L’Andu (associazione nazionale docenti universitari) ed altre organizzazioni lanciano un appello per una massiccia partecipazione e ripropongono il documento approvato lo scorso 1 dicembre, in cui invitano il Senato a bocciare il Ddl
Tra sole 24 ore, il Senato della Repubblica sarà chiamato a votare il DDL sull’Università presentato dal ministro Gelmini. In tutti gli Atenei della penisola è prevista una lunga giornata di mobilitazione, che farà da “contorno” alla protesta che si svolgerà nella capitale.
ADI, ADU, AND, ANDU, AURI, CISL-Università, CNU, ConPAss, CSA-CISAL-Università, FLC-CGIL, Rete 29 Aprile, SNALS-Docenti Università, SUN, UDU, UGL-Università e Ricerca, UILPA-UR, USB-Pubblico Impiego hanno deciso di lanciare un appello affinché domani, anche a Messina vi sia, una massiccia partecipazione .
«Le nostre Organizzazioni, inascoltate – si legge in un comunicato – hanno espresso da tempo precise critiche e precise proposte e hanno chiesto al Governo e al Parlamento di aprire finalmente un vero confronto con il mondo universitario. I contenuti del DDL e il metodo con il quale lo si vuole imporre ci inducono a chiedere, ancora una volta, a tutte le componenti universitarie di intensificare la protesta e di partecipare il 21 dicembre ad una GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE in tutti gli Atenei».
L’ Andu e le altre organizzazioni universitarie ripropongono, inoltre, il documento approvato lo scorso 1 dicembre, in cui invitano il Senato a bocciare il Ddl.
Di seguito riportiamo il testo integrale:
«Il DDL sull’Università è stato approvato alla Camera nonostante la grande mobilitazione degli Atenei e delle Scuole dell’intero Paese, con la partecipazione di tutte le componenti: studenti, professori, ricercatori, precari, dottorandi, lettori-CEL, tecnico-amministrativi.
Il DDL è stato approvato in un contesto politico di estrema incertezza, con una Maggioranza divisa e un Governo debole, che ha scelto di impedire che si potesse liberamente manifestare davanti alla Camera, nonostante l’autorizzazione già concessa alle Organizzazioni in intestazione, e di creare, ingiustificatamente, un’ampia zona interdetta ai manifestanti.
Il Disegno di Legge approvato alla Camera, e che deve ora tornare al Senato, farraginoso e sostanzialmente inapplicabile, non risolve in alcun modo nessuno dei gravi problemi che affliggono l’Università italiana. Infatti esso rafforza i gruppi di potere baronali, aumenta a dismisura e istituzionalizza il precariato, peggiora ulteriormente i meccanismi di reclutamento e di avanzamento di carriera accentuando il localismo. In particolare, introduce un sistema di governo degli Atenei e del Sistema universitario che riduce ulteriormente l’autonomia e la democrazia nell’Università.
Il DDL:
– riduce l’accesso all’Università degli studenti e dei docenti-ricercatori necessari alle esigenze di crescita culturale, sociale ed economica del Paese;
– vanifica di fatto il diritto allo studio;
– espelle dall’Università intere generazioni di studiosi precari che hanno dedicato, spesso senza alcun riconoscimento dei risultati raggiunti, tanti anni alla ricerca e all’insegnamento;
– non assicura gli strumenti necessari all’indispensabile ricambio generazionale.
Per tutti questi motivi, nell’interesse dell’Università e del Paese, si chiede al Senato di non approvare un DDL rifiutato dall’intero mondo universitario e al Governo di aprire, come più volte e da tempo richiesto, una discussione pubblica sull’Università italiana e sulle sue reali necessità».