Impressioni di uno spettatore - Habemus papam: Uomini sotto le porporem

Impressioni di uno spettatore – Habemus papam: Uomini sotto le porporem

Impressioni di uno spettatore – Habemus papam: Uomini sotto le porporem

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domenica 17 Aprile 2011 - 05:48

Perché, dietro le facciate, alla fine, siamo tutti esseri umani

Nanni Moretti si sa, lo si ama o lo si odia, senza vie di mezzo. Confesso che lo amo perché frasi come -vedo gente, faccio cose- o scene come quelle dei figli unici nella Salina anni ’80 di -Caro Diario- non si dimenticano facilmente. E anche io purtroppo, come lui ancora in -Caro Diario-, sarò mio malgrado sempre d’accordo con una minoranza di persone.

Purtroppo, da semplice spettatore e non da critico, ultimamente mi era sembrato un po’ spento, forzato, un film come -caos calmo- per esempio, mi aveva convinto a metà. In questo nuovo -habemus papam- Moretti mi pare ritrovare la verve del passato. La storia di un papa, che appena eletto entra in crisi, non si sente all’altezza dell’importantissimo ruolo assegnatogli. Una crisi umanissima per quello che è chiamato ad essere il rappresentante di Dio. Intorno una serie di cardinali spersi, spauriti, che non sanno che fare perché -è una cosa che non era mai successa-. Inutile cercare rifugio nel diritto canonico. La crisi va affrontata e viene chiamato Nanni Moretti nelle vesti di uno psichiatra, anzi -dello- psichiatra: -me lo dicono tutti che sono il più bravo- dirà -è una condanna, anche mia moglie mi ha lasciato perché non si sentiva all’altezza-. E così dietro un papa inadeguato, tra scene che strappano il sorriso, tutti pian piano si scoprono inadeguati, ognuno a suo modo, con i propri dubbi e le proprie incertezze.

Tutti si riscoprono umani: papa, cardinali, guardie svizzere e psichiatri. Persino dentro le auliche e sontuose mura vaticane. E per questo, per ritrovare se stesso, che il novello papa suo malgrado, il bravissimo Michel Piccoli, uscirà da San Pietro per inoltrarsi in incognito come un uomo qualsiasi nelle strade di Roma. Perché, dietro le facciate, alla fine, siamo tutti esseri umani.

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