Scompiglio a Messina per il soggiorno di Riccardo Cuor di Leone e dei suoi crociati, in viaggio per Gerusalemme.

Scompiglio a Messina per il soggiorno di Riccardo Cuor di Leone e dei suoi crociati, in viaggio per Gerusalemme.

Redazione

Scompiglio a Messina per il soggiorno di Riccardo Cuor di Leone e dei suoi crociati, in viaggio per Gerusalemme.

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sabato 10 Maggio 2008 - 07:12

Indelebile è ancora nella memoria isolana la morte di Guglielmo II, figlio di Guglielmo I e Margherita di Navarra, avvenuta il 18 novembre 1189 a soli 36 anni. Dopo un periodo di grande incertezza su chi dovesse succedergli al trono,la scelta è caduta su Tancredi, figlio illegittimo di Guglielmo.

Che il suo non sarebbe stato un regno facile lo si è capito fin dai primi scontri avuti con l’erede designata, Costanza, zia di Guglielmo e figlia di Ruggero II. Benché molti baroni abbiano prestato fedeltà a Costanza, alcuni si sono schierati dalla parte di Tancredi, facendo pendere alla fine il piatto della bilancia a suo favore. Dopo alcune iniziali difficoltà, sembrava che il regno di Tancredi avrebbe potuto conoscere finalmente un periodo di tranquillità. Nei primi mesi del suo regno non sono passate inosservate le insurrezioni scoppiate contro la compagine musulmana ancora presente in Sicilia. Sedate le rivolte, si è infranta sulla testa coronata l’ennesima tegola.

In questi giorni il porto di Messina ha accolto la nave sulla quale si trovava imbarcato Riccardo Cuor di Leone, figlio di Enrico II d’Inghilterra ed Eleonora di Aquitania. Il re d’Inghilterra, partito alla volta di Gerusalemme per cacciare gli infedeli dalla terra santa, si è fermato in città per porre fina a un contenzioso sorto con Tancredi.

Il sovrano inglese infatti ha chiesto il pagamento di un lascito fattogli da Guglielmo II, al quale la sorella Joanna era stata data in sposa. Oltre al pagamento del lascito è stata richiesta la scarcerazione della sorella, imprigionata dopo essere stata privata della dote.

Non essendo stato raggiunto un compromesso che potesse soddisfare entrambe le parti, Riccardo Cuor di Leone ha deciso di prolungare la propria permanenza in città, fino a quando non fosse stata trovata una soluzione alla spinosa vicenda. Il suo soggiorno purtroppo non è stato dei più felici. Gli inglesi, infatti, non essendo abituati all’alto tenore di vita di Messina, hanno rivolto accuse pesanti a tutti i cittadini messinesi, rei di aver loro applicato delle tariffe eccessive.

Questa accusa ha dato vita in questi giorni a numerosi disordini. Ad agitare gli animi, soprattutto, sono state le attenzioni, non gradite, rivolte dagli inglesi ad alcune donne messinesi. I soldati hanno dichiarato apertamente che l’intento non è tanto quello di sedurre le donne, quanto quello di infastidire gli uomini.

Ogni oltre ragionevole dubbio, possiamo dire che gli inglesi siano riusciti nel loro intento. La risposta dei nostri cittadini non si è fatta attendere. Nel corso di alcuni agguati, più di un soldato è stato ucciso. Lo stesso Riccardo Cuor di Leone, a stento, è riuscito a sottrarsi agli assalti di un gruppo di cittadini, insofferenti per la presenza straniera nella città. La risposta del sovrano è stata immediata ed energica.

Riccardo Cuor di Leone, il 4 ottobre 1190 scorso, ha dato mandato ai suoi soldati di saccheggiare, assediare e incendiare Messina. Il sovrano ha ritenuto così di poter lavare l’onta subita ed ottenere finalmente il lascito di Guglielmo II.

Le aspettative del sovrano inglese non sono state disattese. Dopo alcuni giorni in cui la città ha assistito inerme alle vessazioni inglesi, Tancredi ha infine deciso di intervenire, evitando così che la situazione potesse degenerare ulteriormente. Riccardo Cuor di Leone ha visto esaudite le proprie richieste e soddisfatto per la felice conclusione del contenzioso, è ripartito alla testa della sua flotta, lasciando alle proprie spalle la città dello stretto.

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