Il Consiglio comunale intitola la Sala Commissioni a Graziella Campagna

Il Consiglio comunale intitola la Sala Commissioni a Graziella Campagna

Rosaria Brancato

Il Consiglio comunale intitola la Sala Commissioni a Graziella Campagna

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mercoledì 08 Luglio 2015 - 22:10

La Sala Commissioni di Palazzo Zanca sarà intitolata a Graziella Campagna, uccisa dalla mafia il 12 dicembre del 1985. Lo ha deciso con un voto unanime il Consiglio comunale. Subito dopo l'approvazione della delibera si è poi consumato lo strappo tra Udc e Pd sull'ordine del giorno sull'ospedale Piemonte.

Il consiglio comunale, all’unanimità dei 17 presenti ha approvato l’intitolazione della Sala commissioni a Graziella Campagna, la diciassettenne uccisa dalla mafia il 12 dicembre del 1985.

Un voto unanime per ribadire, con un gesto concreto, il no ad ogni forma di mafia che finisce con l’assumere i vari volti del silenzio, della connivenza, della complicità e non solo quelli della violenza.

Già la scorsa settimana, in occasione del IV Memorial Graziella Campagna, che si è tenuto a Villafranca, la presidente della commissione regolamenti Mariella Perrone, a nome del Consiglio comunale, aveva annunciato alle autorità presenti ed alla famiglia l’imminente approvazione della delibera. “Non a caso abbiamo scelto la Sala commissioni- ha dichiarato- perché è il luogo dove si esaminano e si prendono decisioni che hanno poi valore per l’intera comunità”.

Il dibattito sul provvedimento era iniziato nella seduta di martedì sera, nel corso della quale era finito “impantanato” in una serie di pregiudiziali, fino alla caduta del numero legale al momento della votazione dell’emendamento presentato da Antonella Russo e che avrebbe consentito di superare gli ostacoli di tipo interpretativo che alcuni consiglieri,come la Pd Simona Contestabile, avevano sollevato in merito alla ricevibilità o meno della delibera. La proposta della Russo che appunto eliminava ogni problema interpretativo indicando chiaramente che sarà intitolata la Sala commissioni, è stata approvata ieri pomeriggio ed ha consentito il via libera alla delibera.

Il sì è quindi arrivato da Franco Mondello, Mario Rizzo, Mariella Perrone, Libero Gioveni (Udc), Daniele Zuccarello, Antonella Russo, Paolo David,Francesco Pagano, Claudio Cardile, Carlo Cantali (liste Pd), Carlo Abbate,Rita La Paglia, Luigi Sorrenti (Dr), Ivana Risitano (Cambiamo Messina dal basso) Giuseppe De Leo (Megafono), Giovanna Crifò (Forza Italia). Si è astenuta, come fa sempre visto il ruolo, la presidente Emilia Barrile.

“Sono orgoglioso di fare parte di un’Aula che in poche settimane ha votato la cittadinanza onoraria per il magistrato Di Matteo e adesso l’intitolazione della Sala commissioni a Graziella Campagna- ha commentato Libero Gioveni- perché questi sono gesti concreti che danno l’impronta di un consiglio che dice no alla mafia”.

L’iter per l’intitolazione è iniziato nell’ottobre dello scorso anno, quando venne presentata la sezione di Messina di Agende Rosse, dedicata a Graziella ed il consigliere comunale Daniele Zuccarello, insieme alla collega Donatella Sindoni decisero di presentare la proposta.

“Ringrazio tutti i colleghi del consiglio che hanno voluto sposare in modo compatto la proposta- ha dichiarato Zuccarello dopo il voto- Dai colleghi dell’Udc che hanno seguito con attenzione l’iter, ad Antonella Russo, ai 30 firmatari della proposta ed a quanti hanno voluto con questo gesto dare una testimonianza concreta per dire no alla mafia. Intitolare un luogo della politica a Graziella Campagna non è un caso, perché è stata vittima di un contesto che nega la mafia, quello stesso contesto che ha visto i fratelli impegnati in 24 anni di battaglie per avere verità e giustizia. La storia di Graziella ci ricorda non solo che la mafia uccide donne e bambini ma che non ha regole, non guarda in faccia a nessuno”.

