E' finalmente finito il dominio di Anassila, tiranno di Rhegion, che aveva messo le mani sulla nostra città

E’ finalmente finito il dominio di Anassila, tiranno di Rhegion, che aveva messo le mani sulla nostra città

Redazione

E’ finalmente finito il dominio di Anassila, tiranno di Rhegion, che aveva messo le mani sulla nostra città

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sabato 29 Marzo 2008 - 08:18

La libertà che pensavamo non potesse essere raggiunta, oggi, 462 a. C., con la caduta della tirannide e dell’ultimo dei discendenti di Anassila, è diventata la più bella delle realtà. Ciò che è rimasto della compagine Zanclea prova ora a risollevarsi con la forza e la determinazione che l’ha sempre contraddistinta, nella speranza che la pace tanto desiderata e per la quale tanto si è combattuto sia stata finalmente raggiunta.

Mai critici o polemici, il nostro compito non è esprimere giudizi ma esseri cronisti fedeli degli avvenimenti che ci coinvolgono da vicino. In questo lungo periodo di assenza, sebbene lontani, ci siamo impegnati nel registrare accuratamente quanto accadeva alla nostra patria, ed ora, che ne abbiamo la possibilità, la nostra voce ricomincerà a farsi sentire, iniziando col ricordare alcuni degli episodi più importanti accaduti alla nostra città.

Quelli vissuti da Zancle sono stati anni turbolenti nel corso dei quali tutto è ruotato intorno ai giochi di potere di Anassila, tiranno di Rhegion, e Gelone, prima tiranno di Gela e poi di Siracusa, che in tempi e con modalità diverse erano stati attratti dalla ricchezza della città dello stretto. Infatti ciò che restava della residua libertà si è spenta proprio con Anassila, che dopo vari tentativi è riuscito a conquistare Zancle servendosi di un gruppo di Messeni, che avevano chiesto e ottenuto asilo a Reghion. In base alle notizie trapelate dall’entourage di Anassila, abbiamo appreso che i Messeni erano stati costretti a fuggire dal Peloponneso per l’eccessiva pressione esercitata da Sparta, città a sud-ovest di Atene. Proprio a questi profughi il tiranno di Rhegion ha prospettato la possibilità di insediarsi a Zancle procedendo all’espulsione violenta dei Sami, di cui si era servito in uno dei suoi primi tentativi di occupazione.

L’impresa è stata portata a buon fine grazie alla contemporanea quanto provvidenziale morte di Ippocrate, tiranno di Gela, e all’ ascesa al potere del suo luogotenente Gelone, che, volendo rafforzare la tirannide appena raggiunta, decide di interrompere la politica di controllo fino a quel momento esercitata dal suo predecessore su Zancle. Proprio Ippocrate, infatti, aveva di fatto impedito ad Anassila di poter soddisfare le proprie ambizioni.

Approfittando così della momentanea situazione di stallo, Anassila dà inizio ai suoi piani di conquista riuscendo a sottomettere la città, che per volere dello stesso cambia il suo nome in Messene in onore dei nuovi coloni. Il potere e l’influenza da lui esercitati non passano però inosservati e infatti finiscono con lo scontrarsi con le esigenze imperialistiche di Gelone, ormai sicuro del suo potere, e di Siracusa, città che grazie alle sue brillanti doti politiche era passata nelle sue mani.

Le difficoltà di ricevere informazioni mi costringono qualche giorno prima che Gelone inizi a muovere guerra a Messene a recarmi a Siracusa alla ricerca di notizie, che mi permettano di far luce sulle sue reali intenzioni. Quindi presentandomi a lui sotto le mentite spoglie di un ricco funzionario Ateniese in viaggio di piacere, accattivandomi le sue simpatie, sono riuscito a distanza di qualche giorno ad essere invitato alla sua corte, dove ho successo nell’ ottenere preziose rivelazioni. Il tiranno sotto i fumi del vino dichiara infatti la sua aspirazione ad estendere il proprio dominio su Messene, paventando la presenza all’orizzonte dell’aprirsi di nuovi scenari e di nuove alleanze. Non so se avesse parlato per effetto del vino o per l’arroganza derivante dall’ eccessiva sicurezza che il potere accumulato gli conferiva, fatto sta che da li a qualche giorno ha annunciato di aver stipulato un’ alleanza con Gela, guidata dal fratello Ierone, e Agrigento, per poter schierare contro il tiranno di Messene e di Rhegion una solida e potente coalizione.

Per contrastare questo nuovo schieramento di alleanze, il tiranno di Rhegion decide di allearsi con Imera e Cartagine; la prima, città della Sicilia settentrionale, l’altra città posta sulla costa della Tunisia. L’epilogo della guerra ha come palcoscenico le campagne circostanti ad Imera, dove le truppe cartaginesi vengono sconfitte e costrette alla resa. Anassila, accordatosi con Gelone, riesce ad avere salva la vita e, cosa più importante, a mantenere il dominio sulla città. Tuttavia per poter continuare a regnare, non può non scendere a compromessi, che lo costringono a fare atto di totale sottomissione a Gelone. Il tiranno di Siracusa avrebbe deciso successivamente di cambiare il nome della città in Messana, rendendo questo l’unico vero cambiamento alla fine delle ostilità.

Ma, come abbiamo detto all’inizio, questo buio periodo della città, con la caduta dell’ultimo discendente di Anassila, è finito e finalmente si torna a respirare aria di libertà.

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