La protesta contro la Riforma Gelmini “contagia” le Università europee

La protesta contro la Riforma Gelmini “contagia” le Università europee

La protesta contro la Riforma Gelmini “contagia” le Università europee

martedì 30 Novembre 2010 - 11:53

In una nota un gruppo di studenti Erasmus esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi

La protesta contro la Riforma Gelmini “contagia” l’Europa .

Da Montpellier un gruppo di studenti Erasmus messinesi solidarizza con i colleghi dell’UDU, inviando una lettera per sostenere la battaglia contro il ddl attualmente al vaglio della Camera dei Deputati : la notizia giunge nello Stretto direttamente da Montpellier, dove ieri sera gli studenti italiani hanno organizzato una manifestazione con striscioni e volantini per dire no alla Riforma.

Ecco il testo integrale della lettera:

«In questi giorni, in coincidenza con l’inizio delle discussioni alla Camera dei Deputati del Disegno di Legge Gelmini di riforma dell’Università, l’intero mondo accademico italiano ha deciso di alzare il tenore di una protesta iniziata già molti mesi fa. Protesta che, con la sua voce presente negli organi accademici e nelle mobilitazioni di piazza, è riuscita a mettere in luce, sempre nel rispetto dei fondamentali principi democratici, una condizione ormai insostenibile di un sistema universitario vicino al collasso. Il Ministro Gelmini ha deciso di ignorare queste voci. Ha deciso di ignorare il grido, sempre più forte, di chi in università ci vive e ci lavora.

In un contesto simile, essendone noi parte integrante, crediamo sia doveroso esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro che, in questi giorni e in tutte le città protagoniste della protesta, stanno promuovendo le più diverse attività a difesa dell’università pubblica.

La nostra contrarietà al DDL non si basa su posizioni di conservatorismo dell’attuale status dell’organizzazione accademica. Al contrario, siamo i primi ad accorgerci di quanto sia necessaria una riforma che ristrutturi l’università, riforma tuttavia impraticabile senza un’adeguata copertura finanziaria.

Rifiutiamo con forza questa proposta di riforma, ancora una volta a costo zero, che va a limitare ancora di più la democrazia all’interno degli organi di governance degli atenei, che mina le basi del diritto allo studio e che, nonostante le dichiarazioni dei promotori del DDL, non appare in grado di aggredire i veri mali del sistema universitario italiano, come il clientelismo, il baronato e la cronica mancanza di considerazione nei confronti della ricerca.

I dati sul sottofinanziamento fanno capire che i tagli della legge 133 non incidono sugli sprechi. Colpiscono in realtà pesantemente l’università nelle sue attività essenziali, didattica e ricerca.

La mobilitazione in Italia ha come obiettivi primari:

– la salvaguardia del sistema pubblico universitario;

– la promozione di politiche di ateneo che difendano e, soprattutto, rafforzino il valore del diritto allo studio;

– l’incremento della qualità e dell’efficacia della formazione universitaria italiana;

– la difesa e la valorizzazione delle figure dei ricercatori e dei dottorandi;

– la lotta contro un sistema basato sull’incertezza della condizione lavorativa, che porta automaticamente alla formazione di veri e propri eserciti di precari;

– lo rimozione del blocco del turnover e la realizzazione di un nuovo piano di reclutamento nazionale con tempi e ritmi certi, trasparente e capace di rispondere alle crescenti necessità di rinnovamento generazionale del sistema universitario.

Davanti a questi obiettivi, non possiamo che esprimere la nostra più totale e convinta adesione. Noi difendiamo l’Università pubblica come luogo d’eccellenza per lo sviluppo dei Saperi.

Con la nostra esperienza Erasmus, possiamo testimoniare quanto in Europa si investa nell’istruzione pubblica e nel diritto allo studio.

La patria della cultura, dell’arte e della scienza, così come l’Italia viene definita all’estero, non può chiudersi a questi bisogni primari.

E’ necessario che anche il nostro Paese capisca che per uscire da questa crisi imperversante non c’è altra soluzione che investire in chi, con studio e sacrifici, vuole costruire e migliorare il futuro in Italia».

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