Barbagallo guida il Pd Sicilia: "Un partito coraggioso e orgoglioso della sua storia" IL VIDEO

Barbagallo guida il Pd Sicilia: “Un partito coraggioso e orgoglioso della sua storia” IL VIDEO

Rosaria Brancato

Barbagallo guida il Pd Sicilia: “Un partito coraggioso e orgoglioso della sua storia” IL VIDEO

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domenica 19 Luglio 2020 - 12:05

L'ufficializzazione a Morgantina alla presenza del segretario nazionale Zingaretti

La relazione del segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo (QUI IL VIDEO)

Care democratiche, cari democratici, caro Nicola, cari amici, compagni, benvenuti a Morgantina. Antica polis che ha il fascino dell’eterno. È il luogo che abbiamo scelto per la rinascita e la ricostruzione del partito siciliano. Un luogo suggestivo dove si avverte, forte e viva, la presenza della nostra storia. La storia di una terra che conquista ed è conquistata. La storia di questa città, fondata dai siculi e colonizzata dai greci. La storia di una città influenzata dai fasti di Pericle e protagonista del suo tempo, capace di sconfiggere i punici. Fu proprio qui, in questo punto esatto, nell’Ekklesiasterion, che nel 317 a.C. Agatocle, a capo dei democratici, riunì il popolo per decidere insieme di riprendersi la città di Siracusa.

Nell’età che ha visto la nascita della democrazia, questo è il luogo dove si esercitava la democrazia, proprio qui, a pochi passi dall’agorà, dal teatro, dai luoghi di culto, e dalla boulè, il c.d. Senato piccolo, che, in carica per un anno, in quella struttura ad emiciclo, elaborava le proposte di legge successivamente discusse da tutti i cittadini in questi gradoni trapezoidali, l’ekklesiasterion. Questo invece era il bema, il podio da cui tutti avevano diritto di parola, da cui si discutevano non solo le leggi e tutto quello che riguardava la città, ma anche le scelte che riguardavano i rapporti tra i cittadini, dai divorzi ai fallimenti. E’ proprio questa collocazione, quella del podio dell’oratore rivolto verso il popolo, ad indicare che Morgantina fu una polis libera.

Ancora oggi, proprio qui, tra questi resti straordinariamente vivi, riaffiorano nella nostra memoria i ricordi della nostra recente democrazia. Proprio qui il centrosinistra ha lasciato traccia del buongoverno. Fu Francesco Rutelli allora ad ottenere, dopo tanti lunghi anni, il trasferimento della Venere dagli Stati Uniti dopo la trafugazione della colossale statua. Fummo noi, nel 2016, a riaprire quel meraviglioso teatro per lo spettacolo dal vivo, sottoscrivendo l’anno successivo i contratti per far passare da queste valli il Giro d’Italia. Ma proprio questo luogo che si è conservato come pochi al mondo, oggi, è il simbolo di una Sicilia che non riesce a ripartire. Ridotto a dieci, quindici presenze la settimana. Fuori dai pacchetti turistici, con un governo autoreferenziale che pensa a scopiazzare loghi in giro per il mondo, a riqualificare borghi fascisti e ad assegnare la delega per i bbcc e l’identità siciliana alla Lega nord per l’indipendenza della Padania.

Allora, abbiamo scelto Morgantina proprio per segnare la via, la traccia, il solco, che siamo chiamati a percorrere per la ripresa. La ricetta è valorizzare quello che abbiamo, con semplicità, dedizione, costanza. Siamo la regione al mondo con più siti UNESCO. Dall’Etna alla Valle dei templi, da Monreale a Segesta, dalle Eolie a Pantelleria; attorno a questi grandi attrattori va costruita una parte di prodotto interno lordo che dia liquidità e sicurezza alle nuove generazioni.

Abbiamo scelto Morgantina, insieme ad Alberto. A lui va il più grande e sentito ringraziamento per il lavoro faticoso e costante che ha svolto per traghettare il partito regionale in questo anno difficile; era il 19 luglio dello scorso anno quando venne deciso il commissariamento. Lo ha fatto utilizzando grande capacità di ascolto, pazienza e competenza. Con ostinata determinazione ha sempre garantito il rispetto delle regole, delle disposizioni sanitarie ribadendo, ogni giorno, che il congresso sarebbe dovuto andare avanti, anche tra gli ostacoli più impervi. Posso testimoniare le tante difficoltà, ma anche i tanti slanci di generosità che hanno permesso di superarle. Grazie Alberto, anche se non ti congederemo facilmente. Ti chiederemo di assistere il partito siciliano come garante del tesseramento.

