Via Don Blasco allagata: "Ecco cos'è successo". Il tratto Santa Cecilia pronto entro febbraio

Via Don Blasco allagata: “Ecco cos’è successo”. Il tratto Santa Cecilia pronto entro febbraio

Giuseppe Fontana

Via Don Blasco allagata: “Ecco cos’è successo”. Il tratto Santa Cecilia pronto entro febbraio

martedì 11 Febbraio 2025 - 14:34

L'ingegnere Rizzo, direttore dei lavori, ha spiegato in commissione: "La rete è collaudata e funziona. Il problema? Un impianto di sollevamento Amam"

MESSINA – L’allagamento della via Don Blasco di domenica 2 febbraio, come richiesto inizialmente da Libero Gioveni e dal suo gruppo, Fratelli d’Italia, trovando poi il supporto unanime di tutti i consiglieri partecipanti, è “approdato” in commissione viabilità. Il presidente Salvatore Papa ha, infatti, convocato una seduta con l’ingegnere Antonio Rizzo, direttore dei lavori, per capire quali siano le criticità della strada. Ed è emerso che il problema è stato non tanto il drenaggio dell’acqua ma uno degli impianti di sollevamento Amam, quello di via Vittorio Veneto, che andrà sistemato dall’azienda, che ha in programma di controllarli tutti.

Andando con ordine, Gioveni in premessa ha ricordato quanto successo due domeniche fa e ha sottolineato che “non si vuole alludere a nulla, perché conosciamo la competenza dell’ingegnere Rizzo che si rapporta spesso al Consiglio per spiegare via via i vari passaggi del suo lavoro, come fatto anche sulla via Don Blasco. Gradiremmo anche sapere le tempistiche del completamento, oltre a capire cos’è successo con l’allagamento”.

Via Don Blasco, il problema a una pompa di sollevamento Amam

L’ingegnere Antonio Rizzo, direttore dei lavori, ha quindi risposto: “Siamo abituati a vedere sui social immagini e informazioni di ogni tipo e ognuno diventa arbitro e giudice di queste situazioni. È giusto fare chiarezza. Intanto vi voglio dire che nel progetto di via Don Blasco, nel tratto di Maregrosso, la rete realizzata è quella delle acque bianche. Non ci sono stati interventi sulla fognatura di ogni tipo. Si è progettata una condotta centrale da 630 millimetri con dei collegamenti trasversali da 250 millimetri: la rete ha quindi questa dorsale principale e afflussi laterali, solo per acque bianche meteoriche. Questa condotta finisce in via San Cosimo in una condotta mista, di acque bianche e nere. Questo scarico finisce al mare sotto la ferrovia e per fortuna è molto alto, oltre 4 metri, quindi anche se ci sono mareggiate non ci sono problemi di insabbiamento. San Cosimo funziona benissimo, è la storia del nostro acquedotto e funziona perfettamente. Ma cosa succede? Che in corrispondenza del tratto dell’Atm, in via Vittorio Veneto, c’è uno degli impianti di sollevamento dell’Amam. L’acqua per gravità arriva in via Santa Cecilia e poi viene pompata su via La Farina sulla rete Cassina e attraverso sistemi di pompaggio passa da varie stazioni, tra cui questa sotto l’Atm. Ogni stazione fa un ripompaggio del materiale per portare tutto al depuratore di Mili. Quella domenica avevamo un codice di allerta arancione per temporali improvvisi. E c’è stato quel temporale improvviso di cui abbiamo visto gli effetti nei villaggi, come a Zafferia”.

Rizzo: “In 3 ore ha piovuto il quantitativo di un mese”

“Quel giorno – ha continuato – nelle 3 ore di massimo picco di precipitazione ha piovuto il quantitativo di un mese. La nostra rete, che è stata ovviamente collaudata, funziona. Ma aggiungo anche che questo asfalto è drenante, quindi tutta l’acqua che cade viene raccolta lateralmente attraverso le caditoie ed entra nelle tubazioni. Quando non basta più, questa parte laterale di 5 centimetri entra da sopra, regolarmente. Il funzionamento è questo. Ci sono state due auto che sono rimaste con l’acqua alta, ma bisognava ovviamente cambiare strada e non passare. Abbiamo le foto. In pochi minuti si è svuotato tutto e infatti non si è intasato nulla, non abbiamo dovuto mandare macchinari per toglierla. Quello testimoniato dalle foto è stato un picco e sta anche al guidatore avere la prudenza di fermarsi e non entrare in una situazione pericolosa. Anche l’anno scorso è successo, non abbiamo avuto nessun tipo di problema”.

