Università. Atto…-intitolabile-

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lunedì 09 Marzo 2009 - 08:19

La facciata del rettorato appena ristrutturata e già “inaugurata”

Potrà essere considerata banale, la solita espressione utilizzata per descrivere episodi di questo tipo. Ma pensandoci e ripensandoci, dovendo evitare l’utilizzo di frasi poco “carine” ma sicuramente più efficaci, dobbiamo limitarci a dire che, ahimè, la “madre dei cretini è sempre incinta-. Perché? Basta dare uno sguardo alle fotografie: sulla storica facciata dell’edificio centrale dell’Università, quella di Piazza Pugliatti, da poco “liberata” dalle impalcature montate per i lavori di ristrutturazione del plesso, ha infatti ben pensato di mettere mano chi, stando a vedere il risultato dell’estro creativo, le mani le dovrebbero avere ben legate…………………………….

I puntini di sospensione non sono un errore di battitura ma l’espressione “grafica” di quanto possa passare per la mente alla vista di quegli obbrobri farneticanti che danno il benvenuto a chi varca la soglia dell’edificio. “Guerra sociale, cultura gratis”: queste le frasi, rispettivamente alla destra ed alla sinistra del portone d’entrata, poco distanti dalla targa affissa in ricordo di Salvatore Pugliatti, con cui qualcuno ha deciso di “marchiare” la struttura appena tirata a nuovo. Un gesto assolutamente privo di senso di cui l’autore, con tutta probabilità, si starà ancora vantando.

Non volendoci soffermare più di tanto sull’aspetto prettamente “materiale” dell’accaduto (400 mila euro il costo complessivo dei lavori ndr), ciò che impone una riflessione diremmo quasi obbligatoria, è il senso, o per meglio dire il non-senso, che si nasconde dietro un atto di questo tipo. Un gesto che assume una rilevanza diversa rispetto alle scritte con cui “normalmente” si vedono imbrattate strade e palazzine in giro per la città, e non solo a Messina, poiché, a nostro avviso, chi ha deciso di apporre la propria “firma”, nel farlo si sarà persino sentito “legittimato”: quel segno, infatti, sforzandoci di voler capire, dovrebbe rappresentare l’espressione “visiva” del malcontento che in questi ultimi mesi si respira in giro per i corridoi e le aule delle Università italiane, in particolar modo a Messina.

E invece si rivela solo un’azione ignobile che lontana dal “raccontare” il sintomo dell’insofferenza che soffoca l’Ateneo messinese, è al contrario simbolo di un inutile disfattismo. E se per cancellare il vergognoso segno lasciato dalle bombolette spray sulla facciata che ancora odora di pittura fresca, sarà sufficiente, ma si fa per dire, “un colpo di spugna”, ciò che viene da pensare rileggendo una delle due scritte “cultura gratis”, è che ad essere gratuita sia piuttosto l’idiozia.

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