Grazie Nicola, di essere con noi oggi. In questa giornata calda arriva anche il calore del segretario. Ne abbiamo bisogno. Siamo la regione più vasta d’Italia con un territorio straordinario. La quarta per popolazione e oggi la prima del mezzogiorno per numero di iscritti. È un dato, questo, che abbiamo l’ambizione di mantenere anche quando non sarà la stagione congressuale.

Il nostro nuovo corso vuole essere improntato alle caratteristiche precipue della tua segreteria. Prima le persone: abbiamo e avremo la serenità e il coraggio di guardarle negli occhi.

Ti presentiamo il partito siciliano unito. Un’unione che è stata frutto del dialogo, del confronto, di una visione e di una voglia di riscatto che pervade militanti e simpatizzanti. Unità che abbiamo accompagnato, in tutto il percorso congressuale, ad altre due parole: INCLUSIONE e PARTITO COMUNITA’ che ti stanno tanto a cuore. Questi due giorni in Aidone e Morgantina vogliono segnare anche la riscossa del partito regionale, con tavoli tematici di confronto, con tutte le forze economiche e sociali, sui temi dell’agenda politica regionale e sulla Sicilia che vogliamo.

Nell’ecclesiasterion dove si esercitava la democrazia, oggi il partito democratico siciliano riunisce il suo popolo, i suoi delegati al congresso. Ma c’è un filo conduttore che ci lega al passato, ai valori che portiamo dentro. Dentro di noi, come una fonte inesauribile, ci sono le storie umane e politiche di Pier Santi Mattarella, di Pio La Torre, di Peppino Impastato, di Libero Grassi, di Padre Pino Puglisi e Rosario Livatino.

È a quelle storie, a ciò che hanno rappresentato, al loro impegno, alla loro memoria, che dobbiamo guardare.

Lo dobbiamo fare con emulazione, ammirazione, rispetto e devozione.

È la storia della sinistra siciliana, è la storia del cattolicesimo democratico, è la storia della lotta alla mafia, la comune storia della fiera lotta alle diseguaglianze.

È lotta per i diritti, ma è anche lotta per il rispetto dei doveri.

È lotta per un presente diverso, per un futuro migliore, ispirato a giustizia sociale, eguaglianza, tutela del nostro patrimonio storico, culturale ed architettonico.

Un tempo era lotta per i campi, (PRIMO ATTO PORTELLA DELLA GINESTRA); un tempo era lotta per i campi, lotta per la sopravvivenza, lotta per i diritti, oggi è anche lotta contro la cementificazione, lotta per la difesa dell’ambiente, è lotta per la legalità.

Queste lotte, quelle battaglie, questi valori, sono i nostri valori, sono le lotte del partito democratico siciliano, appartengono a questo popolo, a queste donne e a questi uomini, sono memoria collettiva, impegno, coraggio.

Questo è il Partito Democratico che insieme siamo chiamati a costruire.

Un Partito Democratico nuovo, coraggioso, orgoglioso della sua storia, dei suoi valori, dei suoi tanti Sindaci e amministratori locali, un partito che guarda avanti, capace di affrontare con determinazione le sfide della modernità.

Un partito e una comunità che faccia dell’impegno sul territorio, della lotta alle mafie, dell’idea di solidarietà e umanità, che Papa Francesco ogni giorno ci trasmette, un tratto distintivo del proprio agire quotidiano. Ci sono tante parole d’ordine che dovranno rappresentare la bussola del nostro impegno, che dovranno incarnare l’identità del Partito Democratico Siciliano, parole che dovranno orientarci ogni giorno in ogni angolo della Sicilia.

Un partito e una comunità che sappiano diventare motore del cambiamento, soggetto aggregatore di storie, energie, culture, modelli virtuosi, con la consapevolezza che, come diceva Berlinguer, “si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”. È a questa condivisione ed al percorso comune che dobbiamo guardare ogni giorno.

