Via al taglio del primo nastro: Taomoda ha inizio

Via al taglio del primo nastro: Taomoda ha inizio

Emanuela Giorgianni

Via al taglio del primo nastro: Taomoda ha inizio

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domenica 14 Luglio 2019 - 08:13

La Taomoda Week ha inizio il 13 luglio con la mostra “Contemporary Art Fashion Design” a Palazzo Ciampoli, dove Paola Cacianti insieme a Rita Airaghi direttore generale Gianfranco Ferrè e il fashion designer Gianni Cinti hanno presentato il volume “Dior par Gianfranco Ferrè”. A seguire, la mostra “La tradizione sartoriale, eccellenza del made in Italy”, con Vittorio Lemmi, nella terrazza dell’Excelsior Palace.

Il primo nastro è stato tagliato al Taomoda.

Una mostra unica, divisa in quattro sezioni ricche di arte, design e tanta cultura, è la mostra “Contemporary Art Fashion Design”, inaugurata il 13 luglio a Palazzo Ciampoli e aperta al pubblico fino al 20 luglio.

E, in occasione dell’avvio della settimana della moda taorminese, la giornalista Rai Paola Cacianti, moderatrice di tutto l’evento, ha presentato insieme al direttore generale Gianfranco Ferrè Rita Airaghi e al fashion designer Gianni Cinti il volume “Dior par Gianfranco Ferrè”.

Grazie alle loro testimonianze, si è parlato del genio di questi due grandissimi stilisti, di alta moda, ma anche di passione, creatività e dell’importanza di avere dei maestri.

Gianfranco Ferrè è stato il primo direttore creativo straniero della maison Dior, e il volume “Dior par Gianfranco Ferrè”, come spiegano Rita Airaghi e Gianni Cinti, è il quarto volume di una serie di libri dedicati ai direttori creativi della maison, di cui Ferrè fu, appunto, il quarto. Per mezzo di fotografie, articoli di giornale e parole, mostrate al pubblico durante la conferenza, si articola un dialogo immaginario tra i due, delineandone le caratteristiche peculiari, il gusto e il taglio specifico.

“Gianfranco Ferrè fu in grado di costruire un mondo, cambiare il modo di vedere le cose, costruirsi un’identità precisa, rispettando la tradizione, ma partendo da essa per guardare sempre al futuro” spiega Cacianti, e il medesimo fu il suo atteggiamento quando si accostò al mondo Dior, per la prima volta nel 1989, con la sua collezione di haute couture nel giardino dell’Hȏtel Salomon; immergendosi nella storia di Dior e nelle sue regole, seppe accostargli il suo di mondo.

“Adesso che viviamo nell’era della globalizzazione può apparire meno stupefacente, ma ai tempi un evento di questo tipo aveva un enorme portata, era il primo direttore straniero, la prima volta che accadeva un evento simile, che solo un uomo come Ferrè, architetto della moda, poteva saper sfruttare a tal punto prestigiosamente” riflette Rita Airaghi.

Ad accomunarli era la capacità di narrare, di raccontare con la moda una storia, “Gianfranco Ferrè, al quale devo la possibilità di aver cambiato la mia vita, offrendomi di lavorare per lui, è l’emblema del made in Italy, ha fatto la differenza per il legame costante dei suoi disegni ad un’idea, attento ad ogni dettaglio e al suo valore e agì così per Dior, realizzandone una vera e propria programmazione metodologica” racconta Gianni Cinti.

Ferrè, e anche in questo si accomunava a Dior, amava molto utilizzare i tessuti maschili, come quelli lanieri, o il principe di Galles, per i capi femminili, donando loro maggiore eleganza e femminilità. O l’eclatante esempio della camicia bianca, presa dal guardaroba maschile e stravolta, per divenire un mondo complesso, stratificato, in un ironico gioco di volumi e simmetrie. Entrambi, poi, amavano i pois, e a Ferrè spetta il merito di renderli più grandi e definiti, una scelta semplice ma rivoluzionaria, o ancora il suo modo unico di annodare i capi, fiocchi geometrici con linee veramente architettoniche.

“Era un maestro e abbiamo tutti bisogno di maestri” dichiara Cinti e a lui si lega Salvatore Contrafatto, presidente della Compagnia delle Opere Sicilia “necessitiamo principalmente della passione, ma ad accenderla e mantenerla vivida sono i maestri che sembrano mancare sempre di più”.

