Gli studenti di Messina in corteo per Gaza. “A scuola si deve parlare di questo genocidio” VIDEO

Gli studenti di Messina in corteo per Gaza. “A scuola si deve parlare di questo genocidio” VIDEO

Silvia De Domenico

Gli studenti di Messina in corteo per Gaza. “A scuola si deve parlare di questo genocidio” VIDEO

venerdì 03 Ottobre 2025 - 15:50

Le associazioni studentesche in corteo per la Palestina. “Facciamo rumore, blocchiamo tutto”

MESSINA – In mezzo a migliaia di cittadini sono scesi in piazza gli studenti di Messina. Liceali e universitari uniti in corteo per dire “stop al genocidio”. Nelle loro scuole o nelle aule universitarie non si parla abbastanza di quello che sta accadendo nel mondo e molti di loro si sentono impotenti. “Tutto quello che possiamo fare è bloccare le strade, fare rumore e gridare che la Palestina deve essere libera”, raccontano ai nostri microfoni.

È partito questa mattina da piazza Antonello, a Messina, il corteo promosso in solidarietà con la Palestina e in difesa della Flotilla umanitaria. Il concentramento è iniziato alle prime ore della mattina, mentre intorno alle 9:30 il corteo ha preso il via snodandosi lungo corso Cavour, via Tommaso Cannizzaro e via Garibaldi, per poi concludersi in piazza Unione Europea.

A sfilare, centinaia di persone tra studenti, attivisti, sindacalisti e rappresentanti del mondo politico e associativo. In prima linea i delegati cittadini della Cgil, insieme ai volontari di Emergency, agli studenti dell’Udu, ai sindacalisti di Usb, alla Rete degli studenti medi e a esponenti locali del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico.

Il corteo è stato colorato da numerosi striscioni e bandiere palestinesi, simboli fortemente visibili lungo tutto il percorso. Tra i manifestanti, anche molti bambini accompagnati dai genitori, a sottolineare il carattere inclusivo e intergenerazionale dell’iniziativa. Presenti anche molti studenti stranieri e cittadini comuni, tutti uniti da un messaggio condiviso: la richiesta di giustizia, pace e rispetto dei diritti umani universali.

Durante il percorso, diverse voci si sono alternate al megafono. Particolarmente applaudito l’intervento di una docente, che ha denunciato una realtà sempre più diffusa. “A scuola ci è stato chiesto di non parlare della Palestina in classe. Ma non possiamo continuare a rimandare in silenzio. Educare significa anche insegnare a prendere posizione davanti all’ingiustizia”, ha detto la professoressa.

Resta da capire se questa pressione, queste mobilitazioni riusciranno a produrre cambiamenti concreti, se porteranno ad un’apertura di un dialogo politico serio, un coinvolgimento delle Nazioni Unite, un’indagine internazionale sulle violenze commesse. Intanto, una cosa è certa: la solidarietà non si ferma, nemmeno davanti ai blocchi navali.

Video di Carmen Licata (progetto L’estate addosso)

12 commenti

  1. Pure io quando andavo a scuola scioperavo, ma non mi interessava il motivo l’importante era non andare a scuola poi di venerdì era l’ideale.

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  2. Grazie per il contributo.Libertà di manifestare,parola,stampa!Che non resti una pagina isolata.

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  3. Invece di andare a scuola, di andare a lavorare per produrre, si fa vacanza si fa moda

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  4. Bravi da stamattina avete cambiato tutto,avete anche eliminato i commenti di altri e due miei commenti non sono stati pubblicati,siete una testata libera e democratica.

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    1. Marco Olivieri 3 Ottobre 2025 21:54

      Ma di cosa sta parlando?

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  5. Mi vergogno di essere italiano

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  6. Bravi, stavolta si che avete costruito un bel ponte. Ma andate a lavorare ed a scuola, sIete la vergogna nazionale.

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  7. Chi non ha coscienza politica da ragazzo e sciopera senza motivazioni ben difficilmente la avrà da adulto. Qualcuno senz’ altro ha solo bigiato a scuola,ma la grande maggioranza crede in quello che fa e cerca di svegliare le coscienze dormienti e soprattutto, e peggio, collaborazioniste.
    Chi non denuncia il male è colpevole come chi lo fa, diceva Tucidide

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  8. Vergogna nazionale è non riconoscere lo stato palestinese e chiudere gli occhi sulla strage di civili. Ciò che fa il governo italiano. Chi protesta ha perfettamente ragione.

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  9. Bravi adesso per non far fare commenti ai vostri articoli,una volta premuto il pulsante robot,non si pùò premere il pulsante invia in quanto compaio diversi quadrati con delle figure da indovinare,e quini dopo aver scritto il commento non è più inviabile.

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    1. Marco Olivieri 4 Ottobre 2025 14:29

      Che significa quello che ha scritto?

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  10. Salvini dice idiozie e voi le ripetete.

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