Vie dei Tesori 2024, tre weekend per scoprire la bellezza di Messina

Vie dei Tesori 2024, tre weekend per scoprire la bellezza di Messina

Redazione

Vie dei Tesori 2024, tre weekend per scoprire la bellezza di Messina

martedì 10 Settembre 2024 - 13:37

Tutti i luoghi visitabili dal 14 al 29 settembre con le visite guidate del festival. Passeggiate ed esperienze anche fuori città

MESSINA – Torna a Messina Le Vie dei Tesori, il programma di aperture straordinarie di luoghi di interesse architettonico e culturale che svela in particolare siti solitamente inaccessibili.

Dal 14 al 29 settembre, per tre fine settimana il festival mira a confermare i numeri in crescita, soprattutto a Messina. La città dello Stretto è una delle prime ad aver aderito alla manifestazione, nata a Palermo 18 anni fa, sbarcata anche fuori dalla Sicilia e che registra numeri importanti: nel 2023 le presenze sono state 250 mila presenze in 17 città, con una ricaduta economica sul territorio che ha superato i sette milioni e seicentomila euro. Messina ha sfiorato i 5500 visitatori con una ricaduta di oltre 220 mila euro.

“Un’occasione – ha dichiarato la prefetta Cosima Di Stani – per le nuove generazioni di approfondire, prima di tutto, la storia della propria terra e, quindi, di appassionarsi nel condividere questa esperienza con i turisti e la cittadinanza. Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, valorizzare il patrimonio artistico non è solo un dovere verso la nostra storia e il nostro futuro, ma ha anche ricadute economiche e tangibili benefici sociali per l’intero Paese”. Il sindaco Federico Basile ha sottolineato “l’unicità di luoghi ed esperienze che ricorderanno in tanti, e che diventano straordinarie per la competenza dei “narratori” che si incontrano”.

Saranno visitabili le collezioni universitarie e apriranno siti storici della città, come ricorda il funzionario della Soprintendenza Luigi Giacobbe. “È un momento in cui le istituzioni si avvicinano alla città – dice la rettrice Giovanna Spatari – e hanno l’opportunità di svelare patrimoni nascosti con la voce dei nostri studenti. Sono stata felicissima di aprire alle visite la stanza del rettore”.

Da quel 2006 Le Vie dei Tesori ha aumentato i suoi visitatori anno dopo anno, si è allargata a tutta l’Isola – una tra le primissime città siciliane ad aderire al festival fu proprio Messina -, ha raggiunto numeri importanti e ha dovuto fare i conti con la pandemia, ma è stata tra le pochissime realtà italiane a non fermarsi mai, ridisegnando ciascuna visita. Ed ha proseguito la sua corsa. Nel 2023 il festival ha raggiunto le 250 mila presenze in 17 città, con una ricaduta economica sul territorio che ha superato i sette milioni e seicentomila euro. Messina ha sfiorato i 5500 visitatori con una ricaduta di oltre 220 mila euro.

“La bellezza non è un accessorio ma una leva di identità per conoscersi e per capire dove ci si trova – interviene Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – I luoghi diventano un museo diffuso che viene visitato in maniera trasversale, senza che il visitatore si chieda a chi appartengano. Ognuno può scegliere la sua chiave tematica personale. È il primo passo verso un unico museo diffuso”.

Dopo aver ammirato i Borghi dei Tesori a maggio scorso, in questa prima tranche del 2024 Le Vie dei Tesori apre luoghi e propone esperienze in dieci città (con Messina, anche Trapani, Mazara e Alcamo, Bagheria, Termini Imerese, Corleone, Caltanissetta, Enna e la new entry Leonforte); dal 5 al 20 ottobre partiranno le altre sei città (Carini, Marsala, Sciacca, Ragusa, Scicli e Noto); Palermo e Catania occuperanno come sempre tutto il mese di ottobre.

Un festival che costruisce reti: a Messina, come nelle altre città, con Unicredit – ha partecipato alla presentazione Giulia Basile, vicedirettrice commerciale del mercato Messina Cairoli – come main sponsor e l’Usr (Ufficio Scolastico Regionale) che collabora alla formazione degli oltre 500 giovani durante i due mesi di festival. Partecipano l’ Istituto Turistico Antonello, il liceo classico Maurolico, il liceo Ainis, l’Istituto tecnico Minutoli.

Come partecipare

La formula è quella delle passate edizioni e che ha contribuito al successo del Festival: per partecipare basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul sito o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 6 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line sul sito.

