Università. Gli studenti messinesi un coro di voci dai diversi “colori-

Università. Gli studenti messinesi un coro di voci dai diversi “colori-

Università. Gli studenti messinesi un coro di voci dai diversi “colori-

martedì 25 Novembre 2008 - 10:47

Tanti comunicati, tanti commenti quelli firmati dagli universitari che respingono le accuse degli ultimi due giorni e si difendono. Non sempre però esprimendo il medesimo punto di vista

Una giornata “di passione- quella vissuta ieri dall’Ateneo peloritano, una giornata in cui gli aggiornamenti sul fronte Università, tanto la mattina quanto il pomeriggio, sono stati continui. I primi a “prendere parola- a seguito della bufera scatenatasi per le accuse lanciate da Massimo Giletti dall’Arena d Domenica-In, sono stati, ovviamente, gli studenti. Quegli studenti che, gioco forza, sono stati chiamati in causa, sono stati chiamati a difendersi, a “discolparsi-, a controbattere di fronte a dichiarazioni ben precise e che non lasciavano certo spazio ad equivoci. “Omertosi- , questo in sostanza l’appellativo che il conduttore di Rai Uno ha riservato loro, entrando nelle case di tutte quelle famiglie italiane che seguono i programmi contenitore della domenica.

Un “marchio- quello cucito addosso agli “abitanti-, i più giovani, dell’Università, da cui difficilmente ci si potrà liberare e che, purtroppo, tutt’altro che essere garanzia di qualità, visti i risvolti che il “caso- sta assumendo a livello nazionale, rischia di danneggiare anche le loro carriere universitarie. Nel documento diffuso qualche giorno fa dai rappresentanti degli studenti si leggeva che gli “studenti di Messina sono orgogliosi di appartenere ad un ateneo che vanta cinque secoli di storia- ma non tutti, approvando e leggendo i numerosi commenti lasciati nelle notizie riguardanti l’Ateneo che una dopo l’altra si sono susseguite, sembrano “sentire- questo “orgoglio-.

È una parte consistente quella di chi mostra assoluta sfiducia nei confronti dell’Università messinese, che non crede più nell’operato e nella buona fede di chi vi opera, di chi vi governa e di chi dice di battersi nell’interesse dei ragazzi. Così come, al tempo stesso, esiste un’altra parte di realtà accademica, composta da coloro che, nonostante lo sconforto rispetto alle questioni che stanno macchiando “l’onorabilità- dell’ateneo di fronte a tutta Italia, ha comunque voglia di credere che le cose possano e debbano cambiare. A rappresentare questa faccia della medaglia la lettera scritta da Nancy De Leo, “amareggiata- dalle accuse mossa in diretta tv da Massimo Giletti e che afferma: «La Sicilia non è solo omertà».

Non una, dunque, ma più voci quelle che si sono accavallate nelle ultime frenetiche giornate, sintomo, aldilà di qualsiasi colore “politico- che, come si sa, caratterizza anche il mondo accademico, della volontà di ogni ragazzo di esprimere la propria posizione non solo, o non soltanto, come rappresentante degli studenti, come componente di qualche associazione ma semplicemente come uno dei 33 mila iscritti all’ateneo peloritano. Con tutte le ripercussioni che ciò ha però determinato, facendo trasparire l’immagine di una realtà studentesca compatta sotto certi punti di vista ma non per altri, almeno non nei termini in cui si sono espresse le varie voci del dissenso. A dimostrazione di ciò basta dare un’occhiata al documento firmato da “movimento studentesco- in cui i ragazzi rifiutano la -difesa- del rettore.

E tuttavia una maggioranza c’è, esiste ed è quella di chi, pur riconoscendo le difficoltà che caratterizzano l’Università di Messina, non vuole diventare il capro espiatorio di una “battaglia- che non appartiene certo agli studenti che, proprio per questo, non hanno intenzione di venire strumentalizzati per secondi fini, ma vogliono al contrario tenere ben presente solo il proprio di fine, quello di non finire con l’essere “etichettati- come studenti di “quella- Università, quella degli scandali, della parentopoli e dei concorsi truccati.

Una realtà quest’ultima, assolutamente avvilente, cui però si potrebbe trovare “consolazione-, pensando, come qualcuno ha scritto, che il triste destino a cui gli universitari sembrano essere “raccomandati-, accomuna Messina come Trento, Bergamo come Lecce e andando così avanti per tutto lo stivale. A questo punto viene però da chiedersi che fare: rimane passivi di fronte ad una realtà che giorno dopo giorno si nutre e si alimenta di atteggiamenti spesso disincantati o al contrario cercare di far muovere anzi “smuovere- qualcosa in queste sabbie mobili che sembrano “inghiottirci-? A dover dare una risposta possono essere solo coloro che si sono sentiti attaccati ed offesi di fronte a tutta Italia.

Foto Dino Sturiale

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