“Da Genova a Messina, le differenze di un'Italia flagellata”: Merlo racconta i pregiudizi di chi ci guarda dall’alto dello stivale, ma viene equivocato

“Da Genova a Messina, le differenze di un’Italia flagellata”: Merlo racconta i pregiudizi di chi ci guarda dall’alto dello stivale, ma viene equivocato

Danila La Torre

“Da Genova a Messina, le differenze di un’Italia flagellata”: Merlo racconta i pregiudizi di chi ci guarda dall’alto dello stivale, ma viene equivocato

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lunedì 28 Novembre 2011 - 13:00

Sui social network si susseguono le reazioni , le risposte e gli attacchi al giornalista di Repubblica, che in un video pubblicato sul sito on line del famoso quotidiano mette a confronto le due alluvioni ed il modo in cui sono state percepite dall'opinione pubblica, spesso incline a giudicare in base a stereotipi consolidati senza reale cognizione dei fatti.Per non incorrere nello stesso errore dei nostri connazionali del nord ed evitare di cadere nella facile tentazione di intervenire nelle questioni pervasi da stupidi pregiudizi, vi proponiamo il video integrale pubblicato da Merlo su Repubblica.it , da ascoltare attentamente e sino alla fine

«La furia della natura distrugge sviluppo e sottosviluppo: gli edifici abusivi del meridione e la bellezza delle città storiche». Parla così Francesco Merlo nel video pubblicato sul quotidiano on line “La Repubblica” (VEDI ALLEGATO) all’indomani dell’ alluvione che ha colpito il territorio messinese e flagellato i comuni di Saponara e Barcellona Pozzo di Gotto. Parole dure, inaccettabili che per molti hanno rappresentato ed ancora oggi rappresentano una pugnalata al cuore, in un momento in cui il cuore continua a sanguinare per un dolore che non trova giustificazione. Parole che hanno fatto il giro dei social network ed hanno provocato la reazione sdegnata, incazzata ed orgogliosa di tanti messinesi e siciliani che non si arrendono all’idea di sapere che, per chi osserva da fuori – come nel caso del giornalista de “La Repubblica”, siciliano d’origine ma emigrato al Nord – nei nostri territori ,devastati dalla furia della natura tanto quanto quelli che sorgono ad altre latitudini, ci sia solo «un’accozzaglia di laterizi» , mentre altrove prevale la «bellezza di città storicamente costruite per piacere».

Chi scrive ha trovato inopportune e prive di sensibilità le parole pronunciate da Francesco Merlo in quel video, ma si è dovuta ricredere dopo una visione ed un ascolto più attenti. Il racconto di Merlo si snoda attraverso parole che sono il frutto di un pensiero diffuso e superficiale, che tuttavia non appartiene all’autore ma a molti, moltissimi italiani che ci guardano dall’alto dello stivale, con supponenza e senso di superiorità.

Nella sequenza di scatti e riflessioni a voce alta, Merlo mette a confronto le tragedie di Genova da una parte e Saponara e Barcellona Pozzo di Gotto dall’altra: le immagini di distruzione e devastazione sono uguali ed è difficile scorgere le differenze. Eppure, le due alluvioni sono distanti , non solo geograficamente ma soprattutto nel modo in cui l’opinione pubblica, certa opinione pubblica, le ha percepite e giudicate affidandosi probabilmente, come lo stesso Merlo ipotizza negli ultimi 3 secondi del video, ad un pregiudizio più che ad un giudizio.

Per non incorrere nello stesso errore dei nostri connazionali del nord ed evitare di cadere nella facile tentazione di intervenire nelle questioni pervasi da stupidi pregiudizi, vi proponiamo il video di Francesco Merlo e ci permettiamo di darvi un consiglio: non vi fermate alle apparenze ed ascoltate attentamente e sino in fondo.(Danila La Torre)

IL VIDEO E’TRATTO DA REPUBBLICA.IT

8 commenti

  1. Merlo è conosciuto per essere un giornalista, spesso, fuori dai canonici stereotipi che “l’albo” impone… In questo caso in particolare, ha volontariamente innescato dubbi e critiche, provando poi a recuperare alla fine del video. Nel mio piccolo ho scritto anch’io a Merlo (non ottenendo risposta tra l’altro), perché la tematica razzista del pregiudizio – o giudizio – che espone in chiusura, ha come oggetto la solidarietà, non il dramma o meglio i luoghi del dramma. Quindi se voleva semplicemente provocare, lo ha fatto male (o bene, dipende dai punti di vista).

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  2. Ma se il giornalista commenta delle immagini in questo modo: «La furia della natura distrugge sviluppo e sottosviluppo: gli edifici abusivi del meridione e la bellezza delle città storiche», a mio parere, la “provocazione” di Merlo è quanto meno “confusa” perchè da una parte conferma l’idea dei nordisti (cattivi)che qui tutto è abusivo e dall’altra, quasi per farsi perdonare, parli della tematica razzista del giudizio o pregiudizio. Francamente non mi sembra un buon servizio alla sua terra.

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  3. Credo che tra le qualità di un buon giornalista ci debbano essere principalmente la concisione,la chiarezza e il coraggio.
    L’unico risultato che ha ottenuto con questo suo videoservizio da nouvelle vague giornalistico è stato: che il 99% dei “Nordisti” lo ha applaudito e solo l’1% lo ha capito!!Di contro
    il 99% dei “Sudisti” si è incazzato e solo l’1% lo ha capito.Di sicuro si è garantito un futuro come giornalista della Settimana Enigmistica.

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  4. …il problema è che Merlo a volte è un po’ criptico e più che scrivere come un giornalista “medio” vuol fare lo sciascia o il consolo della situazione senza averne i mezzi e il pubblico…ma è successo anche che, per un cortocircuito mediatico del quale è difficile stabilire le cause e valutare gli effetti, tutti coloro i quali sono intervenuti, a vario titolo, sul caso-alluvioni, non hanno chiesto conto dell’accaduto ai veri responsabili dei misfatti e delle omissioni che hanno portato alle vittime e ai danni del maltempo. sì, proprio quella classe dirigente che aveva dimenticato giampilieri e s’è trovata di fronte a barcellona e saponara senza battere ciglio. certo, poi Merlo ha pagato per tutti quale esponente della Casta e senza nemmeno essere un politico: questo il cortocircuito, ed è strano anche pensare che questo è ormai lo stato dell’arte, una popolazione inerme di fronte non solo a una crisi economica terribile ma anche alle intemperie benché gravi, e una classe dirigente sempre più al riparo da tutto. Fossi in Merlo, mi chiederei dove andremo a finire…complimenti a Danila – per il coraggio e la lucidità.

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  5. esattamente!

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  6. esattamente!

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  7. ben detto.

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  8. questa di danila la torre è solo una interpretazione, che ha lo stesso valore della mia o di quella di tantissimo altri che la vediamo in modo opposto. anch’io ho scritto a zucconi, il direttore, naturalmente senza risposta. tanti hanno scritto. quello che mi sarei aspettato era un chiarimento da parte di merlo, una spiegazione sull’equivoco. ma ovviamente ilk silenzio significa solo una cosa. voleva farsi un pò di pubblicità e ci è riuscito. il che diminuisce ulteriormente la stima ed il rispetto per il cosidetto giornalista. chi poi lo difende, facendo il suo stesso lavoro e scrivendo (anche su tempostretto) senza chiedere conto al merlo, beh, non fa un buon servizio.

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