Sul quotidiano on line del Pdl, l’ex ministro messinese Martino attacca «l’Università degli asini»… Ateneo peloritano in testa

Sul quotidiano on line del Pdl, l’ex ministro messinese Martino attacca «l’Università degli asini»… Ateneo peloritano in testa

Sul quotidiano on line del Pdl, l’ex ministro messinese Martino attacca «l’Università degli asini»… Ateneo peloritano in testa

giovedì 25 Novembre 2010 - 12:41

Nell’editoriale pubblicato su “Il Predellino.it”, l’esponente politico se la prende con la sinistra e “ridicolizza i ricercatori dell’Università di Messina, ritenuti incapaci persino di «comporre una frase in italiano di senso compiuto»

Antonio Martino (Pdl) – ex ministro della Difesa, messinese d’origine e figlio di Gaetano Martino, ritenuto uno dei padri fondatori della Comunità europea – si scaglia contro i ricercatori e gli studenti italiani, impegnati in queste ore in una mobilitazione generale da nord a sud del paese contro il ddl Gelmini, in esame a Montecitorio.

Lo fa in un editoriale pubblicato sul quotidiano online del Pdl, “Il Predellino.it”, in cui prede di mira non solo gli studiosi e gli studenti ma anche la sinistra, colpevole di “difendere l’università degli asini-.

«Avendo passato nell’universita’ la gran parte della mia vita (vi sono entrato da studente nel 1964 e ne sono uscito nel 2002 da preside della facolta’ di scienze politiche) – spiega Martino – credo di conoscere abbastanza bene il processo di deterioramento che ha colpito i nostri atenei. Le università oggi obbediscono a quella che ormai e’ diventata una regola generale in questo Paese: non vengono studiate e progettate nell’interesse dei loro utenti – cioè degli studenti – ma per la comodità e l’interesse di coloro che vi trovano lavoro. Servono a dare occupazione a persone altrimenti inoccupabili perché incapaci e semianalfabeti».

Parole dure quelle dell’ex rappresentante di governo, che diventano addirittura sprezzanti quando parla dell’Ateneo peloritano e dei ricercatori che in riva allo Stretto svolgono la propria attività.

«Sono recentemente tornato nella mia Alma Mater, la facoltà di giurisprudenza dell’università di Messina, e degli aspiranti ricercatori che volevano diventare stabilizzati non riuscivano a comporre una frase in italiano che avesse senso compiuto. E noi sforniamo migliaia di giovani che sono condannati alla disoccupazione perché inoccupabili».

«L’università – conclude l’ex ministro – insegna cose che non servono a nessuno e, in più, inculca nelle loro menti l’idea bizzarra che lo Stato debba dar loro un’occupazione degna del titolo di studio. Ho letto sui giornali che ci sono state mille domande per tre posti di operatore ecologico: molti di questi erano dei laureati. Non si vergogna la sinistra – si interroga Martino – di difendere l’esistente, il proliferare di università inutili, di facoltà inutili, di professori incapaci?».

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