Università. A casa più di 50 ricercatori per -assicurare l’equilibrio di bilancio-, mentre si programmano nuovi bandi. Esplode la protesta

Università. A casa più di 50 ricercatori per -assicurare l’equilibrio di bilancio-, mentre si programmano nuovi bandi. Esplode la protesta

Università. A casa più di 50 ricercatori per -assicurare l’equilibrio di bilancio-, mentre si programmano nuovi bandi. Esplode la protesta

venerdì 15 Gennaio 2010 - 06:29

La riforma Brunetta consente alle P.A. di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro con i dipendenti che abbiano raggiunto 40 anni di contributi. Tomasello fa fuori più di 50 ricercatori, adducendo motivazioni di tipo economico, e intanto pensa a rimpolpare il personale con nuovi concorsi. Presto il ricorso al Tar dei ricercatori -anziani-.

Sono pronti a dare battaglia i ricercatori dell’Università di Messina che tra sei mesi dovranno, loro malgrado, abbandonare il proprio posto di lavoro. Con lettera inviata dal Rettore, Franco Tomasello lo scorso 30 dicembre, oltre 50 ricercatori – 28 dei quali svolgono servizio presso la facoltà di Medicina e Chirurgia – hanno, infatti, inaspettatamente appreso che, a partire dal 1° luglio 2010, – verranno collocati in quiescenza”. In base alle disposizioni normative contenute nella Riforma sulla Pubblica amministrazione, promossa dal Ministro Renato Brunetta , – per gli anni 2009, 2010 e 2011 le P.A. possono, a decorrere dal compimento dell’anzianità massima contributiva di quaranta anni del personale dipendente, risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro e il contratto individuale, anche del personale dirigenziale, con un preavviso di 6 mesi, facendo salva la disciplina vigente in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici -. Detto fatto. L’Ateneo messinese ha subito accolto e recepito quanto disposto dalla Riforma Brunetta e, come si legge testualmente nella lettera recapitata ai “malcapitati” ricercatori, –sulla scorta delle delibere del Senato Accademico del 22/1272009 e del Consiglio di Amministrazione del 30/12/2009 a cui si fa riferimento, l’Amministrazione ha deciso di risolvere i rapporti per i quali si verificano le condizioni previste dalla normativa richiamata”.

Insomma, dopo 40 anni di onorato (si spera) servizio, ecco l’arrivederci e grazie del Rettore Tomasello a oltre 50 ricercatori. Un addio, però, tutt’altro che scontato, visto che i ricercatori sono pronti a rivolgersi al Tribunale amministrativo. A coordinare l’avvio delle azioni legali e le iniziative di protesta contro i tagli attuati dall’amministrazione universitaria è il ricercatore Nicola Belnome , presidente della F.I.R.U. (Federazione italiana ricercatori universitari). In un documento ufficiale, il prof. Belnome evidenzia alcune anomalie ed elabora una serie di considerazioni di carattere legislativo, accademico e di opportunità. Quanto all’aspetto legislativo, Belnome scrive che –il collocamento a riposo forzato previsto dalla normativa non tiene conto dell’elemento di volontarietà che si sostanzia anche nell’aver scelto, a suo tempo, di riscattare ai soli fini contributivo- pensionistici periodi tra i 6 e gli 11 anni previsti per le lauree e le specializzazioni (soprattutto in medicina e ingegneria). Secondo il presidente della FIRU, quindi, il riscatto dei corsi di laurea e specializzazione finisce per assumere –connotazioni quasi punitive-. Nella sua analisi, Belnome effettua anche valutazioni di tipo accademico e contesta la scelta del Rettore di non includere i ricercatori tra la categoria dei professori universitari, i quali, unitamente a –magistrati e a dirigenti medici responsabili di struttura complessa-, sono esenti dalle disposizioni in esame della Riforma sulle P.A.

L’Ateneo – scrive il presidente della FIRU- sulla scorta di un Parere dell’Avvocatura di Stato ha deciso che i ricercatori in tale situazione non vengono più equiparati a professori universitari nonostante dal 1990 abbiano incarichi ufficiali e responsabilità di docenza ad essi conferiti dallo stesso Ateneo; la legge 230/2005 definisca professori aggregati i ricercatori con incarico di insegnamento; il Miur e successivamente lo stesso Ateneo hanno incluso i ricercatori fra i docenti equivalenti necessari per raggiungere i requisiti minimi per attivare i corsi di laurea (270/2004); lo stesso Statuto dell’Ateneo identifichi all’art. 48 i docenti di ruolo nei professori ordinari, professori associati confermati e ricercatori confermati accomunandoli persino nell’elettorato passivo-. Sul paventato “licenziamento” Belnome pone, infine, dubbi di opportunità, sottolineando che –sia la delibera del Senato accademico che quella del Cda sono state prese a maggioranza e non all’unanimità, segno evidente – secondo il ricercatore – che esistono forti perplessità sul provvedimento sia di principio che per le ricadute economiche ”. Belnome è convinto che, consentire ai 50 ricercatori di continuare a svolgere la propria attività, all’Ateneo sarebbe costato meno che affrontare le spese per i contenziosi che ne seguiranno.

E, a tal proposito, il presidente della F.I.R.U. annuncia: – Non intraprenderemo un’azione legale congiunta, ma ogni singolo ricercatore provvederà per sé, obbligando così l’amministrazione dell’Università ad impegnare risorse per più contenziosi -. E, intanto, mentre i ricercatori dichiarano guerra, preannunciando per i prossimi giorni eclatanti manifestazioni di protesta, l’Università pensa già a come rimpiazzarli. Nella “Relazione del Rettore allegata al bilancio di previsione 2010”, al punto -ricercatori a tempo indeterminato e determinato-, si parla di –22 posti del 2009 ancora da bandire – e si sottolinea che –è stata prevista la copertura finanziaria per la prima tranche di ricercatori a tempo determinato (1.076.362 euro oneri compresi FS 1.02.06) cui seguirà la seconda finanziata con risorse esterne ed una terza più contenuta-. Ricercatori che vanno, dunque, ricercatori che arriveranno. Ma sulla scelta dell’Università di mandare a casa più di 50 ricercatori vuole vederci chiaro anche il Preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN, Mario Gattuso , che ha presentato formale richiesta di acceso agli atti. Considerato – si legge nel documento – che la risoluzione di detto rapporto di lavoro può incidere negativamente sulla erogazione dell’offerta formativa, nella qualità di Preside delle Facoltà di Scienze MM.FF.NN – che deve programmare l’offerta formativa della Facoltà e la copertura degli insegnamenti anche in relazione alla disponibilità del corpo docente – e di Componente il Senato Accademico – che deve discutere ed approvare l’offerta formativa di tutte le Facoltà, e quindi dell’intera Università, anche in relazione alla disponibilità del corpo docente, e che deve programmare le assunzioni di ricercatori e professori di ruolo in relazione alla offerta formativa che si intende attivare – chiede che gli venga rilasciato elenco dei ricercatori e assimilati, e relativo SSD, cui è stata inviata la citata nota di risoluzione del rapporto di lavoro; elenco dei ricercatori e assimilati, e relativo SSD, che al 30/12/09 hanno maturato quaranta anni di anzianità contributiva;elenco dei ricercatori e assimilati, e relativo SSD, che matureranno tale condizione entro il 30/12/10. La battaglia dei 50 ricercatori “anziani” è appena all’inizio.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007