Dal Senegal a Messina, Moussa: una storia d'integrazione e lavoro VIDEO

Dal Senegal a Messina, Moussa: una storia d’integrazione e lavoro VIDEO

Marco Olivieri

Dal Senegal a Messina, Moussa: una storia d’integrazione e lavoro VIDEO

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sabato 23 Luglio 2022 - 07:26

Inserito nei progetti di tirocinio lavorativo a cura della Medihospes, il giovane è la prova vivente della possibilità d'integrazione in città

Di Marco Olivieri (riprese e montaggio di Silvia De Domenico)

MESSINA – Dal tirocinio lavorativo al contratto. Moussa Kande è approdato a Messina da minorenne, lasciando il Senegal. Inserito nello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), ora Sai (Sistema d’accoglienza e intergrazione), Moussa è la una prova vivente della possibilità d’integrazione. Il tutto grazie ai progetti di orientamento della Medihospes, cooperativa di assistenza sociale e sanitaria, in sinergia con gli operatori della struttura.

“Dopo il tirocinio di tre mesi, e poi altri tre mesi, mi hanno fatto firmare un contratto di lavoro in un ristorante. Sono arrivato qui – ricorda Moussa in occasione dell’incontro di ieri a Palazzo Zanca – il 20 dicembre 2018 e dal 2019 lavoro come cameriere. Sono stato accolto dello Sprar che mi hanno seguito in ogni aspetto. Ho anche giocato al Cus, oltre ad andare a a scuola. Sono stato due anni nella struttura e ora vivo da solo”.

Come Moussa (nella foto), un altro giovane, Ozil, dopo il tirocinio ha trovato lavora come dipendente nell’ambito della ristorazione messinese. Riservato e di poche parole, Moussa Kande s’illumina quando pensa al suo percorso: dai primi passi fino all’autonomia di oggi, all’età di 21 anni.

11 tirocini e 11 contratti a Messina

In generale, a cura del Sai, vi sono stati fino ad ora undici tirocini formativi con il passaggio al contratto per undici migranti, inseriti nel tessuto cittadino. Evidenzia Maria Andaloro, responsabile dell’Ufficio orientamento della Medihospes: “Ci occupiamo della ricerca di opportunità formative e lavorative. Favoriamo l’acquisizione di competenze sia con corsi di formazione, sia con tirocini formativi in aziende”.

Aggiunge Maria Andaloro: “Si tratta di tirocini attivati grazie al Centro per l’impiego o attraverso bandi Anpal. L’ufficio svolge attività di ascolto e supporto agli ospiti del Sai, in sinergia con l’équipe in struttura, e contestualmente si occupa dell’individuazione di attività e iniziative che consentano loro di acquisire e potenziare le competenze di base. Penso, ad esempio, ai corsi di formazione per ottenere attestati qualificanti. In parallelo, ci occupiamo della ricerca e selezione di aziende operanti sul territorio e che svolgano attività coerenti con le attitudini e le esperienze lavorative manifestate dai nostri ospiti durante i colloqui”.

“Con il passare del tempo – ha messo in risalto la dottoressa Andaloro – siamo riusciti a creare una rete con diverse aziende, che ci hanno dato fiducia e a cui abbiamo dato fiducia. Da qui importanti opportunità per i “nostri” ragazzi, ai quali rivolgo un particolare ringraziamento perché non siamo solo noi ad aver insegnato qualcosa a loro. Ma sono loro, ogni giorno, a insegnare qualcosa a noi”.

I numeri del Sai a Messina

Nel Sistema d’accoglienza e integrazione dedicato ai vulnerabili (Ds/Dm Vulnerabili), a Messina, vi sono 71 donne, di cui 56 donne singole vittime di tratta e di violenza, nuclei monoparentali e donne con necessità sanitarie, 15 uomini con necessità sanitarie e locali. Il tutto in sette appartamenti e un centro collettivo di medie dimensioni.

Per il progetto Sai Msna, Minori stranieri non accompagnati, sono ospiti 37 minorenni di sesso maschile in tre appartamenti iscritti all’albo regionale delle strutture socio-assistenziali: Casa Touré (10), Casa Michelle (15), Casa Aylan (12).

Per i Sai ordinari, sono ospiti 15 nuclei familiari e sei uomini singoli, con un centro collettivo di piccole dimensioni e un appartamento.

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2 commenti

  1. Vi occupate anche dei giovani disoccupati messinesi che in mancanza di tanta attenzione sono costretti a lasciare la città per emigrare?

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  2. Tu Mario, oltre a criticare gli effetti positivi di politiche di integrazione, strumento di crescita delle società di oggi, di cosa ti occupi? O forse sei tu uno dei giovani disoccupati messinesi che auspica più attenzione? L’attenzione bisogna meritarla, talvolta. Tu, come speri di fare? Criticando alla cieca? Non immagini nemmeno le storie di sofferenza e di riscatto che stanno dietro a questi ragazzi che hanno lasciato, ancora minorenni, la loro terra, in cerca di un futuro…Ma fammi il piacere, taci!!!

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