Università. Il preside di Scienze della Formazione chiede le dimissioni del rettore

Università. Il preside di Scienze della Formazione chiede le dimissioni del rettore

Università. Il preside di Scienze della Formazione chiede le dimissioni del rettore

mercoledì 17 Dicembre 2008 - 10:34

Con una lettera inviata ai membri del Senato Accademico e visibile sul suo blog, il professore Pennisi invita Tomasello ad abbandonare l'incarico. E per -votare- le dimissioni del rettore al via anche una petizione on-line

In tanti invocano le dimissioni del rettore. Richieste che provengono dalla società civile, da una parte del mondo accademico, sia docente che studentesco ma, almeno fino ad oggi, mai nessun componente degli organi di governo aveva preso posizione in tal senso. Mai appunto fino ad oggi. A parlare, anzi scrivere attraverso le pagine del suo blog, ninnipennisi.blogspot.com è il preside della Facoltà di Scienze della Formazione Antonino Pennisi che in qualità di «Uomo delle istituzioni e membro di un Senato accademico che deve innanzitutto salvaguardare una comunità di quasi trentacinquemila studenti, docenti e non docenti- chiede a Tomasello di fare un passo indietro rispetto alla carica istituzionale attualmente ricoperta.

Una richiesta di dimissioni “formale- quella che Pennisi avanza nei confronti del vertice dell’Ateneo. “Un atto istituzionalmente coraggioso e privatamente assai difficile-, come lo definisce ma che appare per certi aspetti dovuto nell’interesse dell’intera comunità accademica. Una lettera aperta inviata già da qualche giorno, come ci conferma, a tutti i membri del Senato Accademico che lo scorso 12 dicembre, riunito in seduta straordinaria ha decretato il passaggio di consegne al pro-rettore vicario Calabrò.

Un’Università quella di Tomasello, a cui Pennisi riconosce grandi meriti, e tra questi l’essere riuscita a diventare meta di immigrazione studentesca da altre regioni d’Italia, l’aver chiuso il pareggio in bilancio, l’aver elevato la qualità della docenza e dunque del livello di formazione degli studenti. Ma un’Università che al tempo stesso ha bisogno “di ripulirsi dalle incrostazioni storiche dei poteri, dai privilegi di famiglie dominanti che limitano la mobilità sociale e culturale, dall’incapacità degli organi di governo di deporre le vecchie retoriche per imparare a parlare nuovi linguaggi-. E per farlo, secondo il preside è necessario cominciare una nuova epoca non più targata Tomasello.

Una posizione che nei contenuti ma non nella forma (Pennisi si rivolge al rettore utilizzando il tu e toni da cui sembra trasparire “rammarico- per una decisione purtroppo inevitabile), è stata presa anche dal professore Antonio Saitta, docente presso la facoltà di Giurisprudenza e dall’associazione -Laboratorio Università- presieduta dal prof. Giuseppe Campione.

Il documento, come detto, è stato recapitato a tutti i componenti e colleghi di Senato Accademico: Luigi Ferlazzo Natoli preside di Economia. Giuseppe Bisognano Farmacia, Salvatore Berlingò Giurisprudenza, Signorino Galvagno Ingegneria, Vincenzo Fera Lettere e Filosofia, Emanuele Scribano Medicina e Chirurgia, Vincenzo Chiofalo, Medicina Veterinaria, Mario Gattuso Scienze MM.FF.NN, Andrea Romano, Scienze Politiche Letizia La Tona Scienze Statistiche. A questo punto c’è da capire chi, all’interno dello stesso organo d’Ateneo, sia intenzionato a sposare o meno la “causa- di Pennisi con tutte le conseguenze che, all’interno dei già delicati equilibri universitari, ciò potrebbe determinare.

E proprio sul fronte dimissionario si fa spazio una nuova iniziativa. La creazione diuno spazio web in cui poter firmare, anzi cliccare, per “votare- l’abbandono del vertice dell’Università. Una petizione on-line, che è possibile visualizzare all’indirizzo http://www.firmiamo.it/tomasellodimettitidefinitivamente, nella cui finestra campeggia la scritta “Tomasello dimettiti definitivamente- voluta da Francesco Mucciardi I potenti mezzi di internet danno dunque voce a quanti,all’indomani del tormentato “Domenica-In- spingono per tale soluzione, l’unica che, anche a detta dei firmatari, possa risollevare le sorti dell’Università. Al tempo stesso va però riconosciuto come un’altra fetta di cittadinanza, al momento forse minoritaria ma pur sempre esistente, dice ancora di aver fiducia nei confronti del rettore poiché solo la giustizia, quella delle aule dei Tribunali, potrà eventualmente stabilire l’innocenza o la colpevolezza di Tomasello.

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