I ricercatori e gli studenti messinesi non mollano: rimarranno sul tetto dell’Università sino a martedì

I ricercatori e gli studenti messinesi non mollano: rimarranno sul tetto dell’Università sino a martedì

I ricercatori e gli studenti messinesi non mollano: rimarranno sul tetto dell’Università sino a martedì

giovedì 25 Novembre 2010 - 15:44

Stilato un programma di iniziative che “accompagneranno” la protesta anche durante il week-end

I ricercatori e gli studenti di -Unime in protesta- e -Rete 29 Aprile- hanno deciso di rimanere sul tetto dell’Università per tutto il fine settimana e sino a martedì prossimo. L’occupazione va avanti ininterrottamente da ieri mattina ed è proseguita anche durante la notte (VEDI ARTICOLO CORRELATO CON INTERVISTE VIDEO). La protesta nasce dalla contestazione dei « tagli indiscriminati ai fondi per le università pubbliche e le modifiche legislative da parte dell’attuale governo».

Per rendere più “movimentata” la mobilitazione, i ricercatori e gli studenti messinesi hanno stilato un programma di iniziative “collaterali”. Oggi alle 15 il prof. Giovanni Raffaele di Lettere ha organizzato sul tetto una lezione sul tema -Come un cittadino diventa suddito-; domani toccherà ad una professoressa -Clinica Veterinaria- a dare lezioni “dall’alto”; sabato sera è in programma il concerto di un gruppo rock locale; e lunedì mattina, si tornerà a fare lezione sul tetto con il prof. Perna.

Come detto, al centro della protesta Idei ricercatori e degli studenti di -Unime in protesta- e -Rete 29 Aprile- c’è il ddl Gelmini sulla Riforma dell’Universitaria, contro cui, da nord a sud della penisola, si è formato – negli ultimi due giorni – un fronte comune di mobilitazione, in ragione dell’accelerazione che l’attuale “maggioranza” governativa ha voluto imprimere all’iter legislativo. In un comunicato, sono elencati i punti più contestati del testo attualmente al vaglio della Camera dei deputati :

– eliminazione del ripristino degli scatti di anzianità per i giovani ricercatori sbandierato dalla Gelmini in tante televisioni ;

– definanziamento degli incentivi per l’internazionalizzazione del sistema universitario e in particolare per insegnamenti o corsi di studio che si tengono in lingua straniera;

– possibilità di assorbimento da parte del ministero dei risparmi generati da eventuali fusioni di atenei, dopodiché non si capisce con quali incentivi si realizzeranno tali processi;

– soppressione del trasferimento dei beni demaniali in uso agli atenei;

– obbligo di restituzione dei buoni studio anche da parte degli studenti che hanno ottenuto il massimo dei voti;

– cancellazione nella definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per il diritto allo studio dei seguenti obiettivi: borse di studio, trasporti, assistenza sanitaria, ristorazione, accesso alla cultura, alloggi; dopodiché non si capisce che cosa rimanga);

– nei passaggi di livello eliminazione dell’aggancio alla classe quarta per la rivalutazione iniziale che era stato introdotto a parziale compensazione della mancata ricostruzione di carriera;

– definanziamento della retribuzione integrativa per i ricercatori che svolgono didattica o attività gestionali;

– eliminazione della soglia minima di 20 mila euro annui per gli assegni di ricerca;

– ammissione che non si tratta di una vera tenure track poiché la conferma di ruolo è condizionata con norma esplicita alla disponibilità delle risorse;

– mancato riconoscimento delle prestazioni dei contratti a tempo determinato ai fini del trattamento di quiescenza e previdenza;

– cancellazione della norma relativa ai concorsi per associato che non ha copertura finché non viene approvata al Senato la legge di stabilità.

FOTO DINO STURIALE

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