Il libro ricorda, anche, il particolare modo dei due di reinterpretare l’arte, Dior riesce a leggere Cezanne nel suo vero senso, nel suo valore, come mai nessuno prima e, per Ferrè, avviene lo stesso con le statue di Canova, anticipando un atteggiamento molto in voga tra gli stilisti odierni.

La loro produzione, vera e propria arte, è risultato di un’inarrestabile creatività e genialità e questo vuole dimostrare la mostra “Contemporary Art Fashion Design”, che verrà ospitata per tutta la settimana da Palazzo Ciampoli, grazie a Gabriella Tigano e Vera Greco, rispettivamente nuovo ed ex direttore del Parco Archeologico Naxos, per le quali questo magico palazzo si è finalmente aperto alla moda; “moda è arte, il loro legame è fortissimo” dichiara, infatti, Tigano.

La mostra arricchisce palazzo Ciampoli di diverse installazioni uniche ed ecosostenibili, come il tema del Taomoda richiede. Per esempio, quelle di design a cura di Coga Catania e di Ordine e Fondazione Architetti di Catania, che quest’anno si è superata con il suo usuale bando, chiedendo ai partecipanti, in onore dei vent’anni di Taomoda, di progettare il prossimo Tao Award, come precisa Veronica Leone. I 5 lavori migliori sono esposti alla mostra, uno dei quali verrà valutato, da una giuria competente, vincitore.

Le creazioni di Suprema, Ellementi, Pescepazzo, Belle Vie, Salvatore Cusimano; in particolare Ara Lumiere con i suoi copricapi cuciti da tante donne indiane sfigurate dall’acido, che con questa nuova attività e la possibilità che Ara Lumiere ha loro fornito, hanno ritrovato un senso ad una vita che non volevano vivere più.

L’allestimento di Ivana Laura Sorge, vincitrice del Tao Awards Talent Design 2015; le opere pittoriche di Francesco Palmieri; la mostra fotografica coniugata al brand Suprema dell’artista Arturo Delle Donne, che ha ispirato l’attività dell’accademia Menea con il suo body painting sulle modelle. Le due installazioni viventi rappresentano, infatti, il futuro; “dobbiamo guardare al futuro rispettando il passato” chiarisce la direttrice Saccone.

A dar voce alle nuove tendenze sono i look originali e personali realizzati dai sette talentuosi designer del terzo anno del corso Fashion Design dell’Istituto Marangoni Milano: Ottavia Molinari, Pietro Fadda, Tang Qiying, Francesca Vinelli, Maria Lucci, Sarah Dias Oliveira e Zhenni Kuang.

Altri sei saranno presenti durante tutta la manifestazione, avendo l’opportunità di crescere, di assaporare quello che sarà il loro futuro e farsi protagonisti di questo grande evento patrocinato dalla Camera Nazionale della Moda italiana e Camera Buyer Italia, che raggruppa i “best shop”, tra cui Parisi proprio a Taormina.

Infine, in esclusiva, l’installazione “You are never too small” dell’artista cinese Chen Li, realizzata per Xerjoff, ispirata alle parole di Greta Thunberg.

Al termine dell’evento ci si sposta nella terrazza dell’Excelsior Palace per tagliare un altro nastro, quello della mostra “La tradizione sartoriale, eccellenza del made in Italy”, accompagnata da un abbondante aperitivo. Qui, Vittorio Lemmi racconta sette decenni di moda sartoriale, riproducendo per ogni decennio un modello preciso di capo, un viaggio dagli anni 50 fino ad oggi.

“È difficile difendere il mondo sartoriale nell’epoca del pronto fatto, dell’alta moda, ma questo diventa oggi un valore aggiunto, i ragazzi se ne sono allontanati perché non lo conoscono, ma possono essere un grande capitale umano. Di recente, però, si sta sviluppando una controtendenza, c’è un grande fascino e una forte voglia di avvicinarsi al passato, di ricercare le origini dell’alta moda e per farlo è necessario conoscere questo mondo” dialogano Lemmi e Saccone.

Insomma, un grande inizio e pieno di sorprese. È stato, infatti, rivelato un altro nome insignito del Tao Award, dopo quelli resi noti in conferenza stampa, il Tao Award Excellence 2019 va a Brunello Cucinelli, che del capitale umano ne ha fatto una grande risorsa.

Il prossimo appuntamento è a lunedì con un incontro, tutto destinato a 120 giovani delle università, su “Formazione, innovazione, sostenibilità”, per fornir loro, come dichiara la direttrice: “una flebo di positività”.


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