Policlinico. Ma chi è il vero responsabile della difficile situazione dell'azienda?

Policlinico. Ma chi è il vero responsabile della difficile situazione dell’azienda?

Policlinico. Ma chi è il vero responsabile della difficile situazione dell’azienda?

martedì 04 Novembre 2008 - 12:43

A domandarselo la ginecologa Alfonsa Pizzo che denuncia: -Mi chiedo che fine abbiano fatto i soldi destinati alla sanità pubblica-

“Il contenimento delle spese non deve incidere sui livelli essenziali di assistenza- – tuonava solo pochi giorni fa Giuseppe Greco, segretario regionale di Cittadinanzattiva alla Conferenza su “Analisi e prospettive della sanità siciliana-.

A Messina siamo già pericolosamente oltre questo limite, come denunciato anche dal Tribunale per i diritti del malato, una delle organizzazioni di Cittadinanzattiva. In questo quadro interviene la riduzione di risorse, che si sta mettendo in atto nei confronti del più grosso Policlinico nazionale, dopo quello di Napoli, il Policlinico cittadino, punto di riferimento per la sanità pubblica per migliaia di pazienti siciliani e dell’intera Calabria.

Visitando il reparto di Ginecologia, abbiamo ascoltato le dichiarazioni della dottoressa Alfonsa Pizzo, spesso costretta ad -operare-, come dichiara, in condizioni estrema difficoltà: “Ci manca di tutto. Abbiamo mezzi insufficienti, personale ridotto oltre i minimi termini, difficoltà a trovare il materiale reperibile come ad esempio le garze e gli stessi camici. Come faccio a curare, ad operare senza garze?- ci confida la Pizzo. “Oggi mi sono persino dovuta occupare di pulire la sala operatoria: ci è rimasta solo una portantina, oggi peraltro indisponibile, che si trova a dover fare il lavoro di tante: lavare le sale operatorie, trasportare gli infermi, accompagnare i pazienti – continua la dottoressa –. Io non recrimino nulla al Commissario straordinario Pecoraro, chiamato qui a svolgere il proprio compito. Capisco che in una situazione d’emergenza come questa qualche sacrificio sia indispensabile, a patto però che questi tagli non siano indiscriminati come, a mio avviso, è invece avvenuto finora-.

-E’ necessario combattere gli sprechi con razionalità – afferma la Pizzo – conservando ciò che di buono c’è e penalizzando casomai i doppioni, in una logica di accorpamenti sinergici, salvaguardando però i reparti unici.- La dottoressa non si spiega come si sia potuti arrivare a tale situazione: “La domanda la si dovrebbe girare a chi ha gestito la Sanità pubblica negli ultimi cinque anni, il cui vertice fu costituito dal governatore Totò Cuffaro, che porta la responsabilità delle scelte: la sua gestione ci ha evidentemente lasciato in mutande. Mi chiedo dove siano finiti i soldi pubblici. Me lo chiedo come medico ma anche come cittadino, perché credo sia un nostro diritto saperlo-.

-Questa crisi – insiste la dottoressa Pizzo – la paghiamo ora noi medici ma soprattutto la pagano i pazienti, che chiedono di essere curati con tranquillità ed efficienza di mezzi: qui abbiamo invece una situazione ambientale terribile, con personale ridotto dai tagli e dall’introduzione del quinto turno. E c’è chi ora afferma sulla stampa che ‘E’ compito dell’Università vigilare’, come il Rettore Tomasello, rivendicando giustamente un diritto-dovere che l’Università deve avere. Ma mi chiedo: dov’è stato e cosa è stato a guardare e vigilare Tomasello in questi anni?-

Eppure oggi, grazie anche ai computer e ad internet, una pubblicizzazione di chi lavora effettivamente e degli eventuali sprechi c’è eccome: molte cartelle, salvaguardando ovviamente il diritto alla privacy dei pazienti, dovrebbero essere on line e chi non dovesse produrre, identificato molto facilmente. “Io metto on line tutto. La produzione va avanti solo grazie alla nostra buona volontà di medici e a quella del personale paramedico e socio-sanitario, anche se ormai ridotto ai minimi termini. – insiste– Nel reparto di Ginecologia, tra l’altro, è dal 2006 che ci dicono di voler ristrutturare il Padiglione e ci hanno costretti a stare in un settore che dire angusto è dire poco. In una situazione così, senza una previsione di bilancio, com’è stato negli ultimi anni, non si riuscirebbe ad andare avanti nemmeno in un condomino, altro che in un ospedale come il nostro che serve un numero enorme di pazienti.-

Correlato in basso, l’articolo della conferenza stampa di Pecoraro

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