Nell’assemblea convocata giovedì pomeriggio il sindacato intende discutere dei «tagli stabiliti dal Senato Accademico»
Allarme incrociato quello lanciato dalla Cgil sul fronte scuola ed Università. Da un lato, infatti, i rappresentanti sindacali esprimono preoccupazione per ai tagli ai posti di insegnamento determinati dai provvedimenti della legge Gelmini, dall’altro mettono in discussione i le misure varate finora dal Senato Accademico che danneggerebbero specializzandi, dottorandi, assegnasti di ricerca e studenti.
Questi secondo la Ndil Cgil i “numeri” che devono far riflettere: 350 dottorandi, vincitori di concorso, senza corsi e borse fino ad ottobre; 400 tra specializzandi e assegnisti di ricerca senza stipendio da novembre; aumento delle tasse per studenti e specializzandi blocco dei bandi per 32 titolari di Assegni di Ricerca e per i ricercatori a tempo determinato; previsione di docenze -gratuite- tenute dai precari della ricerca e taglio dei corsi di studio.
Provvedimenti che secondo i rappresentanti sindacali non fanno altro che contribuire a quel processo si smantellamento dell’Università pubblica determinato dalla legge 133/2008 anche detta Tremonti-Brunetta. Ed è proprio di questo ciò di cui le varie componenti del mondo universitario discuteranno giovedì pomeriggio alle 17.30 presso l’aula Cannizzaro. La Cgil rivendica il ritiro dei suddetti provvedimenti, definiti “incredibili e inaccettabili”.
(foto Dino Sturiale)