Interventi di potatura e battaglia anti-punteruolo rosso, per il Pd gli ennesimi disastri dell’amministrazione

Quella potatura non s’aveva da fare. Ne sono certi i rappresentanti del Partito democratico che questa mattina, durante la conferenza stampa organizzata nella saletta commissioni di Palazzo dei Leoni, hanno spiegato, in termini tecnici, ma anche inevitabilmente politici, le ragioni che psingono a valutare l’ennesimo fallimento dell’amministrazione Buzzanca nell’ambito del settore arredo urbano. Nel mirino del Pd, l’assessore all’arredo urbano Elvira Amata e la gestione degli interventi di potatura e di prevenzione dal punteruolo rosso. Un pericolo quest’ultimo, da cui purtroppo non è possibile salvarsi, «un po’ come è impossibile salvarsi da Buzzanca» ha aggiunto il capo gruppo del Pd Felice Calabrò cogliendo al volo l’assist dell’esperto ambiente del Partito democratico Saverio Tignino.

Ed è stato proprio l’agronomo Tignino a spiegare, supportato dalle fotografie scattate nelle diverse zone della città, perché le operazioni di potatura disposte dall’assessore, abbiano creato più danni che benefici. «Innanzitutto – esordisce il Pd – le operazioni sono state inizialmente avviate nel maggio scorso, a ridosso dell’estate e dunque in concomitanza alla fase di nidificazione dell’avifauna nell’ignoranza di quanto disposto dalla legge 157/92. Periodo assolutamente sbagliato. Ben presto, a seguito di due nostre interrogazioni consiliari, il servizio, atteso da ben tre anni, è stato sospeso ed è stato ripreso da qualche settimana, in periodo invernale, come logica e buon senso impongono». Ad essere sbagliati però, non sono stati solo i tempi. Errate, a detta dell’agronomo Tignino, si stanno infatti rivelando anche le modalità di potatura: «Si effettuano interventi costosi e dannosi, ricorrendo a mutilazioni eccessive, piuttosto che limitarsi alle sagomature della chioma meno invasive e più economiche. Infatti – continua – asportando completamente le fronte e riducendo a monconi le ramificazioni principali, si sostengono costi sicuramente più elevati rispetto a quelli sostenibili per sagomare la parte aerea. E’ dunque possibile affermare – spiega l’esperto del Pd – che l’amministrazione, anche in questo caso, abbia agito in piena coerenza con le politiche di sperpero del denaro pubblico e danneggiamento del patrimonio arboreo messo in atto sin dal suo insediamento».

Ma quanto appena detto, riguarda esclusivamente il capitolo “potatura”. Discorso non meno complesso sul il fronte della battaglia anti punteruolo rosso, il pericolosissimo insetto che negli ultimi anni ha fatto strage di palme in diverse zone della provincia, interessando fortunatamente in misura minore Messina. Una vicenda nella quale, a detta del Pd, l’amministrazione sembra aver assunto un atteggiamento a dir poco “schizofrenico”: «Dopo aver nominato un’esperta parassitologa, si impegnano 60 mila euro per eseguire lavori dannosi e contrari al Piano di Azione Nazionale. Successivamente si emana l’ordinanza sindacale n°93 che stabilisce le operazioni da eseguire e quelli da evitare, ma, ed è qui che si tocca l’assurdo – afferma Tignino – nelle palme presenti nella piazza al Tribunale vengono avviati proprio quei lavori che l’ordinanza stessa vieta». E sia arriva dunque all’atto finale, quello del bando di qualche giorno fa, e vinto dal Consorzio Siciliano, con cui si prevede che la fase dei controlli venga effettuata dalla stessa ditta che ha vinto l’appalto: «In altre parole – aggiunge Calabrò – il controllato (l’impresa) avrà alle proprie dipendenze il controllore (il direttore dei lavori). Di fronte a tutto questo non possiamo non essere obbligati a ritenere che l’amministrazione prosegue solo nella politica dei proclami e delle inaugurazioni». L’affondo finale però è di Tignino: «Se queste sono le premesse, con un bando di questo tipo (indicate anche altre incongruenze procedurali, ndr) viene da chiedersi cosa si concluderà e soprattutto a cosa servirà il convegno programmato per domani dove, appunto, si parlerà di punteruolo rosso. L’ennesimo pannicello caldo utile a coprire inadempienze e lacune che contraddistinguono la mancanza di programmazione e di professionalità dimostrata da questa giunta». (ELENA DE PASQUALE)