Messina. Zona Falcata contaminata, gli studi confermano

Messina. Zona Falcata contaminata, gli studi confermano

Redazione

Messina. Zona Falcata contaminata, gli studi confermano

venerdì 07 Gennaio 2022 - 10:08

Ora si valuteranno le analisi di rischio, l'obiettivo è di completare l'iter in breve, d'intesa con la Regione

Sono state completate le analisi relative alla realizzazione del Piano di caratterizzazione ambientale finalizzato alla bonifica delle aree della Zona Falcata (come avevamo anticipato nel correlato qui giù). Un’area con estensione spaziale di circa 17 ettari racchiusa in un perimetro di circa 2.200 metri e l’antistante zona marina.

Dall’indagine preliminare a quella definitiva

Quest’ultima indagine, secondo le procedure previste dalla normativa specifica di settore, segue quella preliminare condotta dall’Università di Messina che, sulla scorta dei risultati delle analisi sui campioni prelevati in cinque sondaggi sull’intera area a terra e della ricostruzione storica degli insediamenti produttivi nell’area, aveva poi predisposto il Piano di Caratterizzazione approvato dalla Regione Siciliana nel 2020.

L’indagine attuale è stata condotta sempre sulla stessa area ma in maniera molto più diffusa e puntuale.

Nella zona marina sono stati infatti identificati cinque transetti perpendicolari alla linea di costa, estesi per 20 metri dalla battigia, nei quali sono stati prelevati un totale di 30 campioni di sedimenti marini superficiali sui quali sono state eseguite mirate attività analitiche per la valutazione della contaminazione chimica ed ecotossicologica.

A terra invece sono stati effettuati ben 40 sondaggi di tipo ambientale a carotaggio continuo, al fine di indagare uno spessore significativo del sottosuolo, predisposti su un reticolo di maglia 65 metri x 65 metri che, sovrapposto al sito oggetto di indagine, ha permesso una copertura totale dell’intero territorio indagato.

Contaminazione estesa

Da una prima lettura dei risultati delle analisi si evidenzia purtroppo una contaminazione estesa sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista della natura chimica dei contaminanti, confermando di fatto le risultanze degli studi preliminari condotti dall’Università di Messina e che hanno portato alla redazione del Piano di Caratterizzazione e quindi alla campagna di indagine da poco conclusa. E’ accertato pertanto che l’area oggetto di indagine è un “sito potenzialmente contaminato”, secondo la definizione dell’articolo 240, comma d del Decreto Legislativo 152/2006.

Mega: “Prosegue l’iter verso il progetto di bonifica”

“Con la consegna dei risultati delle indagini in campo condotte in maniera diffusa sull’area della Zona Falcata – dice il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto di Messina, Mario Mega – vengono purtroppo confermate le previsioni già fatte negli anni scorsi dall’Università di Messina e ci consegnano la fotografia di un’area che ha livelli potenziali di contaminazione molto alti. Ora occorre valutare le analisi di rischio alla luce della destinazione finale delle aree che da nuovo Piano regolatore del porto non saranno più industriali e pertanto necessiteranno ancora di maggiori attenzioni. Continuerà il nostro impegno nei prossimi mesi per portare a completamento la complessa procedura amministrativa avviata e siamo certi che la Regione Siciliana, alla luce degli impegni reciproci assunti direttamente con il presidente Musumeci, ci aiuterà a raggiungere in tempi brevissimi questo obiettivo consentendoci la predisposizione del progetto delle bonifiche che rimane lo strumento indispensabile per avviare la ricerca degli ingenti finanziamenti necessari per restituire quella parte di città agli usi urbani. Nel frattempo, come previsto nel piano operativo triennale, avvieremo uno studio di fattibilità per valutare le possibili ipotesi di utilizzo delle aree”.

Analisi di rischio entro 4 mesi, da presentare alla Regione

I risultati del Piano della Caratterizzazione ambientale, redatto e attuato in accordo con quanto dettato dall’allegato 2 parte IV titolo V del Decreto legislativo 152/06, ora costituiscono la base necessaria per la successiva definizione del “Modello Concettuale Definitivo” e per una mirata “Analisi di Rischio sanitario ambientale sito-specifica”, nel pedissequo rispetto di quanto previsto dai dettami dell’articolo 242 del Parte IV titolo V del D. Lgs. 152/06.

Entrambe queste attività saranno sviluppate nei prossimi mesi dall’Università di Messina, con il supporto di Sogesid, e consentiranno di disporre della documentazione finale da presentare alla Regione Siciliana per la definitiva approvazione dopo un ulteriore esame in conferenza dei servizi.

Tutte le attività di predisposizione degli studi e della documentazione necessari per la presentazione alla Regione Siciliana saranno predisposte dall’Università di Messina e da Sogesid entro i prossimi novanta/centoventi giorni.

Dopo l’ok della Regione, il progetto di bonifica

All’ottenimento del provvedimento regionale di approvazione potrà seguire la redazione del progetto delle bonifiche che sarà curato sempre da Sogesid sulla scorta di una seconda convenzione attuativa con l’AdSP dello Stretto che a questo punto è possibile compiutamente definire e sottoscrivere.

Allegato tecnico

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3 commenti

  1. COGITO ERGO SUM 7 Gennaio 2022 10:39

    Insomma : da quel che leggo , per rendere pienamente sicura e fruibile ,dalla collettività, la zona Falcata, ci sarà da lavorare duro e ci sara’ parecchio da fare.
    C’era da aspettarselo, dopo tutto, vista la storia recente e passata di quest’area.
    Volendo essere ottimisti (e dopotutto, ritengo che lo si debba essere) non credo di sbagliare nel ritenere, l’impresa fattibile (ma con costi elevati),utilizzando le moderne tecnologie esistenti. I costi però , mi aspetto che siano elevati, vista la qualità dei risultati che, sperabilmente, si intende ottenere ; ma possono essere ammortizzati, nel tempo, a risanamento avvenuto, grazie ai proventi economici che scaturirebbero dalle future attività sostenibili che si potrebbero impiantare : in altre parole, non è detto che un cantiere navale non possa essere gestibile in un’ottica gestionale ecostostenibile, con costi d’esercizio accettabili per l’impresa. Certo, andranno riviste alcune logiche di comportamento : il personale dovra’ essere adeguatamente formato a differenziare al massimo i rifiuti lavorativi ; poi andra’ progettata e resa efficiente (ed esempio), la rete logistica per il loro trasferimento sicuro ai siti di stoccaggio e smaltimento. Ma non ci vedo nulla di impossible. Del resto e’ stato fatto, con successo in altri paesi del Nord Europa. Resta una domanda : ce la dobbiamo porre tutti , adesso : SIAMO REALMENTE PRONTI AL CAMBIAMENTO ?

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    1. ..carissimo..in pochi saremo felici se andasse in porto e si cominciasse..in molti saranno forieri di critiche e invettive contro tutto e tutti…sperando che fallisca tutto.

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  2. Cucinotta Giacomo 9 Gennaio 2022 11:50

    Sono anni che assistiamo ad uno sconcio balletto tra Comune, Regione siciliana ed Autorità del porto. Sono passati più di vent’anni da quando le Autorità competenti hanno deciso di effettuare il “Recupero della zona falcata del Porto di Messina”. Sono stati effettuati studi e progetti da tanti Enti, perfino dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici . Sono stati anche effettuati alcuni lavori con spese molto importanti. Quello che non si capisce è chi coordina questi lavori e chi è il vero responsabile. Speriamo di non assistere alla solita Tragicommedia!

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