Un partito in grado di parlare alla società, ai territori, capace di formare nuove classi dirigenti, donne e uomini rappresentativi dei territori, figlie e figli di impegno civico, di lotta antimafia, di ambientalismo, di difesa dei diritti, di orgogliosa rappresentanza della società civile. Questa è la sfida, saper tenere insieme, in modo inclusivo, con grande tensione morale, la storia della sinistra, di quella socialista, del cattolicesimo democratico, dell’ambientalismo, dell’impegno sociale del mondo associazionistico, della cultura, delle professioni e del lavoro.

Il Partito Democratico in Sicilia ha dunque davanti a sé un orizzonte denso di sfide e difficoltà, consapevole dei grandi e irrisolti drammi sociali di questa terra, ma fiero di volere offrire un contributo di serietà, onestà, perché le cose cambino. Il nuovo corso che avviamo ci fa sentire tutti, nessuno escluso, figli di una comunità, cittadini attivi consapevoli, motore della voglia di rinascita della Sicilia e artefici di un destino comune.

Siamo consapevoli degli errori che abbiamo fatto quando eravamo al governo. Non ci nascondiamo. Non accusiamo nessun altro. Ne siamo consapevoli e per questo diciamo con la schiena dritta “abbiamo sbagliato”, ma siamo pronti a ripartire. Non avremmo mai paura della verità, perché, come disse Aldo Moro, “quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta: la verità è sempre illuminante”.

Sono stati anni difficili quelli che ci lasciamo alle spalle, anni nei quali ci siamo divisi, anni che hanno visto disperdere storie, esperienze, professionalità. Sono stati anni nei quali il correntismo ha assunto proporzioni inaccettabili. Consuetudini alle quali è arrivato il momento di dire basta.

Il Lavoro dev’essere la nostra priorità assoluta. Infatti, nessuna società, densa di drammi sociali dovuti all’assenza di lavoro come quella siciliana, potrà mai emanciparsi e migliorarsi, se l’impegno assoluto degli attori politici e istituzionali non è indirizzato a creare le condizioni perché i livelli occupazionali aumentino in modo serio e considerevole. Su questo terreno il Partito Democratico dovrà rinsaldare e rafforzare il rapporto istituzionale con i Sindacati e le organizzazioni di categoria.

Rimettere al centro il lavoro, quindi, come grande questione democratica. Da questo il Pd deve ripartire avviando misure contro l’impoverimento dei redditi da lavoro, garantendo soglie minime di reddito, salario e pensione, favorendo l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro con percorsi che non trasformino la flessibilità in precariato a vita, ma siano anzi progressivamente garantiti.

Perché senza lavoro, ci sarà sempre meno cultura. E con meno cultura ci sarà più mafia, più delinquenza, più disagio giovanile, più arretratezza, meno sviluppo.

Non cogliere il tema del lavoro come una necessità, una priorità, equivarrebbe a decretare il fallimento della nostra azione e degli obiettivi di cambiamento che ci prefiggiamo.

Dobbiamo, dunque, assumere la necessità della costruzione di un nuovo modello di sviluppo per la Sicilia come la precondizione per marcare il senso profondo della diversità.Un modello di sviluppo che deve vederci attori e non spettatori, suggeritori di soluzioni e non silenti osservatori, dobbiamo aspirare ad essere collante di intelligenze ed energie. Dobbiamo avere il coraggio delle scelte, dobbiamo orgogliosamente scegliere da che parte stare, per usare le parole di Antonio Gramsci “vivere vuol dire essere partigiani, chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano, essere indifferenti è parassitismo, vigliaccheria”.

Dunque il Partito Democratico Siciliano deve con chiarezza dire da che parte vuole stare ed è pertanto ineludibile che noi si debba stare dalla parte della Legalità, a fianco, accanto a chi ogni giorno rischia la vita per combattere la mafia e le ecomafie, a chi spende la sua vita nella frontiera dell’accoglienza, accanto a chi opera nel mondo del volontariato, che si occupa delle periferie della nostra società, accanto a chi vuole impedire nuove cementificazioni, nuove aggressioni selvagge al nostro territorio, alle nostre spiagge alle tante meravigliose testimonianze di cultura che il mondo ci invidia. Siamo profondamente preoccupati della situazione di rischio idrogeologico della nostra terra. I fatti legati al maltempo e all’alluvione dei giorni scorsi hanno riacceso una ferita sempre aperta. Ma la risposta va ricercata nella programmazione, nella capacità di spesa e non certamente nella squallida ricerca di un colpevole nel momento più difficile.Dobbiamo stare dalla parte degli ultimi, vicini al mondo delle associazioni di volontariato laiche e cattoliche, accanto ai tanti giovani che possono e debbono restare in Sicilia trovandovi una occasione di riscatto che esalti i loro saperi.

