I retroscena dell'inchiesta: tutti gli indagati e i progetti finiti nel mirino

I retroscena dell’inchiesta: tutti gli indagati e i progetti finiti nel mirino

Alessandra Serio

I retroscena dell’inchiesta: tutti gli indagati e i progetti finiti nel mirino

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martedì 03 Dicembre 2013 - 13:45

Dall'inchiesta emerge la complicità degli uffici comunali nelle speculazioni a Sperone e Torre Faro per "aggirare" le leggi di tutela ambientale come le Zps. E spunta anche un "uccellino", l'ex dirigente Tignino

Parte da lontano l'inchiesta che ha portato ai 4 arresti operati stamane dalla Polizia Giudiziaria della Polizia. E conta altri sette indagati. Oltre a Biagio Restuccia, sospeso dalle funzioni, la Procura aveva chiesto la sospensione delle funzioni per altri due indagati. Richiesta poi revocata, perché nel frattempo entrambi hanno lasciato di uffici che occupavano. Gli altri indagati sono Luca D'Amico, Luigi Ristagno, Vincenzo Pinnizzotto, Placido Accola, Salvatore Bonaccorso, Antonino Scimone e Massimo Fulci. I tecnici sono coinvolti come componenti della Commissione per la verifica della valutazione di incidenza del Comune di Messina, il così detto parere Via. L'architetto Massimo Fulci viene avvisato " ai soli fini della contestazione" come progettista dei lavoro di uno dei progetti, quindi come provato determinatore. Le accuse, cristallizzate in 8 ipotesi di reato, sono basate su un ampio numero di intercettazioni e un lungo elenco di verbali di commissione, in pratica tutta la documentazione relativa all'iter dei progetti. I progetti nel mirino sono quelli della Hurba Housing a Sperone, della Emmegi srl a Sant'Agata, il piano di lottizzazione di Torre Faro e Timpazzi. Ancora, una piscina di una villetta a contrada Guarnacci di Casablanca, un progetto della società Fedra.

La genesi del procedimento e dei "fascicoli" rende ben conto dei retroscena dell'inchiesta, che parte dalla mappatura realizzata a suo tempo dalla Procura sui progetti edilizi varati all'ombra del Piano regolatore generale del 2003. In particolare i casi affidati al Todaro riguardano la violazione delle Zps, le zone a protezione speciale. Tra queste l'area dello Stretto appunto. Da un fascicolo contro ignoti che mirava a vagliare le denunce degli ambientalisti, l'inchiesta fu suddivisa in diversi tronconi relativi alle varie lottizzazioni e alle diverse "zone rosse". Come il torrente Trapani, dove già due progetti sono andati al vaglio del giudice. In questo caso nel 2012 la procura ascoltó Saverio Tignino, ex componente della
Commissione. Fu Tignino a raccontare che nella nuova commissione furono sdoganate le Via ad alcuni progetti che avevano un pesante impatto ambientale. Il dirigente raccontó che due componenti della Commissione "caldeggiavano" alle
Imprese che richiedevano il parere, la consulenza della figlia di Curcio. Tignino ha indicato anche alcuni progetti che andarono speditissimi: quello della SAMM sul torrente Trapani, 7 corpi di fabbrica, poi quelli della Ditta D'Andrea e della Ditta Castellano.

Alessandra Serio

2 commenti

  1. e poi ci lamentiamo del kaimano di arcore.

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  2. difeso da WWF e MAN …. in una botte di ferro!!!

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