Zona Falcata. Prima i carotaggi, poi il progetto per la bonifica

Zona Falcata. Prima i carotaggi, poi il progetto per la bonifica

Marco Ipsale

Zona Falcata. Prima i carotaggi, poi il progetto per la bonifica

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giovedì 28 Febbraio 2019 - 06:00

900mila euro per i carotaggi in una settantina di punti e ottenere gli esiti definitivi dell'inquinamento entro ottobre

MESSINA – Due azioni in contemporanea. Da un lato la demolizione di tutte le opere abusive nella zona falcata, dall’altro gli studi sull’inquinamento.

Il prof. Giovanni Randazzo, del dipartimento di Scienze dell’Università di Messina, nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio con gli altri enti coinvolti, ha illustrato le attività in corso per la caratterizzazione, con l’obiettivo di arrivare ad un progetto di bonifica. I droni hanno già fotografato la situazione a terra e a mare. Sono stati individuati una sessantina di punti in cui verranno fatti dei carotaggi, i cui esiti saranno condivisi con la Soprintendenza e l’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente.

“Stanzieremo circa 900mila euro – dice il segretario generale dell’Autorità Portuale, Ettore Gentile – per le indagini su circa 6 ettari di terreno, è esclusa solo l’area dell’Eurobunker, perché lì c’è un contenzioso. Ci saranno alcuni piccoli appalti che ci consentiranno di avere esiti definitivi sull’inquinamento delle aree. Abbiamo ottenuto massima disponibilità e grande apertura da parte del soprintendente, che fornirà anche una mappa storica della Cittadella, perché lì in passato sono state fatte delle indagini, da confrontare con quelle che faremo”.

Ma quando si potrà concludere questa fase e avere i risultati finali? “Immaginiamo possa avvenire entro ottobre” – risponde il segretario dell’Authority -. Poi però verrà il difficile perché si dovrà fare un progetto di bonifica, anche questo a carico dell’Autorità Portuale ma non le enormi cifre che serviranno per la bonifica. Impossibili da quantificare con esattezza se non prima si saprà quanto la zona falcata è inquinata ma, ad una stima molto sommaria, potrebbe servire una cifra compresa tra i 60 e gli 80 milioni. Cioè, per fare un termine di paragone, quanto si sta spendendo per il nuovo porto di Tremestieri, dopo aver impiegato diversi anni per reperire i fondi necessari.

“Per questo vogliamo coinvolgere la Regione – conclude Gentile – che negli anni ha promesso tanto denaro. Pensiamo di siglare una nuova intesa, con la quale ognuno s’impegni finanziariamente per la propria parte. Un accordo estensivo e attualizzato rispetto al patto per la falce che, con l’imminente approvazione del piano regolatore portuale, avrà esaurito i suoi compiti, pur se in tempi dilatati rispetto a quelli previsti”.

A proposito di piano regolatore portuale, si aspetta ancora che l’assessorato regionale all’ambiente firmi il decreto di recepimento della Valutazione ambientale strategica, dopo il via libera giunto dalla commissione un mese fa. Comune e Authority premono, la pubblicazione potrebbe avvenire già questa settimana, poi ci sarà un ultimo passaggio al Cru, il Consiglio regionale urbanistico.

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