permetterà il rinnovamento del corpo docente e azzererà le possibilità di carriera per i giovani ricercatori.
– La possibilità di trasformare le università in fondazioni private, con un semplice voto del senato accademico: questo mina alle basi la sua natura pubblica e le libertà costituzionali di ricerca e di insegnamento. Inoltre, le fondazioni non offrono nemmeno garanzie in merito al diritto allo studio, al mantenimento dell’offerta formativa e alla situazione lavorativa di dipendenti e precari. Si andrà a sancire di fatto la privatizzazione degli atenei e saremo costretti ad assistere ad un impoverimento della didattica e della ricerca che saranno sempre più funzionali alle esigenze di privati.
“Dall’assemblea è emersa la necessità di un’opera di informazione sui provvedimenti del governo – ci spiega Piero David, responsabile Dottorandi della facoltà di Scienze Politiche. Ancora pochi conoscono infatti questi provvedimenti e quali possono gli effetti dei tagli sul sistema universitario. Bisogna far prendere una posizione agli organi accademici, Rettore e Senato Accademico, sulle misure adottate dal governo. L’obiettivo resta comunque continuare la protesta e le mobilitazioni fino a quando la legge non sarà ritirata-
-La preoccupazione è tanta – commenta Franco Di Renzo, responsabile FLC del settore università. Quella che ci viene proposta è una sorta di americanizzazione delle nostre università che, lasciate senza fondi, potranno però reperire risorse trasformandosi in Fondazioni. Le conseguenze sono chiare per tutti: l’accesso all’istruzione diventerà un privilegio riservato solo ai figli delle famiglie facoltose-.
Il movimento intanto inizia a prendere forma e si è dato un calendario delle proprie proteste: domani, venerdì 24 ottobre, ore 12.00, assemblea al Papardo presso la biblioteca della facoltà di Chimica;mercoledì prossimo, 29 ottobre, le lezioni si trasferiscono in piazza e si svolgeranno davanti al Rettorato;il 30 studenti messinesi parteciperanno alla manifestazione nazionale della scuola contro la riforma Gelmini; il 31 ottobre sarà la volta dell’assemblea generale di Ateneo; il 7 novembre la protesta attraverserà la città con un Corteo mentre il 14 novembre anche Messina parteciperà alla giornata di sciopero nazionale dell’Università e alla manifestazione che si terrà a Roma.
Foto Giulia Corbascio
(Il popolo studentesco si divide: manifestare o non manifestare? Correlato, in basso l’articolo)