Università. Le “riflessioni- di Franco Tomasello

Università. Le “riflessioni- di Franco Tomasello

Università. Le “riflessioni- di Franco Tomasello

lunedì 15 Dicembre 2008 - 09:42

Dalle “macerie- del nuovo terremoto universitario, ecco levarsi le considerazioni del rettore in occasione della riunione del Senato Accademico

Nuove e convulse giornate quelle che attendono l’Università di Messina a seguito della sospensione, la seconda in poco più di un anno, del rettore Franco Tomasello da parte del gip Mariangela Nastasi su richiesta del sostituto Procuratore Angelo Cavallo, per una serie di intercettazioni “sospette- che vedrebbero coinvolto il vertice dell’Ateneo.

Una vicenda che ha ulteriormente rimarcato la frattura tra favorevoli e contrari al “governo- Tomasello, cui si aggiunge però adesso un intervento proprio da parte del diretto interessato fatto pervenire in occasione della seduta straordinario del Senato Accademico. Una lettera quella scritta dal rettore, come previsto sostituito dal pro-rettore vicario il prof. Calabrò, rivolta ai componenti dell’organo universitario, ai colleghi, agli studenti, ai Dirigenti e al personale tecnico-amministrativo cui, afferma – “ritiene doveroso consegnare alcune riflessioni-. Riflessioni dalle quali, come si evince dal documento che di seguito riportiamo integralmente, non può che trasparire amarezza e che portano Tomasello a domandarsi cosa altro si possa fare dopo quattro anni di intensa politica universitaria improntata alla trasparenza, contro coloro che remano in senso contrario continuando a voler far apparire l’Università solo ed esclusivamente come un “centro di potere- .

A fronte di un nuovo provvedimento giudiziario che sospende la mia carica per un presunto abuso d’ufficio, ritengo doveroso consegnarvi alcune mie riflessioni. Sono fondamentalmente convinto che una persona per bene abbia prima o poi la possibilità di fare valere le sue buone ragioni e di fare emergere la verità, l’unica che possa restituirgli per intera la propria onorabilità. Resta, tuttavia, gravoso per tutti interrogarsi all’interno per diagnosticare e curare quel marginale ma virulento male oscuro che oggi mette in discussione un docente scientificamente accreditato, forte di una reputazione internazionale e di una professionalità dedicata alla gente e rappresentata da più di settemila interventi neurochirurgici ma di fatto investe i tantissimi che operano all’Università con lo stesso impegno. Bisogna chiedersi se basta, in questo contesto, un Progetto di sviluppo dell’Ateneo delineato con grande chiarezza e applicato con coerenza da una moltitudine di relatori, se basta una vita limpida interpretata con spirito di servizio, se bastano oltre quattro anni di Rettorato condotti senza risparmio di energie e con grave danno della vita privata. Alcuni pensano che abbiamo prodotto tutti insieme molte iniziative. Se così non fosse stato, tuttavia, non si potrebbe neanche parlare di un futuro dell’Ateneo. Qualcuno, all’interno della nostra realtà, ha deciso di fare violenza a questa verità scatenando una campagna mediatica per riaffermare con pervicacia la distorta convinzione che l’Università non è un luogo di studi ma un centro di potere da conquistare ad ogni costo, ancor meglio se si indossano gli abiti di un falso moralismo. Questo disegno ha trovato terreno fertile in una sparuta minoranza di operatori atterriti dal cambiamento e decisi a resistervi. I detrattori, mai animati da critica costruttiva ma forti di strumenti diffamatori, sono spesso estranei al rigore della ricerca, hanno interessi diversi, in molti casi meschini e facilmente riconoscibili, e non intendono dare nulla alla missione istituzionale. Il governo dell’Ateneo si dovrà dotare di strumenti efficaci per certificare in modo obiettivo questa loro sostanziale estraneità ai sistemi e provvedere di conseguenza. Non vi è alcun dubbio, tuttavia, che il progetto che è stato concepito da molti di noi, è destinato ad accelerare un processo di innovazione non solo nelle attività istituzionali ma anche nei modelli di comportamento. I suoi frutti si apprezzeranno ancor più nell’immediato futuro e garantiranno lo sviluppo dell’Ateneo se esso sarà perseguito con determinazione e con coraggio. Non vi sono alternative a questo percorso che dovrà certo essere sottoposto sempre a giudizio critico, modificato ed integrato ma mai allontanato dalla via maestra dell’interesse pubblico degli studi universitari come patrimonio fondamentale per il progresso civile di una comunità. Confido fermamente nella maturità e nella consapevolezza che si sono radicate profondamente nelle donne e negli uomini della nostra Istituzione che sono la più affidabile garanzia della vitalità del Progetto e della sua praticabilità in uno scenario futuro complesso ma certamente sostenibile. Per quanto mi riguarda, il disorientamento attuale lascerà il posto alla razionalità delle decisione che, comunque, non possono prescindere dall’amore sincero e dalla dedizione verso la nostra prestigiosa Università. Con rinnovato affetto e gratitudine

Prof. Francesco Tomasello

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