Zona Falcata inquinata. Progetto entro febbraio, poi la bonifica

Zona Falcata inquinata. Progetto entro febbraio, poi la bonifica

Marco Ipsale

Zona Falcata inquinata. Progetto entro febbraio, poi la bonifica

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mercoledì 21 Dicembre 2022 - 07:45

FOTO Una stima sommaria dei costi è di 15 milioni, “ma potrebbero servirne di meno o di più, dipende dalle quantità di materiali pericolosi da dover portare in discarica"

Vecchie tubazioni piene di fluidi e altre attrezzature che generano contaminazione, compreso il relitto del Rigoletto. Che la Zona Falcata fosse inquinata si sapeva già dagli studi dell’Università di Messina.

“Con l’approvazione dell’analisi di rischio sito specifica da parte della Regione Siciliana, ci è stata data come prima prescrizione di eliminare fonti di inquinamento primario della contaminazione” – dice il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto di Messina, Mario Mega, ieri in sopralluogo insieme ai componenti di PH3 Engineering, la società messinese incaricata di redigere il progetto di fattibilità tecnico economica per la rimozione degli inquinanti che, da qualche giorno, ha avviato indagini sul campo.

La rimozione degli inquinanti

“Dovranno definire – spiega Mega – come rimuovere e dove smaltire i materiali che generano contaminazione. Quando il progetto sarà pronto, il tempo assegnato è entro febbraio, quantificheremo le somme necessarie per la prima bonifica”. Una stima sommaria è di 15 milioni, “ma potrebbero servirne di meno o di più, dipende dalle quantità di materiali pericolosi da dover portare in discarica. Poi potremo avviare la gara che consentirà all’aggiudicatario di approfondire il progetto a livello esecutivo e procedere alle rimozioni”.

“Dopo le rimozioni, insieme all’Università di Messina, dovremo aggiornare l’analisi di rischio sito specifica, con alcune verifiche in postazioni di monitoraggio da concordare con Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr). A quel punto, valuteremo il livello di contaminazione residuo, è molto probabile che i livelli diminuiranno e intere aree potranno diventare fruibili. Per le aree che non sarà possibile bonificare eliminando le contaminazioni, invece, servirà un nuovo progetto di messa in sicurezza”.

I soldi necessari dovrebbero arrivare dall’emendamento della deputata Matilde Siracusano, 20 milioni in tre annualità: 2 milioni per il 2022 (ma questi potrebbero andare persi), 8 milioni per il 2023 e 10 milioni per il 2024.

La riqualificazione

Una volta bonificata la Zona Falcata, si dovrà pensare a come rendere fruibili quelle aree. Oltre al recupero della Real Cittadella, una delle ipotesi è quella di realizzare un progetto simile a quello appena presentato per l’area della Fiera, qui c’è anche la spiaggia. L’Autorità Portuale ha ottenuto un finanziamento per realizzare uno studio di fattibilità per la riqualificazione. “In questa prima fase rimuoviamo solo tutto ciò che inquina, gli interventi di bonifica sono assoggettati a vincoli specifici e hanno costi maggiori. In una seconda fase si potranno demolire i materiali non inquinanti, operazione molto più semplice. Ma non dimentichiamo che gran parte dell’area ha il vincolo archeologico. Prima di qualunque iniziativa, gli enti finanziatori chiedono la bonifica” – conclude Mega.

Sottoservizi e idrocarburi

“Una volta estratte le fonti di contaminazione primaria – spiega il direttore tecnico di PH3 Engineering -, avremo la stima dei costi. Le macerie ambientali dovrebbero averne giovamento, poi si potrà ripetere il monitoraggio e sapremo se bisognerà proseguire la bonifica, soprattutto per i terreni profondi, o l’analisi di rischio siti specifica ci dirà che l’area sarà fruibile perché i contaminanti, benché presenti, non saranno un pericolo per l’uomo. La parte più complicata riguarda i sottoservizi, visto che nei cantieri navali erano collegati, ma conosciamo bene la situazione dell’area ex degassifica, il piano di caratterizzazione è una guida importante. Il problema più grosso è rappresentato dagli idrocarburi, per il resto ci sono rifiuti tipici delle aree industriali dismesse”.

Il Rigoletto e la Real Cittadella

A mare il relitto del Rigoletto. “Non si può trascinare a terra – prosegue l’ing. Zaccaro -, quindi bisognerà operare con l’assistenza di un pontone a mare, con presìdi di sicurezza per evitare sversamenti”.

L’area della Real Cittadella è molto inquinata ma verrà liberata anche quella. Due famiglie vivono ancora lì, nonostante gli sfratti esecutivi, vicino c’è anche un canile abusivo. Uno dei posti più belli di Messina ridotto a terra di nessuno, tipiche situazioni di abbandono dove prolifera l’illegalità. Ma Mega assicura: “Faremo una nuova ordinanza con cui vieteremo l’accesso a tutta l’area. Non ci fermeremo”, la Zona Falcata deve essere restituita alla città.

Un commento

  1. Giuseppe Tripepi 22 Dicembre 2022 10:32

    Rileggiamo:

    “Dovranno definire – spiega Mega – come rimuovere e dove smaltire i materiali che generano contaminazione. Quando il progetto sarà pronto, il tempo assegnato è entro febbraio, quantificheremo le somme necessarie per la prima bonifica”. Una stima sommaria è di 15 milioni, “ma potrebbero servirne di meno o di più, dipende dalle quantità di materiali pericolosi da dover portare in discarica. Poi potremo avviare la gara che consentirà all’aggiudicatario di approfondire il progetto a livello esecutivo e procedere alle rimozioni”.

    “Dopo le rimozioni, insieme all’Università di Messina, dovremo aggiornare l’analisi di rischio sito specifica, con alcune verifiche in postazioni di monitoraggio da concordare con Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr). A quel punto, valuteremo il livello di contaminazione residuo, è molto probabile che i livelli diminuiranno e intere aree potranno diventare fruibili. Per le aree che non sarà possibile bonificare eliminando le contaminazioni, invece, servirà un nuovo progetto di messa in sicurezza”.

    TEMPO STIMATO: 200 anni.

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