La decisione della Corte dei Conti sul Comune di Milazzo

La decisione della Corte dei Conti sul Comune di Milazzo

Serena Sframeli

La decisione della Corte dei Conti sul Comune di Milazzo

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martedì 08 Gennaio 2013 - 19:02

Il Comune non può accedere alla legge Salva Comuni. Oggi al municipio si insedia Margherita Catalano, nominata commissario ad acta per dichiarare il dissesto finanziario e gli atti consequenziali

E’ stata depositata in segreteria la decisione sul Comune di Milazzo delle Sezioni Riunite delle Autonomie della Corte dei Conti presieduta in adunanza plenaria da Luigi Giampaolino.

Nelle 12 pagine complessive, la Corte dei Conti, dopo aver analizzato dettagliatamente la fattispecie relativa all’applicabilità delle disposizioni di cui all’art. 243 bis comma 1 del Testo Unico degli Enti Locali, in relazione alle fasi procedurali conducenti al dissesto, al punto 2 ha così deliberato:

“La presentazione della deliberazione di ricorso alla procedura di riequilibrio sospende la procedura di dissesto guidato, salvo che, alla data di presentazione della deliberazione stessa la Sezione regionale di controllo abbia già adottato la delibera di accertamento del perdurare dell’inadempimento da parte dell’ente locale delle misure correttive e della sussistenza delle condizioni di cui all’art. 244 del Testo Unico degli Enti Locali”.

Il Comune di Milazzo si trova in tali condizioni ”dalla data del 14 novembre 2012 e pertanto, alla luce di questa deliberazione, è escluso dalla possibilità di accedere alla legge cosiddetta “Salva-Comuni”.

Già oggi quindi al Comune dovrebbe insediarsi Margherita Catalano, nominata dal prefetto commissario ad acta con la delega di dichiarare lo stato di dissesto finanziario e i successivi atti consequenziali.

Un commento

  1. Salvatore Vernaci 9 Gennaio 2013 16:01

    Milazzo, a mio parere non è da dissesto, perché ha delle potenzialità tali e dei diritti che ancora devono trovare piena soddisfazione in azioni giudiziarie finalizzate all’azione di risarcimento per danno ambientale provocato dalla Raffineria.. Non vorrei che i Milazzesi dovranno recriminare come hanno fatto i Tarantini e gli Alessandrini. Dopo che al Comune di Taranto fu dichiarato il dissesto dal Commissario Prefettizio, a fronte delle ricadute negative per I Cittadini, le forze Politiche, sociali, sindacali, imprenditoriali della Città si chiesero se il dissesto poteva essere evitato e se il Commissario avesse fatto di tutto per evitarlo. Quasi tutti hanno convenuto che la dichiarazione di dissesto poteva essere benissimo evitata, ritenendo che sussistevano in Città le condizioni per dare attuazione al piano di risanamento attraverso la contrazione della spesa, un’attenta ed efficace politica di entrate ed alienazione del cospicuo patrimonio comunale. Notizie di Stampa riportarono per Alessandria: “Il chiassoso no alla morte di Alessandria: in migliaia per le vie del centro” Lacrime di coccodrillo dei Politici Alessandrini: “Ma Lei e la Sua maggioranza avete preferito, per chiare ragioni propagandistiche, per gettare ulteriore discredito sulla precedente Amministrazione, proclamare lo stato di dissesto senza renderVi conto delle conseguenze gravi che ne sarebbero derivate, non a chi guidava la precedente Amministrazione, ma alla Città intera. Lamentarsi ora, non serve a nulla”
    Se il dissesto è stato caldeggiato, pensando di fare piazza pulita degli ex Amministratori,si rivelerà un boomerang, perché è ormai assodato che gli Amministratori che dichiarano il dissesto saranno additati dai cittadini come coloro che non hanno fatto nulla, non hanno mosso un dito per evitare il fallimento. Si possono perseguire gli autori dell’eventuale cattiva gestione amministrativa, che hanno, con dolo e colpa grave, “distrutto” il Comune , senza, per questo, fare di tutto per evitare il dissesto. Con la separazione dei poteri tra gli Organi istituzionali e gli Organi burocratici (D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267) quelli che avranno più da temere da un eventuale dissesto, dal punto di vista delle responsabilità, sono i Dirigenti, perché gli ex Amministratori, a meno che non abbiano agito con dolo o colpa grave, hanno poco da temere. Comunque ancora l’ultima parola non è detta , perché ci potrebbero essere dei ricorsi inerenti la competenza alla nomina del Commissario ad acta da parte del Prefetto, per la dichiarazione di dissesto. La Sicilia è una Regione a Statuto Speciale, che ha competenza esclusiva sugli Enti locali. Il Prefetto può nominare Commissari ad acta sulle materie attribuite ai Sindaci, quali Ufficiali di Governo, cioè stato civile, anagrafe, elettorale… ecc…In questo caso è stato il Prefetto a nominare un Commissario ad acta per l’adozione di un provvedimento del Consiglio comunale, per il quale la competenza sostitutiva non era sua, bensì dall’Assessorato Regionale alle Autonomie locali. Il provvedimento ldi nomina della dott.ssa Catalano potrebbe essere illegittimo. E poi le Prefetture in Sicilia non sono incostituzionali?… A Crocetta la domanda…,all’Assemblea regionale la risposta…, ricordando che lo Statuto di Autonomia Speciale della Regione Siciliana, approvato il 15 maggio 1946 e successivamente “coordinato” con la costituenda Costituzione italiana, prescrive che il rappresentante dello Stato in Sicilia e responsabile dell’ordine pubblico nell’Isola è il Presidente della Regione.

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