Università. Ex-aula anatomia, Cardile: «La famiglia che occupa l’edificio ha ottenuto una casa, a breve lo sgombero»

Università. Ex-aula anatomia, Cardile: «La famiglia che occupa l’edificio ha ottenuto una casa, a breve lo sgombero»

Università. Ex-aula anatomia, Cardile: «La famiglia che occupa l’edificio ha ottenuto una casa, a breve lo sgombero»

mercoledì 11 Marzo 2009 - 08:38

Come programmato all’inizio di febbraio l’ufficiale giudiziario ha nuovamente fatto tappa a Gravitelli per eseguire lo sgombero forzato. Uno dei figli ha però richiesto e ottenuto tempo fino ad aprile, quando è previsto il trasferimento in una casa

Questa sembra veramente essere la volta buona. La saga dell’ex-istituto di anatomia, a Gravitelli, su carta di proprietà dell’Università ma di fatto nella mani di una famiglia che da tempo risiede abusivamente all’interno dell’edificio, starebbe giungendo al capolinea. Per precauzione, e fin quando almeno no potremmo raccontarmi la versione definitiva, continueremo ad utilizzare il condizionale, ma secondo quanto dichiarato dal direttore amministrativo Giuseppe Cardile, lo sgombero è imminente. «Quattro mesi al massimo è l’Ateneo potrà scaldare i motori per dare inizio al suo progetto» ha affermato Cardile.

Ebbene sì, quattro mesi, un tempo relativamente breve se si considerano gli anni da cui la famiglia risiede a Gravitelli, proprio lì dove, nelle intenzioni dell’Ateneo dovrebbe sorgere un “aulario” . Non è tuttavia ancora il momento di pensare al futuro e con il direttore Cardile facciamo un passo indietro, arrivando fino alla prima settimana di febbraio data in cui era stata fissata l’operazione di sgombero dei locali (vedi articolo correlato in basso): «Come stabilito all’inizio del mese scorso con l’ufficiale giudiziario, le forze dell’ordine ed i mezzi di soccorso ci siamo recati all’istituto decisi di “riappropriarci” della struttura. Arrivati lì però ci è venuto incontro uno dei figli della coppia che vi risiede con in mano un contratto di locazione: il documento, di cui abbiamo verificato la validità, attesta che dal mese di aprile il nucleo familiare avrà una casa in cui poter andare ad abitare. A quel punto ci siamo “arresi” anche perché a differenza delle altre volte l’atteggiamento che queste persone hanno mostrato nei nostri confronti non è stato né ostile né arrogante».

Quel “pezzo di carta” ha dunque distolto Cardile dalle intenzione “bellicose” con cui ci si proponeva, una volta per tutte, di sgomberare la struttura: un atteggiamento deciso e non più disposto alle “trattative” quello assunto dal direttore già in occasione della scorsa intervista e, per certi aspetti, difficile da non condividere. Aldilà delle singole responsabilità tra i vertici dell’Ateneo, infatti, quella della famiglia che ha trovato riparo nel fatiscente edificio, è una vicenda che spinge a dover prendere in considerazione anche un’altra faccia della medaglia, quella cioè dell’assenza di istituzioni, sul nostro territorio, in grado di venir incontro alle esigenze di queste persone: in estrema sintesi mancanza di assistenza sociale. Più volte, secondo quanto dichiarato dai rappresentanti dell’Ateneo, era stato richiesto un intervento da parte delle autorità competenti per far fronte all’emergenza della disagiata famiglia, un intervento che però è tardato ad arrivare. Un problema, quello della carenza di servizi sociali, di recente venuto a galla con tutte la sue contraddizione ma che, considerando la specifica situazione e come questa tante altre, già da tempo faceva acqua da tutte le parti.

(foto Dino Sturiale)

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