Le vie dei tesori a Messina

L’edizione messinese è stato presentato stamane in Prefettura dagli organizzatori del Festival e dai principali partner locali. Il programma, costruito da Marco Grassi, porta alla scoperta della Messina medievale e si spinge fuori porta: si visiteranno Santa Maria Alemanna fatta costruire nel 1220 dai Cavalieri Teutonici, la chiesetta di San Giovanni di Malta dove vi racconteranno la storia di San Placido, patrizio e monaco; il Santuario e il giardino di san Francesco del 1254 con le due statue in argento, il monastero di Santa Maria del Gesù ridotto a ruderi, legato al mistero della tomba di Antonello, mai ritrovata. E il Santuario di Montalto da dove si domina Messina: qui vi racconteranno la leggenda della Dama Bianca e si visiterà il prezioso museo voluto dal parroco.

Al Seicento si legano la secentesca San Paolino, ridotta per far posto alla strada; santa Maria di Portosalvo contesa tra frati e marinai (non dimenticate il crocifisso di Frate Umile); Santa Maria La Nuova, fondata dalla Confraternita dei fruttivendoli. Più moderno, post sisma, il santuario della Madonna del Carmelo dove sarà possibile salire sul campanile e raggiungere la terrazza da dove si abbraccia l’intero Stretto.

Molto attesa come sempre la Prefettura che aprirà saloni normalmente chiusi al pubblico e l’appartamento riservato al capo dello Stato quando è in visita a Messina; la sobria casa museo della poetessa dialettale Maria Costa. Ritorna dopo il debutto dello scorso anno, il Seminario arcivescovile che apre sezioni della Biblioteca Painiana, un’antica raccolta zoologica, ma anche i celebri bozzetti e cartoni di Aristide Sartori per i mosaici del Duomo. L’ottocentesco Teatro Vittorio Emanuele con il soffitto affrescato da Guttuso con la leggenda di Colapesce, il manierista Palazzo del Monte di Pietà progettato da Natale Masuccio con la scenografica scalinata e il loggiato; e il Tempio di Cristo Re ispirato alla Basilica di Superga.

I piccoli musei

Da scoprire le preziose collezioni universitarie, le maioliche Zipelli e i reperti dei Gesuiti; i piccoli musei scientifici: dalla collezione della Fauna con reperti fossili, al Museo della musica popolare dei Peloritani a Gesso, al museo etnografico I Ferri du misteri che custodisce centinaia di utensili della quotidianità contadina; la Galleria d’arte moderna e contemporanea Lucio Barbera con opere di Guttuso, Casorati,
Boetti e sculture di Giò Pomodoro; e la Gamm al Palacultura con opere di Emilio Tadini e Mirò, ma anche Samperi e Fiume.

Le ville

Sono due le ville che riaprono i battenti: la settecentesca Villa Cianciafara sopravvissuta indenne al terremoto, mostra ancora i segni del suo passato da tenuta agricola e gli arredi originali, oltre ai segni di Filippo Cianciara, fotografo cugino dei Piccolo e dei Tomasi: sabato 28 e domenica 29 ospiterà un recital teatral-musicale ispirato alle novelle di Pirandello.

Ritorna anche villa Giovanna, ex sede della Guardia Regia oggi centro olistico Mater Vitae, a Villaggio Pace, dove ci si troverà immersi in un vero giardino tropicale, che degrada verso il mare. Tutte le mattine domenicali, “bagno di suoni” con strumenti arcaici (gong, ciotole “sonore”) in riva allo Stretto, e biobreak.

Tappa a Salice

Fuori porta, affascinanti e valgono sul serio il percorso, oltre alla chiesa e al convento di Itala, ecco le chiese normanno-sveva di Santo Stefano a Salìce, e la chiesa e la pietra che la tradizione lega all’arrivo di san Paolo a Briga Marina.

Le passeggiate a Pezzolo e Gualtieri Sicamino

Le passeggiate proposte da Le Vie dei Tesori in collaborazione con numerose associazioni locali, quest’anno condurranno fuori porta, tra vere e proprie ghost Town: dal reticolo di viuzze, vicoli in pietra e scale che è Pezzolo arrampicata sulle colline; la borgo medievale di Sicaminò, abbandonato negli anni Cinquanta eoggi immerso nella natura che si è riappropriata dei luoghi. A Borgo Schisina che invece è il più grande dei villaggi creati nel 1950 per ripopolare gli ex latifondi: nonostante la grandezza, fece la fine degli altri, abbandonato e dimenticato.

2 commenti

  1. Nel 1950 il villaggio fascista?

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    1. Buongiorno,

      abbiamo corretto, grazie

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