Ma la “tregua” in Aula è finita subito dopo il voto su Graziella Campagna, quando su richiesta del capogruppo Udc Mario Rizzo è stato chiesto il prelievo dell’ordine del giorno sull’ospedale Piemonte, già fonte nei giorni scorsi dello scontro tra i centristi ed il Pd. Poco prima il consigliere comunale Franco Mondello ha chiesto una serie di chiarimenti al segretario generale Le Donne in merito alla vicenda delle dimissioni di Ferlisi, che è ancora comandante ad interim. Mondello ha chiesto in particolare quali siano le intenzioni della giunta sia sui tempi dell’interim che sui tempi e i modi per la sostituzione. Subito dopo però si è consumato lo strappo definitivo tra Udc e Pd. Per capire quanto accaduto occorre fare un passo indietro, alla presentazione in conferenza stampa della proposta targata Udc di un accorpamento tra Piemonte ed Asp, in alternativa al ddl sul Piemonte-Neurolesi, con la possibilità che l’Irccs venga comunque integrato con i padiglioni del presidio di Viale Europa. Il Pd aveva inizialmente sposato il progetto, tenendo anche conto che Rinaldi llo scorso anno ha presentato un’interrogazione simile. Strada facendo nelle scorse settimane i dem hanno tirato il freno a mano ed in Aula hanno fatto “melina” chiedendo un rinvio della discussione di 7 giorni, appena il tempo di invitare l’assessore Borsellino a Palazzo Zanca. Di quell’invito non se ne è saputo più nulla, è servito solo a far allungare i tempi e 20 giorni dopo nel frattempo la Borsellino si è pure dimessa.

La frattura tra centristi e Pd che fino a pochi mesi fa filavano d’amore e d’accordo ed erano riusciti a garantire una maggioranza in Aula ad Accorinti, (insieme ai Dr) si è fatta via via più profonda ed il caso Piemonte è diventato la cartina di tornasole.

Anche in questa seduta non sono mancate le frecciate, con Mondello e Rizzo che hanno ribadito: “Basta rinviare il voto sull’ordine del giorno. Chi vuole bocciarlo lo faccia apertamente, non servono i se ed i ma. Rinviare ulteriormente equivale ad ammazzare la democrazia. Ricordiamo a tutti che Messina è scesa in piazza raramente ma per l’ospedale Piemonte l’ha fatto e non possiamo rassegnarci ad accettare decisioni prese altrove”.

Sul fronte opposto però tra i Pd alla fine, dopo accese discussioni e “ritirate strategiche” è rimasta solo Simona Contestabile, mentre discorso diverso riguarda i Dr dal momento che il ddl in discussione all’Ars è firmato da Picciolo e Formica. Senza nascondersi dietro alibi e rinvii i Dr, per bocca di Carlo Abbate hanno definito “pleonastica” la proposta e poco dopo hanno lasciato l’Aula. Contrario, ma solo perché la “morte del Piemonte” è stata dichiarata al momento dei tagli alla sanità operati dal governo, Gino Sturniolo. Il dibattito si è acceso sulla proposta di Iannello di ascoltare in Commissione o in consiglio i vertici delle aziende sanitarie, poi ritirata. Dopo oltre un’ora di scontri, anche accesi, e di tentativi di ulteriori rinvii, al momento effettivo del voto è venuto a mancare il numero legale ed infatti in Aula erano rimasti in 14. Sessione chiusa, tutto da rifare. Ma il dato emerso è lo strappo definitivo tra Udc e Pd. I centristi non hanno gradito il “nascondino” dei colleghi con i quali finora hanno diviso due anni d’amore e d’accordo ed avrebbero apprezzato di gran lunga una bocciatura a viso aperto piuttosto che i banchi deserti. E c’è da giurare se lo ricorderanno alla prossima occasione.

Rosaria Brancato

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