In arretrato di trentuno mensilità. E' la drammatica situazione dei dipendenti del CUS

In arretrato di trentuno mensilità. E’ la drammatica situazione dei dipendenti del CUS

Eleonora Corace

In arretrato di trentuno mensilità. E’ la drammatica situazione dei dipendenti del CUS

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giovedì 30 Agosto 2012 - 16:13

I sei dipendenti a tempo indeterminato del Centro Universitario Sportivo di Messina hanno protestato, indossando magliette eloquenti. Il Rettore Francesco Tomasello ha chiesto un incontro immediato con il commissario straordinario del CUS Messina, Sergio Cama

Trentuno mesi di arretrati. A leggere i cartelli che i dipendenti del Centro Universitario Sportivo hanno esposto stamattina in segno di protesta si era tentati a credere ad un errore o ad uno scherzo. Invece è purtroppo tutto vero. I sei dipendenti a tempo indeterminato del CUS Messina, non ricevono stipendi da tutto questo tempo. Per questo sono scesi di nuovo in piazza stamattina, per ribadire con forza che la pazienza ha un limite. Avevano già protestato nel 2009 quando gli stipendi arretrati arrivavano a quota diciotto mensilità. Allora la caduta della vecchia gestione del presidente Piero Iaci prima e il successivo subentrare del commissario Sergio Cama, suggerito dall’Università di Messina, aveva fatto sperare ai dipendenti che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Per questo hanno addirittura ritirato i decreti ingiuntivi e di pignoramento precedentemente inoltrati. Una fiducia però, evidentemente mal riposta.

Nonostante i Campionati Nazionali Universitari e le promesse del Rettore Francesco Tomasello, il CUS sembra trovare i fondi per tutto meno che per i suoi sei dipendenti a tempo indeterminato. I soldi ci sono, infatti, per pagare i cento collaboratori – assunti secondo la legge n. 77 – e distinti per attività sportiva. Non mancano gli stipendi nemmeno ai settanta collaboratori assunti con un contratto a progetto. I fondi si trovano, persino, per inaugurare nuovi e costosissimi progetti come quello della squadra di basckett. Per quei sei lavoratori, invece, che quotidianamente continuano a svolgere le loro mansioni, invece, sembra proprio non esserci neppure un euro da più di due anni. Tutto questo senza nessuno da parte della direzione si prenda almeno il disturbo di dare una spiegazione plausibile per un così inaudito ritardo. “A questo punto sarebbe meglio licenziarci”, si sfoga Giuseppe Gangemi.

Per questo sono scesi in piazza – cinque su sei – e forse il loro gesto ha prodotto, se no qualche risultato, almeno una reazione. Il Rettore Francesco Tomasello ha fatto pubblicare una nota ufficiale sulla vicenda, in cui fa sapere che incontrerà nell’immediato il commissario straordinario Sergio Cama, per “definire un piano che possa riprogrammare il quadro finanziario per rispondere alle aspettative dei dipendenti; ciò in considerazione del fatto che, a quel che sembra , quello già disegnato non ha prodotto i risultati sperati”. Si approfitterà dell’incontro, inoltre, per discutere nel dettaglio del bilancio dei Campionati Nazionali Universitari svolti nel polo sportivo dell’Annunziata la primavera scorsa. Un gesto, quello della presa di posizione del Magnifico Rettore del nostro Ateneo, che accende un barlume di speranza. Anche se di parole i dipendenti del CUS di Messina ne hanno ormai sentite fin troppe, adesso è tempo di fatti. (Eleonora Corace)

2 commenti

  1. FRANCESCO TIANO 30 Agosto 2012 18:10

    Ma come campano questi lavoratori senza stipendio? Cosa aspetta la classe politica a fare il proprio dovere?
    Spero non siano distratti dalla realizzazione dei manifesti elettorali.
    Cari cittadini, questo problema, legato alla perdita dell’occupazione, è d’interesse comune e da non sottovalutare. Tutti, dico tutti, ne sono socialmente coinvolti, sia direttamente che indirettamente.
    Messina dedichi un giorno per una manifestazione pacifica di protesta di tutti i cittadini alla scopo di accendere i riflettori sulla città.

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  2. Premetto che questi lavoratori hanno la mia piena solidarietà… ma mi pongo una domanda ma perchè hanno aspettato ben 31 mesi per protestare e rendere pubblico il loro dramma… perchè non sono ricorsi all’autorità giudiziaria come è giusto che sia… e soprattutto le istituzioni dove sono state fino ad ora… e i sindacati?…. ah vero per questi se non c’è pubblicità i lavoratori non vanno difesi… era più comodo fare protesta contro il sindaco durante gli spettacoli dei figli dei dipendenti comunali al palacultura…

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