Nella terra di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e dei tanti martiri morti sotto il fuoco omicida della mafia, il Partito Democratico Siciliano deve essere punto di riferimento di tutti coloro che si battono per una società migliore, perché, per usare le celebri parole di Giovanni Falcone, “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.

Ma per fare questo, starà a noi dare il buon esempio, starà a noi dimostrare di essere credibili. Starà a noi vivere la sfida della “coerenza” come la sfida delle sfide; ed è per questo che dobbiamo avvertire il dovere morale ancor prima che politico, di saper diventare capaci di aggregare quanti possono con noi condividere un percorso di rinnovamento e di cambiamento. L’inclusione di cui dicevamo prima.

Lavoro, Scuola, ambiente, sostenibilità, turismo, accoglienza, solidarietà, saranno gli aspetti identitari che dovranno contraddistinguere il nostro modo di fare politica, la nostra presenza nelle istituzioni.

Dobbiamo dare vita a uno sforzo collettivo, all’Assemblea Regionale, nei Comuni, nelle sezioni, affinchè ogni nostra attività, ogni nostra iniziativa, sia ispirata a una forte, decisa e non sindacabile tensione morale.

Siamo consapevoli, però, che da soli non potremo farcela. In questo momento non va sottaciuta neanche la crisi complessiva che il sistema economico sta attraversando; crisi che nel mezzogiorno ed in Sicilia fa sentire più forte la sua morsa. Una regione in cui alcuni indicatori dimostrano come ci siano le capacità di uscire dall’emergenza, anche se, però, occorrono adeguate politiche per concretizzare questo percorso. Ed occorre, Nicola, che il PD faccia sentire la sua voce, il suo impegno concreto per il mezzogiorno e la Sicilia. Ed è necessario che nessun governatore di una regione si permetta più di dire il sud può aspettare. Si vergogni!

E’ questo l’appello forte che viene oggi da Morgantina. Quello per il sud, per il mezzogiorno, per la fiscalità di vantaggio, per il trasferimento di risorse e aiuti concreti. Questo è ciò che chiediamo a gran voce. Un ruolo che in Sicilia si sostanzia nella necessità inderogabile di interventi per lo sviluppo, interventi per la realizzazione di infrastrutture, sostegno a politiche in grado di creare nuovi posti di lavoro, in grado di ridurre i gravi e imperdonabili livelli di povertà che contraddistinguono la vita di molti siciliani. Peppe Provenzano sta facendo un grande lavoro: di concertazione amministrativa e di presenza sul territorio. È quello che serve per far sentire, concretamente, ai siciliani l’impegno del PD e del suo governo nazionale.

In Sicilia e nel mezzogiorno la morsa della crisi pesa di più rispetto ad altre regioni. Aumenta l’indebitamento medio, calano gli investimenti ed assistiamo a una forte crescita delle sofferenze bancarie ed a una stretta creditizia a danno soprattutto delle piccolissime imprese, quelle rappresentate da famiglie produttrici. A soffrire, accanto alle imprese, sono proprio le famiglie, i nostri figli, gli anziani, la parte più sensibile della società. Cresce anche il disagio economico: una famiglia su sei nella nostra regione è in difficoltà, non riuscendo a pagare l’affitto, le bollette, le spese mediche. Si riduce il benessere in quasi una famiglia su due, si impoverisce la classe media e la ricchezza si concentra sempre di più nelle mani di poche famiglie agiate. Le sofferenze sempre più diffuse dei nuclei familiari siciliani le ritroviamo nell’aumento di oltre il 30% degli sfratti negli ultimi due anni. E’ qui che deve stare il PD dalla parte di chi soffre di piu’. Qui ci deve essere il partito che si faccia interprete dei bisogni, delle attese e delle speranze di questa società che più di ogni altra soffre la crisi. Quando, in quel pomeriggio indimenticabile, incontrammo Isabelle Allende a Catania, rimanemmo colpiti dalla straordinaria forza morale della scrittrice che, nonostante le difficoltà, riuscì a trasmetterci fiducia e speranza, che sempre devono accompagnare le crisi; quindi, la consapevolezza che spesso la crisi e le avversità diventano momento di crescita, anche interiore.

