Università. Il preside Pennisi: «Pronti a guardare al futuro, anche senza Tomasello»

Università. Il preside Pennisi: «Pronti a guardare al futuro, anche senza Tomasello»

Università. Il preside Pennisi: «Pronti a guardare al futuro, anche senza Tomasello»

giovedì 18 Dicembre 2008 - 23:24

Dopo la richiesta di dimissioni del rettore, il preside di Scienze della formazione ribadisce: «la mia è una posizione personale», ma appoggiata in Senato Accademico da alcuni colleghi. Il futuro? «Incerto ma va affrontato»

Sul fronte universitario l’ultima posizione ufficiale e forse la più inaspettata, è stata quella presa dal preside della facoltà di Scienze della formazione, Antonio Pennisi. Quest’ultimo con una lettera aperta ha infatti espresso la «sua personale posizione» in merito alle necessarie dimissioni di Tomasello. Un punto di vista che per quanto dettato, ribadiamo, dal personalissimo buon senso di un docente universitario, è tuttavia quello di un membro del Senato Accademico, organo universitario superiore.

Una dichiarazione, quella fatta dal preside, di cui sono stati messi a conoscenza anche gli altri colleghi, alcuni dei quali hanno però assunto un atteggiamento opposto. D’inizio settimana, la notizia che il preside di Medicina e Chirurgia Emanuele Scribano, nel corso di un consiglio di facoltà, abbia colto l’occasione per mostrare apprezzamento nei confronti dell’operato del rettore. E tuttavia, nel corso della conferenza d’ateneo tenutasi lo scorso pomeriggio ha inteso sottolienare come sempre in quell’occasione non siano mancati interventi volti a -criticare- certe scelte prese dal vertice dell’Ateneo nella gestione della vicenda.

A tal proposito, Pennisi evidenzia come all’interno dello stesso Senato non sembra essere -solo- né tantomeno protagonista di una battaglia contro i mulini a vento dato che, come lui stesso conferma, non è l’unico a pensarla in termini “dimissionari-. Di fronte alla nostra curiosità di voler capire chi sta da una parte e chi dall’altra, il preside ha infatti così risposto: «Molti sono d’accordo con me, altri meno, di altri non ne ho la più pallida idea». Molti ed altri di cui, almeno per bocca di Pennisi, non è al momento possibile conoscere nomi e cognomi.

Il docente, al suo secondo mandato come preside di Scienze della Formazione, (prima elezione nel 2004), ribadisce tutti i meriti che vanno riconosciuti a Tomasello ed aggiunge: «Proprio in virtù dei grandi risultati ottenuti è fondamentale che in questo momento faccia un passo indietro, per il bene dell’Ateneo e degli studenti». Una “questione- quella sollevata da Pennisi che, come affermato dallo stesso «sarà sicuramente necessario affrontare nel corso della prossima seduta del Senato Accademico. In occasione della convocazione straordinaria avevo già palesato, pur se in modo non ufficiale, la mie intenzioni, ora però è il momento di discuterne apertamente».

Una seduta quella successiva alla notizia della seconda sospensione di Tomasello, oggetto di attenzione anche da parte dello stesso Antonio Saitta docente della facoltà di legge, il quale si augurava che il Senato Accademico una volta per tutte tenesse distinte le proprie responsabilità da quelle di Tomasello poiché il sostegno incondizionato mostrato negli ultimi mesi rispetto alla gestione dell’Ateneo da parte del rettore non ha fatto altro che danneggiare ulteriormente le sorti dell’Università. Una mancanza di distinzione che però Pennisi smentisce categoricamente, rivolgendo una precisa “sfida- alla stesso Saitta:«Invito il professore a “documentare- questo presunto atteggiamento “di parte- dei componenti del Senato. Il nostro lavoro si è limitato a riconoscere quanto di positivo è stato realizzato dal rettore». Su tutto, l’introduzione dal giugno 2008 per i concorsi universitari di un doppio punteggio necessario per l’ottenimento dell’incarico, un indicatore relativo alla qualità didattica e l’altro alla qualità scientifica. L’individuazione dei settori che necessitano di nuovi innesti di personale docente avverrà innazitutto sulla base delle esigenze didattiche del settore e del tipo di professionalità richiesta. Al tempo stesso, però, la professionalità non potrà prescindere dalla qualità, dai meriti e dai riconoscimenti ottenuti dai professori durante il loro percorso universitario.

Da una parte dunque i meriti di Tomasello, dall’altra il personale punto di vista di Pennisi che sottolinea come la sua posizione sia legata solo ed esclusivamente al “bene- di Università e studenti. Una domanda-riflessione sorge però spontanea: che tra i corridoi abbia già preso il via una prematura “campagna-elettorale- in attesa di prossimi sviluppi? Che sia già stato stilato l’ “identikit- del papabile successore? Questo quanto domandiamo al professor Pennisi:«Al momento non si è parlato né tantomeno è stato indicato il nome di nessuno ma al tempo stesso è necessario guardare e pensare al futuro del nostro Ateneo poiché ritengo che la situazione sia sfuggita di mano un po’ a tutti».

Una patata bollente insomma l’Università di Messina che, aggiunge il preside «in questa fase avrebbero tutti difficoltà a controllare e dirigere». Facendo due “conti-, e non in senso figurato, secondo Pennisi, al momento, il “gioco- insomma non varrebbe la candela. Solo difficoltà dunque? «Ricoprire il ruolo di rettore dovrebbe significare prima di tutto portare avanti un progetto importante che possa dimostrare come anche un’Università meridionale possa raggiungere grandi risultati. Avere “potere-, per quanto mi riguarda, significherebbe solo assunzione di moralità e coscienza rispetto all’incarico ricoperto».

E il preside di Scienze della Formazione come si immaginerebbe in una veste così “scomoda-? Accenna un sorriso e risponde «Non è il momento di rispondere a questa domanda…»

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