L'assessore Pappalardo come Ponzio Pilato. Il Teatro agonizza per la politica

L’assessore Pappalardo come Ponzio Pilato. Il Teatro agonizza per la politica

Rosaria Brancato

L’assessore Pappalardo come Ponzio Pilato. Il Teatro agonizza per la politica

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lunedì 24 Settembre 2018 - 05:44

Tre i nomi rimasti sul tavolo per la sovrintendenza: Bernava, Scoglio, De Martino. Mentre si moltiplicano gli appelli la Regione non decide ed i mesi passano. Forse la strategia è proprio questa: far morire il Vittorio Emanuele

Il 4 giugno era il termine ultimo per la presentazione delle candidature alla sovrintendenza. A fine giugno il presidente Fiorino ha rimesso il mandato nelle mani del sindaco. Ad agosto si è tenuto il burrascoso incontro tra l’assessore regionale allo spettacolo Sandro Pappalardo ed il sindaco De Luca. Dieci giorni fa l’appello dei direttori artistici Simona Celi e Matteo Pappalardo per uscire dall’immobilismo.

Per non parlare del fatto che la drammatica situazione del Teatro Vittorio Emanuele era nota all’assessore Pappalardo sin dal giorno del suo insediamento a novembre 2017.

Nonostante ciò, nonostante sappia che la situazione è seria, che le stagioni sono pronte ma non possono decollare senza governance, che un altro mese è andato via nel totale immobilismo, Pappalardo non batte un colpo.

La scorsa settimana è partito, per motivi istituzionali, ma ha avuto tre mesi di tempo per fare qualcosa di concreto per l’Ente. Eppure, come Ponzio Pilato non riesce a prendere una decisione.

I nomi per il ruolo di sovrintendente rimasti sul tavolo sono tre: Egidio Bernava (sovrintendente uscente ed ex presidente del Vittorio Emanuele), Gianfranco Scoglio (ex city manager ed ex assessore comunale e provinciale), Catello De Martino (ex sovrintendente dell’Opera di Roma, dove fu licenziato). Tutti e 3 sono di area centro destra e per quanto riguarda De Martino piace moltissimo ai vertici romani di Fd’I (il partito di Pappalardo).

Il tira e molla politico quindi continua da settimane ed a giorni alterni viene data per certa ora la riconferma di Bernava ora la nomina di Scoglio. (la scorsa settimana quest’ultimo era dato da indiscrezioni come il nuovo sovrintendente). Di più difficile comprensione per i messinesi sarebbe la scelta di un esterno come De Martino (al centro di una serie di polemiche e di un’inchiesta relativamente al suo periodo all’Opera di Roma). Il 14 settembre l’ennesimo appello dei direttori artistici del Teatro (leggi qui) anche alla deputazione che evidentemente però non ha ascoltato, visto che son trascorsi inutilmente altri 10 giorni.

Val la pena ricordare che, nell’imminenza dell’avvio delle stagioni artistiche, ogni giorno è prezioso, perché le compagnie che hanno aver deciso di attendere le sorti del Vittorio Emanuele, potrebbero aver preso il volo o confermato date per altre piazze più stabili e sicure. Gli abbonati storici potrebbero decidere di non rinnovare e comunque il pubblico messinese potrebbe decidere che no, non si può restare sempre in attesa delle decisioni palermitane.

Pappalardo ha avuto quasi un anno per capire la situazione del Vittorio. La sua indecisione a questo punto può far sorgere più di un legittimo dubbio.

Tre mesi per un sovrintendente sono francamente eccessivi, a maggior ragione se per una serie di motivi manca anche la governance.

Quanto alla deputazione di centro destra trovi un’intesa, magari (fatto inedito) condividendo anche con gli altri colleghi della sinistra e dei 5Stelle strategia e nome.

Non è il momento di piazzare bandierine o cappelli, non è il momento di lotte correntizie. Il Teatro non può agonizzare per colpa della politica.

Fate un passo indietro e consentite al Vittorio Emanuele di riprendere un percorso di rilancio.

Quanto all’assessore Pappalardo, che si è limitato a mandare un commissario ad acta per lo stretto indispensabile, si assuma le responsabilità delle sue scelte ma smetta di comportarsi come Ponzio Pilato, perchè i messinesi se ne ricorderanno.

Rosaria Brancato

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