Nella nostra fase storica esistono solo partiti interclassisti. Negli anni del mio impegno nei movimenti studenteschi uscì il libro di Noberto Bobbio “destra e sinistra” (PAPALE SALUTO). In quella pubblicazione, diventata cult, la definizione più eloquente per definire destra e sinistra è quella secondo cui, mentre la destra prende atto delle diseguaglianze, la sinistra con le sue azioni tende a ridurle. Ed è qui la prima grande contraddizione del tempo in cui viviamo, quella per cui, nonostante continuino ad aumentare le diseguaglianze, tanti siciliani sono stati attratti dalle sirene del voto a destra. Oggi l’azione del partito siciliano deve caratterizzarsi proprio per questo impegno, per questa azione decisa e perentoria, per questa lotta che deve essere il filo conduttore della nostra proposta politica.

Lotta ad ogni tipo di diseguaglianza: è questo il cuore della mozione congressuale. Questo è il cuore del nuovo corso del partito siciliano. Il PD deve stare dalla parte degli ultimi e dei più deboli, pronto ad offrire loro un’occasione di riscatto, una battaglia economica e sociale, un’architettura istituzionale più giusta ed equilibrata. E’ di fronte a questo quadro preoccupante che noi dobbiamo guardare al futuro e agli interessi generali a partire da un preciso punto di vista: quello di chi soffre di più, di chi è maggiormente in difficoltà perché ha sulle spalle il peso delle ingiustizie, delle inefficienze, delle distorsioni del sistema.

Rappresentare e dare voce ai più deboli, è il nostro compito. Solo se ripartiamo da lì, sapremo offrire all’Italia la prospettiva di una Sicilia giusta, più moderna, più europea. Ed ancora il Mediterraneo. Una Sicilia al centro di quelle culture. Tre anni fa quando Abraham (ioshùa) Yehoshua venne a taobuk, al teatro antico ci consegnò quest’immagine della Sicilia, come una Bruxelles vista mare. Una Bruxelles mediterranea. Come infatti “Bruxelles e Strasburgo rappresentano il cuore dell’identità europea la Sicilia potrebbe essere il luogo adatto a forgiare e valorizzare una identità mediterranea per i popoli che ne abitano le sponde”. L’isola più grande del mediterraneo epicentro di quelle culture. Una Sicilia con maggiori opportunità di vita e di futuro. Per tutti, e in particolare per i più giovani.

Per farlo, però, dobbiamo avere il coraggio di giocarci questa partita a mare aperto, senza chiuderci in rendite di posizione e tradizionali sacche di consenso. Siamo chiamati, quindi, ad investire in una nuova classe dirigente lucrandola innanzitutto negli entusiasmi dei movimenti studenteschi, nell’associazionismo, nel volontariato, nel mondo della ricerca e nelle storie di impegno civile e sociale. Quando abbiamo fatto queste scelte l’elettorato ha sempre risposto in modo entusiasmante come BARTOLO.

Il partito democratico siciliano deve ripartire dagli enti locali. Ho fatto il sindaco giovanissimo e per tanti anni. So quanto vale quella palestra per formare nuova classe dirigente, ma so anche quanto oggi quel mondo è fuori dall’agenda politica del governo regionale. 30 RISERVE. Il sistema delle autonomie in questi mesi si è sostituito a un Governo regionale incapace di attuare misure anticrisi, aiutando con i propri scarsi mezzi imprese e famiglie. I Comuni siciliani sono stati lasciati soli, di fronte alle emergenze sociali ed economiche, indeboliti nella capacità di chiudere i bilanci e di fare investimenti. Tagliare risorse ai comuni significa colpire le fasce deboli della popolazione. Colpire il numero e la qualità’ dei servizi alle persone, l’assistenza agli anziani. La prossima iniziativa del Partito Democratico regionale sarà un’assemblea di mille amministratori del partito. La faremo in autunno sui Nebrodi – emergenza covid permettendo – per far sentire in modo autorevole e forte la voce dei comuni.

Il PD regionale sarà un partito femminista. E’ nella storia della sinistra italiana e del riformismo alimentare il dibattito e le presenze non solo negli organi dirigenti, ma anche negli spazi di governo della cosa pubblica. Istituiremo la conferenza regionale delle donne strumento di supporto indispensabile.

