Università. La Conferenza d’Ateneo inaugura la settimana di mobilitazione contro il Ddl Gelmini

Università. La Conferenza d’Ateneo inaugura la settimana di mobilitazione contro il Ddl Gelmini

Università. La Conferenza d’Ateneo inaugura la settimana di mobilitazione contro il Ddl Gelmini

lunedì 04 Ottobre 2010 - 11:06

Tomasello: « Le istanze dei ricercatori patrimonio dell’intera comunità accademica messinese»

Al via la settimana di mobilitazione dell’Ateneo peloritano contro la Riforma Gelmini. Quattro gli appuntamenti in programma da oggi a venerdì per dare voce a coloro che mesi si battono contro il disegno di legge presentato dal Governo per cambiare l’attuale sistema universitario.

Dopo la decisione assunta dal Senato accademico di rinviare l’attività didattica, il cui inizio è stato fissato adesso per l’11 Ottobre, l’Università ha infatti voluto colmare il ‘vuoto’ delle lezioni con quattro diversi momenti di confronto. Il primo si è svolto questa mattina nell’Aula Magna del Rettorato, con una conferenza d’Ateneo introdotta dal rettore Francesco Tomasello, moderata dalla giornalista ed ex ricercatrice del CNR Roselina Salemi ed alla quale hanno preso parte la dott.ssa Scolastica Serroni, i professori Pietro Perconti e Antonella Cocchiara. Durante il dibattito sono intervenuti anche alcuni ricercatori presenti in sala, ribadendo ancora una volta le ragioni che li hanno indotti a protestare contro il disegno di legge presentato dal ministro Gelmini ed attualmente al vaglio del Parlamento.

Ad introdurre i lavori, come detto, Tomasello che ha dichiarato: « Le istanze dei ricercatori sono patrimonio dell’intera comunità accademica messinese e non frutto di interessi di categoria». «Questa Conferenza di Ateneo – ha continuato – ha preso le mosse dalle riflessioni suscitate dal movimento dei ricercatori ed è stata voluta dal Senato Accademico per condividere i valori e le tensioni ideali di cui essi sono portatori come patrimonio comune del corpo accademico. Si intende oggi dare espressione al disagio largamente avvertito e alle diffuse preoccupazioni per il presente e per il futuro dell’Università italiana, considerato il significato della sua missione di alta formazione e di ricerca al servizio dei giovani e del territorio».

Una posizione netta quella del Rettore, il quale – senza troppe remore – ha parlato espressamente di «direttive ministeriali che, purtroppo largamente presenti nel testo parlamentare, limiterebbero l’autonomia e non terrebbero conto delle peculiarità dell’Ateneo, della sua storia e dei problemi legati al contesto socio-economico. Non è possibile – ha affermato con fermezza – confrontare l’Ateneo di Messina con il Politecnico di Milano che riceve 100 milioni di euro di commesse dal tessuto produttivo del suo territorio. Ciò nonostante l’attuazione dei principi sui quali si fonda una Università moderna non è per noi una opzione, è una strada obbligata per continuare ad esistere in uno scenario globale. Per queste ragioni, la stragrande maggioranza della Comunità accademica di Messina ha voluto fortemente un cambio di passo. Tutti insieme stiamo percorrendo faticosamente la strada maestra di una Università competitiva fondata sulla valutazione in cui ciascuno possa testimoniare il suo impegno e la sua dedizione disinteressata per l’Istituzione».

Terminato l’intervento del rettore, ha preso la parola l’unico parlamentare presente, il deputato del Pdl Vincenzo Garofalo, che ha assicurato: «E’ previsto un emendamento che tenga conto delle istanze di tutti. Inoltre – ha aggiunto Garofalo – il ministro Tremonti in collaborazione con il Ministro Gelmini stanno lavorando per garantire integrazioni finanziarie».

Il confronto è poi proseguito con l’intervento della giornalista Salemi, la quale ha sottolineato come si stia vivendo «un momento delicato e che quello che verrà deciso dall’approvazione della riforma influenzerà i prossimi anni della nostra vita».

Il primo intervento, in rappresentanza dei ricercatori, è stato quello della dottoressa Scolastica Serroni, componente del Senato Accademico, che ha voluto ribadire l’importanza della deliberazione dell’organo di governo che ha fatto proprie le istanze dei ricercatori votando all’unanimità il rinvio dell’inizio dell’Anno Accademico.

«In questo momento – ha affermato la Ferroni – si gioca il futuro del Paese ed è il momento di riflettere bene sul ruolo dei Ricercatori che sebbene sia statao istituito negli anni ottanta da allora non è stato mai preso in considerazione dal alcun governo».

Nel corso della mattinata sono seguiti gli interventi del prof. Pietro Perconti in rappresentanza dei professori associati e della prof. Antonella Cocchiara, in rappresentanza degli Ordinari.

Il prof. Roberto Perconti ha evidenziato come sia comunque assolutamente necessario procedere alla riforma dell’attuale sistema universitario, chiedendosi al contempo se il Parlamento sarà in grado di resistere alle critiche che sempre di più vengono registrate in ogni parte del Paese:« Due aspetti della legge sono in particolare preoccupanti – ha concluso il prof. Perconti – e riguardano la nascita di una università sempre più piccola, con meno risorse, meno laureati, meno sedi, meno corsi di laurea, da una parte e la riduzione dello spazio dell’autonomia universitaria dall’altra».

La prof. Antonella Cocchiara, a conclusione degli interventi in programma, ha ricordato l’unanime presa di posizione del Senato Accademico del 28 settembre scorso, che ha fortemento voluto che la Conferenza di Ateneo fosse incentrata sul tema della protesta dei ricercatori, lanciando così un messaggio di appartenenza ad una comunità coesa, per affermare il principio non di una semplice solidarietà verso i ricercatori, ma di una vera e propria condivisione di una lotta, anche mediante il rinvio dell’inizio delle lezioni all’11 ottobre. «La riforma non ci piace – ha concluso la prof. Cocchiara – né nei toni, né nei contenuti, perché elefantiaca, prolissa e complessa e perché fortemente condizionata dalla manovra finanziaria».

Si è dato poi spazio agli interventi di Beatrice Di Bella, ricercatrice a Ingegneria, Antonio Centofanti, rappresentante dei dottorandi in Senato Accademico, Mariella Foti, ricercatrice a Veterinaria, Dino Costa, ricercatore a Scienze e Mauro Federico, pure Ricercatore a Scienze che all’unanimità hanno evidenziato come tutti loro stiano vivendo un momento di grande amarezza, che si trasforma in un tremendo dolore per avere perduto il contatto con i giovani studenti, e per il modo superficiale e poco rispondente alla verità con cui la grande stampa del Nord sta trattando la questione dei ricercatori.

I prossimi appuntamenti previsti per la settimana di mobilitazione si terranno mercoledì prossimo, con sit- in Prefettura a partire dalle 9,30 e successivo incontro con il Prefetto Francesco Alecci; venerdì mattina con il corteo degli studenti, che alle 9,00 si ritroveranno a Piazza Antonello; e in ultimo venerdì sera con la “Notte dei ricercatori”. L’evento si svolgerà nella Facoltà di Scienze a partire dalle 19 e prevede mostre, quiz ma soprattutto momenti di confronto tra studenti, ricercatori e rappresentati della comunità accademica.

Foto Dino Sturiale

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