Amam interverrà sugli impianti di sollevamento dell’acqua

Rizzo ha poi completato il discorso: “Il sindaco ha poi convocato una riunione il giorno dopo con l’ingegnere Amato, il vicesindaco Mondello, l’Amam, gli uffici. L’Amam ha preso l’impegno di risolvere il problema. Serve una manutenzione particolare degli impianti e si risolverà all’origine. Hanno garantito al vicesindaco la pronta esecuzione di questi lavori per la messa in sicurezza del problema che può causare il picco, per evitare anche quell’acqua alta che si vede nelle foto. Amam ha un suo programma di efficientamento degli impianti di sollevamento per garantire la funzionalità massima”.

In sintesi, quindi, il problema non è stata la via Don Blasco ma l’impianto di pompaggio in via Vittorio Veneto, che sarà sistemato per funzionare in maniera corretta e “spingere” l’acqua verso Mili in maniera migliore. I consiglieri Gioveni, La Fauci e Schepis hanno poi posto delle domande e si sono chiesti se sia il caso di inserire griglie nella parte centrale per evitare quel picco, perché via Don Blasco si allaga e via La Farina nello stesso tratto dell’Atm no, e infine se in funzione dei continui mutamenti meteorologici si possa prevedere la chiusura di alcuni tratti di strada in condizioni così complicate.

Rizzo, che sulla prima domanda ha spiegato la questione delle pompe, ha poi aggiunto che via La Farina è a monte e che “via Don Blasco prende tutte le perpendicolari, soprattutto via Vittorio Veneto, con l’acqua a scendere per tutta la superficie. Come se fosse un imbuto che raccoglie tutta l’acqua che c’è, posto che lì ci sono sia acque bianche sia acque nere. Sistemate le pompe, come farà Amam, non ci sarà il problema. Lì l’impianto non funziona nella maniera corretta e questo ha influito. Tra l’altro ho notato in quelle immagini dall’alto che parte dell’acqua fuoriusciva proprio dal cancello dell’Amam, dove ci sono delle vasche che hanno subito gli effetti del picco. L’Amam sta risolvendo”. E sulle allerte ha sottolineato come ci si stia attivando anche per sensibilizzare la popolazione, tanto che domani pomeriggio (12 febbraio) sarà di nuovo a Zafferia con la Protezione civile per la prova delle sirene e per spiegare alla popolazione la differenza dei suoni e cosa fare.

Infine le tempistiche: “Santa Cecilia completo entro febbraio”

Infine le tempistiche di via Don Blasco. Si sta lavorando sul tratto di via Santa Cecilia e l’ingegnere Rizzo ha spiegato che “abbiamo in programma di completarlo a fine febbraio. Intanto si stanno preparando i lavori propedeutici per il ponte Portalegni. Quando apriremo Santa Cecilia chiuderemo lì per lavorare. Su Santa Cecilia però ci tengo a spiegare che è stata creata anche una vasca di 100 metri cubi, visto che abbiamo dovuto scavare per scendere ulteriormente sotto il ponte, e ci saranno sei pompe sequenziali con un gruppo elettrogeno a supporto che raccoglieranno l’acqua e la spingeranno. Lì è stato creato un sistema di semafori, uno di telecamere, è stato pensato a tutto”.

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4 commenti

  1. francesco garreffa 11 Febbraio 2025 16:15

    ma cosa si aspettavano? Con quel lavoro si allagherà ogni volta che piove….

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  2. Giovanni Rotondo 11 Febbraio 2025 18:34

    Altro che sollevamento dell’acqua dovrebbero sollevare alcuni personaggi all’Amam

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  3. la colpa e sempre degli altri o di quelli di prima….VERGOGNARSI mai….BUDDACILANDIA.

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  4. Nel servizio su Tempostretto dell’ undici Settembre del 2024 ,che ci rimanda al primo allagamento ,l’ ingegnere Rizzo rimandava all’ Amam opportune verifiche…..in 5 mesi cosa è stato fatto per evitare il ripetersi dell’ allagamento?????NULLA ,VERIFICHE ZERO visto quello che è risucesso……nel prossimo tratto è stato pensato tutto🤔….ad oggi per quel ho visto e vedo vi credo 🤥🙄😖

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