Voglio un partito sempre più radicato nei territori, come il motore della tua segreteria, Nicola. Per farlo, occorre consolidare la vita dei circoli, il principale punto di riferimento per iscritti, simpatizzanti e cittadini. Non a caso, sulla scorta del percorso disegnato dalla segreteria nazionale abbiamo voluto aprire questa due giorni proprio con l’assemblea dei nostri segretari di circolo. Un’ assemblea non solo partecipata, ma anche appassionata. Proprio i circoli, per primi, sono chiamati ad avviare un sereno processo di inclusione e Partito inclusivo è una delle parole chiave del nuovo corso del PD siciliano. Non temiamo nuovi interlocutori: siamo più’ forti se apriamo le porte e disegniamo un progetto politico più ampio, se mettiamo da parte i rancori e dimentichiamo le offese. Definiremo da subito alcune piattaforme come PD sicilia community. Lavoreremo per un partito protagonista sui social e che sia in grado di accompagnare la proposta politica con un supporto tecnico e autorevole dato dai dipartimenti del partito. FESTE UNITA’

Penso che tutti noi dobbiamo guardare all’esperienza dei giovani democratici come a una realtà che, nella sua autonomia, può offrire a tutto il partito un contributo importante e irrinunciabile. Quando parlo di giovani democratici mi riferisco soprattutto ai sedicenni, a coloro che sono impegnati nei movimenti studenteschi. Io venni eletto consigliere comunale a ventun anni. È questo il modello da esportare. Dobbiamo essere pronti a cedere spazi di governo e di proposta a quella fascia d’età. “Vola solo chi osa farlo” è il motto di Luis Sepulveda, che dobbiamo fare nostro. La passione politica e civile di tante ragazze e di tanti ragazzi, che si misurano non solo con i problemi di una generazione, ma con i problemi della società intera, costituiscono per noi un patrimonio prezioso che va accolto, rispettato e valorizzato in tutte le occasioni e ad ogni livello. “I giovani non hanno bisogno di sermoni. I giovani hanno bisogno di esempi di onesta, di coerenza e di altruismo” diceva Sandro Pertini; esempi che il PD, che noi, siamo chiamati a dare.

Darò successivamente comunicazione di tutta la segreteria e dei responsabili dei dipartimenti con la relativa composizione. Ma certamente il nuovo corso non potrà prescindere da un cambio di passo e da forze fresche. In tutta la fase congressuale abbiamo fatto riferimento ad una segreteria giovane ove una nuova classe dirigente possa mettere al servizio del partito le esperienze maturate negli enti locali. Renzo Bufalino sarà il vicesegretario; Francesca Busardo’ il Tesoriere. Fabio Venezia, Elisa Carbone, Daniele Vella e Maria Grazia Leone nel cuore pulsante della segreteria.

Dobbiamo cogliere l’occasione di questo congresso per ripartire dalla società e per aprire una nuova fase politica del centrosinistra che abbia come principale obiettivo quello di tornare alla guida della Regione, e dei Comuni in cui la destra ha avuto la meglio. Li dobbiamo democraticamente sconfiggere non solo sul piano delle idee. Dobbiamo batterli per la capacità di saper realizzare ciò che pensiamo e che vogliamo fare quando siamo chiamati a governare.

Concludendo, l’appello al popolo del PD è lo stesso che abbiamo celebrato nel centenario lo scorso anno e che oggi si rivela quanto mai attuale – Caltagirone si intravede da questa altura – è l’appello “ai liberi e forti che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della patria, senza ne’ pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà”. L’ansia di giustizia e libertà delle parole di Luigi Sturzo, il richiamo alla moralità della politica, la coesione e il dialogo per il bene comune, ancora oggi attualissimi, sono il miliarium aureum, la pietra miliare del nostro percorso politico. Oggi, in questo luogo così affascinante e suggestivo, tra questi resti che mantengono vivo il senso di comunità, la partecipazione alla vita collettiva e la costruzione del bene comune – valori fondanti della polis greca- assumo l’impegno di guidare il mio partito. Saranno le virtù elleniche a guidarci in questo percorso: l’etica e la morale con l’impeto, la passione, l’audacia. So che sarà l’incarico più difficile della mia vita. Credetemi. Vi garantisco che spenderò tutto me stesso con umiltà, semplicità tenacia e determinazione. Ce la metterò tutta per costruire il partito che vogliamo. W la SICILIA W IL PD

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