Università. Da mesi una famiglia occupa abusivamente l'edificio dell'ex-aula di anatomia. Bloccati i lavori di ristrutturazione del plesso

Università. Da mesi una famiglia occupa abusivamente l’edificio dell’ex-aula di anatomia. Bloccati i lavori di ristrutturazione del plesso

Redazione

Università. Da mesi una famiglia occupa abusivamente l’edificio dell’ex-aula di anatomia. Bloccati i lavori di ristrutturazione del plesso

domenica 13 Aprile 2008 - 13:56

Ancora nessuna riposta da parte degli organi competenti per il provvedimento di sgombero dell'immobile

Università o rifugio d’emergenza? E’ questa la domanda che viene in mente pensando al comune destino che sembra incombere sugli immobili di proprietà dell’Ateneo.

Dopo il caso del Palazzo delle Poste, acquistato dall’Università nel 2005, destinato ad ospitare parte delle segreterie universitarie ma divenuto, fino a prima della realizzazione della cancellata, punto di ritrovo dei numerosi senza tetto della città, è il turno dell’aula di ex-anatomia situata nel quartiere di Gravitelli.

L’edificio, dato in concessione alla Facoltà di Scienze Politiche in seguito al definitivo trasferimento della Facoltà di Medicina e Chirurgia nei locali del Policlinico, “ospita- una famiglia, presumibilmente di origini italiane, di cui farebbero parte anche degli invalidi.

Il fatiscente stabilimento, fino a qualche anno fa utilizzato per lo svolgimento delle lezioni non solo di Scienze Politiche ma anche di Scienze Statistiche, Economia e per i corsi della Sissis, è stato successivamente dichiarato inagibile, e di conseguenza chiuso, perché non a norma di sicurezza.

Il Consiglio d’amministrazione d’Ateneo, usufruendo dei fondi stanziati dal Ministero dell’ Università e della Ricerca destinati all’edilizia universitaria, aveva previsto la ristrutturazione dell’intero edificio dove poter così trasferire buona parte dell’attività didattica della Facoltà di Scienze Politiche. Costo complessivo dei lavori – secondo quanto dichiarato dal pro-rettore vicario Giuseppe Calabrò – 2 milioni di euro. Una cifra, si fa per dire, quasi “da ridere- considerando quanto speso dall’Università per il pagamento dei canoni di locazione dell’anno accademico trascorso: ben 950.000 euro

E studenti “in affitto- oltre quelli di Scienze Politiche, ospiti ormai da tempo immemore dell’edificio adiacente l’hotel Royal, sono anche quelli di Scienze della Formazione “accolti- invece nei locali dell’Istituto San Luigi. Facoltà quest’ultima, da considerare croce e delizia dell’Università, visto che lo spropositato aumento delle iscrizioni determina non pochi problemi legati proprio alla mancanza di spazi adeguati per il normale svolgimento dell’attività universitaria.

Nessuno fra gli accademici addetti ai lavori è stato in grado di indicarci la data di inizio “soggiorno- degli inaspettati visitatori nel plesso di Gravitelli – scoperti per caso dai responsabili della ditta incaricata della ristrutturazione durante i sopralluoghi dell’area interessata – e, quel che peggio, non hanno ancora avuto un riscontro le molteplici sollecitazioni che l’Università ha rivolto agli organi competenti per lo sgombero dell’area interessata, provvedimento indispensabile per permettere alla ditta di dare il via ai lavori.

E se i tempi di la realizzazione del progetto sembrano essere biblici, è sempre più vicino il rischio che, continuando di questo passo, l’Università perda i fondi messi a disposizione dal Ministero.

Da non sottovalutare poi il lato umano e sociale della vicenda che coinvolge non più solo l’Università, ma l’intero territorio cittadino, data la mancanza di appositi centri destinati all’accoglienza di famiglie come quella in questione.

Una realtà, quella che si trova dunque ad affrontare l’Università, che ha spinto il Magnifico Rettore Franco Tomasello a chiedere, subito dopo le elezioni, un confronto con il prefetto Francesco Alecci, nella speranza di trovare per queste persone una sistemazione “alternativa- degna di essere definita tale.

Situazione a dir poco paradossale insomma, considerando soprattutto le centinaia di studenti che quotidianamente migrano da un punto all’altro della città, all’inseguimento del diritto allo studio perduto.

(Foto Dino Sturiale)

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