La carica delle 101 liste, ma non basta un elenco di nomi per vincere

La carica delle 101 liste, ma non basta un elenco di nomi per vincere

Rosaria Brancato

La carica delle 101 liste, ma non basta un elenco di nomi per vincere

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mercoledì 21 Marzo 2018 - 05:51

Confermata la data del 10 giugno, nel frattempo proliferano gli annunci di liste. Non è però facile come sembra: i candidati dovranno essere da un minimo di 21 ad un massimo di 32 e per scattare il posto in Consiglio si deve superare la soglia del 5%.

Parafrasando Lucio Battisti potremmo cantare in stile elettoral-canoro “10 liste per me posson bastare……”

Stando infatti alle dichiarazioni di queste settimane la scheda elettorale del 10 giugno (data confermata dall’assessore regionale agli Enti Locali Bernadette Grasso) dovrebbe essere un pieghevole di 10 pagine per far spazio a tutte le liste annunciate a sostegno dei numerosi candidati sindaco.

Tre le liste per Accorinti, De Luca ne vuole 7, il centro-destra punta a raggiungerne 9, il centro-sinistra per non sfigurare prova a superare le 5, mentre per il M5S Sciacca ne ha chieste almeno due.

Facendo due calcoli ci saranno più candidati al Consiglio comunale e alle 6 Circoscrizioni che residenti….. Con queste premesse il rischio che in ogni famiglia ci sia un candidato è alto…..

Ma non basta annunciare una lista per realizzarla davvero, anche perché non è sufficiente stilare un elenco di nomi.

Quello che serve per vincere le elezioni sono i voti. Se pure hai tutti i nomi ma pescano tutti nello stesso laghetto o non pescano affatto, la lista fa flop.

Il proliferare delle liste è una diretta conseguenza della nuova legge regionale per le amministrative che reintroduce l’effetto trascinamento in base al quale se l’elettore indica solo il nome del consigliere comunale il voto va automaticamente anche al candidato sindaco collegato alla lista. La soglia per vincere al primo turno inoltre è stata abbassata al 40%, raggiunto il quale non si va al ballottaggio.

Più eserciti hai che corrono a tuo sostegno più possibilità hai di vincere.

Il nuovo Consiglio comunale avrà 32 consiglieri e non più 40.

Per i Comuni con popolazione da 100.001 abitanti a 250 mila la lista collegata al candidato sindaco deve comprendere un numero di consiglieri da eleggere non inferiore ai 2/3, quindi da un minimo di 21 candidati ad un massimo di 32.

La lista per concorrere all’assegnazione dei seggi deve superare lo sbarramento del 5% (qualora non dovesse raggiungerlo saranno comunque considerati validi i voti per il candidato sindaco collegato, in base all’effetto trascinamento).

Ne consegue che anche la lista “meno corposa” quantomeno dovrà avere 21 candidati per non essere esclusa e poi dovrà puntare a superare la soglia del 5% per conquistare almeno uno scranno a Palazzo Zanca.

In una competizione come quella che si presenta serviranno candidati di peso e veri e propri rulli compressori in grado di portare avanti la lista.

Non è facile come sembra. Se ad esempio per “riempire” la lista X ti affidi alla tua famiglia numerosa, al circolo del bar sotto casa, al gruppo whatsapp del calcetto, puoi anche arrivare a quota 21 candidati al Consiglio ma il rischio è che i voti siano sempre gli stessi e i candidati se li “ruberanno” tra di loro.

Annunciare liste a raffica non equivale a farle ed a farle competitive.

Certo, quei voti andranno comunque al sindaco e saranno determinanti ma sotto il profilo dell’immagine se annunci una montagna e partorisci un topolino non è una gran figura. Tesi questa che vale soprattutto per chi, al cospetto del candidato sindaco, millanta liste caterpillar…

Chiudere una lista e chiuderla bene, in modo competitivo, non sarà semplice e assisteremo a “guerre” casa per casa, liti familiari, amicizie in frantumi, genitori che diseredano i figli, oppure a improvvise riappacificazioni.

Il centro-destra sul fronte dei numeri delle liste è avvantaggiato, sull’esempio di quanto accaduto con le Regionali di novembre (ma anche alle Politiche) e, se come sembra, si punta ad un’esperienza mista, con meno simboli di partiti e più civismo, può guardare a quota otto se non nove.

Ed è alle liste, mentre il dibattito sembra guardare ai candidati, che in realtà da giorni stanno lavorando nella coalizione di centro-destra proprio perché non basta ammucchiare nomi se manca la competitività.

Se non si lavora al contenuto delle liste si rischia di fare come il cane che abbaia da dietro una siepe e terrorizza i passanti, ma appena lo vedi scopri che è un chihuahua.

Rosaria Brancato

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