Lettera aperta al Presidente Berlusconi

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mercoledì 15 Settembre 2010 - 07:35

Dal sito di G.I: Ho avuto un cancro, e se avessi aspettato i tempi delle aziende sanitarie sarei già morta.

Donne e politica. Lettera aperta al Presidente Berlusconi

di Anna Mancuso*

Caro Presidente,

in questi anni l’ho seguita costantemente in ogni suo discorso, e in ogni suo passo, facendo numerose campagne elettorali per Lei, fino a quando non potendone più della scarsa qualità della classe dirigente brianzola, per rabbia mi sono avvicinata ad un partito di centro, portandogli numerosi consensi, con i quali sono stata eletta, da indipendente, in consiglio comunale.

Ma speravo ancora in una svolta definitiva della politica. Ed ecco che così nascono i circoli della libertà! Che delusione! Meritocrazia, piramide rovesciata, voce alla gente. Slogan buoni solo per la campagna elettorale e null’altro. Che ingenua sono stata! Quando sono venuta a casa sua ad Arcore, insieme ai fondatori dei circoli, avevo creduto fortemente in quel progetto che oggi è svanito nel nulla.

Lo sa quanti sogni ed entusiasmi ha soffocato? In tanti ci siamo esposti in prima persona, mettendoci la nostra faccia, ma quando abbiamo capito che si trattava di una scatola vuota era ormai troppo tardi. Avevamo perso la voglia di batterci per il nostro partito, ci siamo sentiti traditi, illusi, avevamo perso la speranza di guardare alla politica come un motore capace di dare forza ai più deboli, capace di risolvere i problemi di chi vive con uno stipendio di mille euro al mese e non riesce a pagare neanche il mutuo della propria casa, o di chi per fare una mammografia o una tac deve aspettare mesi…

Conosco molto bene la nostra sanità, Presidente! Ho avuto un cancro, e se avessi aspettato i tempi delle aziende sanitarie sarei già morta. Mi sono pagata tutto per non aspettare. E quelli che non possono pagare? Sono queste cose che la gente chiede alla politica ed è per questo che faccio politica.

Ho ascoltato il suo intervento ad Atreju: ridere fa bene, ha ragione. Le sue barzellette potranno pure far sorridere, ma da donna che si è conquistata tutto quello che ha facendo grossi sacrifici, Le dico che non posso assolutamente accettare quelle inopportune battute sull’occupazione femminile: sono offensive! Non serve un marito che ci mantenga, ma serve il lavoro, perché è un nostro diritto sancito anche dalla Costituzione. E non parlo per me stessa, perché fortunatamente un lavoro ce l’ho, ma parlo per tutte quelle signore che non possono aiutare la propria famiglia a vivere meglio. Credo che le donne del nostro paese, veline e non , meritino più rispetto. E se questo viene a mancare non siamo disposte né a coprirci il volto né ad abbassarlo, né tanto meno a stare in silenzio. E infine un’altra cosa: vogliamo vedere i nostri figli vivere e lavorare in Italia e non all’estero.

Ascolti i miei consigli, Presidente.

Anna Mancuso, consigliere comunale Brianza * Responsabile provinciale GI Monza e Brianza

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