La Procura di Patti non riapre gli accertamenti sul caso di mamma e figlio scomparsi nelle campagne di Caronia nell'agosto 2020
Messina –Non ci sono elementi nuovi che fanno pensare a uno sviluppo di eventuali nuovi accertamenti. La pensa così la Procura di Patti che ha detto no all’istanza di riapertura delle indagini alla Procura di Patti sul caso di Viviana Parisi e Gioele, mamma e figlio scomparsi nelle campagne di Caronia nel caldissimo agosto del 2020. Il procuratore capo Angelo Cavallo ha siglato il provvedimento di rigetto dell’istanza presentata da Daniele Mondello, il marito di Viviana. Il dj di Venetico si era affidato ad nuovo legale, l’avvocato Francesco Mazza di Roma.
Le nuove prove: Viviana non è precipitata dal traliccio?
Il legale aveva chiesto alla magistratura pattese di valutare i risultati degli esami scientifici elaborati in questi anni dai consulenti di Daniele, il dottor Antonio Della Valle, l’ingegner Alessandro Lima, i dottori Raffaele Di Rienzo e Annamaria Cerro. Nuove prove, secondo il team di esperti, che suggeriscono un’altra verità rispetto a quella sancita con l’atto di archiviazione delle indagini. Viviana è precipitata sì ma non da un traliccio, come hanno concluso gli inquirenti di Patti. E ci sono le tracce del coinvolgimento di altre persone. Un suicidio simulato, aveva detto Daniele già tre anni fa, che continua a non arrendersi all’idea che la verità raggiunta dall’inchiesta della magistratura suggerisce.
Le ricerche
Daniele Mondello in questi anni aveva sollevato il tema delle ricerche condotte in quei giorni di afa dagli investigatori, sia nelle prime ore dalla denuncia di scomparsa, sia nei giorni successivi nel bosco di Caronia.

Mi sembrava strano che la stessa autorità che decretò l archiviazione del procedimento acconsentisse a riaprire il caso sconosco la procedura cmq penso che dovrebbe essere un’ autorità terza a deciderlo
Decisione giusta, la ricostruzione fatta dalla magistratura è fondamentalmente corretta, non c’è nessun motivo per riaprire un caso in cui cercare un colpevole che non c’è.