Intervista a mons. Giovanni Accolla. Per Natale l'invito alla Diocesi a guardare i "“numerosi segni di bontà ed agli esempi poco appariscenti, ma autentici di generosità, solidarietà e carità"
MESSINA – Umanità, dignità, modelli da seguire e da proporre in particolare ai giovani. La piaga della disoccupazione, il taglio dei servizi, l’emarginazione e l’isolamento dilagante, in particolare per quanto riguarda i disabili, “un mondo regolamentato da un quadro normativo che andrebbe rivisto”.
L’arcivescovo Giovanni Accolla spazia a 360 gradi durante il consueto incontro con i giornalisti, ai quali ha consegnato il messaggio augurale di Natale rivolto alla Diocesi. Viene più volte sollecitato a parlare, anche quest’anno, delle baracche. Ancora lì.
Il presule risponde parlando di “una realtà dove molto di quanto ci circonda non è più vergine, inquinato da relazioni che turbano la dignità dell’uomo”; lontano dalla tentazione dello sconforto e della rassegnazione”.
Ed invita a guardare i “numerosi segni di bontà ed agli esempi poco appariscenti, ma molto autentici di generosità, di solidarietà e di carità per ricreare il terreno vergine” dove possa attecchire la chiamata del Signore. Ed è una chiamata che diventa accoglienza e disponibilità alla testimonianza, sul modello della famiglia di Nazareth contemplata nel presepe, quel presepe che Papa Francesco, nella sua ultima Lettera Pastorale, indica come segno di evangelizzazione e che in vari Comuni e parrocchie dell’Arcidiocesi viene in questi giorni realizzato come presepe vivente”.
Infine, ma non certo per ordine di importanza, l’arcivescovo rivolge il pensiero agli abitanti delle Isole Eolie, di Lipari in particolare, “che stanno patendo disagi a causa degli effetti devastanti del maltempo”.