Toti: Calabria a un bivio, è la sua grande occasione - VIDEO

Toti: Calabria a un bivio, è la sua grande occasione – VIDEO

mario meliado

Toti: Calabria a un bivio, è la sua grande occasione – VIDEO

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domenica 11 Luglio 2021 - 07:07

Prima di Soverato e dell’appuntamento lametino di oggi, ieri tappa a Reggio per il leader di Cambiamo!, pronta alla fusione in Coraggio Italia

“Due giorni” calabrese per il leader di Cambiamo! e presidente della Giunta regionale ligure Giovanni Toti.

Ieri pomeriggio a Reggio Calabria, per la programmata conferenza stampa all’Hotel Excelsior alla presenza di big del partito come il coordinatore esecutivo nazionale Pino Bicchielli e il senatore Gaetano Quagliariello.

Con lui, al tavolo dei relatori, il coordinatore regionale Franco Bevilacqua, quello provinciale Saverio Anghelone e la viceresponsabile nazionale di Cambiamo! Giovani Cetty Scarcella. Sùbito dopo, tappa a Soverato. Stamattina, la convention a Lamezia Terme col candidato alla Presidenza della Regione per il centrodestra Roberto Occhiuto.

Economics

«Abbiamo davanti alcuni anni che possono cambiare il nostro Paese grazie a qualcosa come 200 miliardi di euro – fa presente Giovanni Toti ai cronisti –. Abbiamo l’esigenza di far ripartire un pezzo di Paese come la Calabria, senza il quale non si porta benessere in questa regione e neanche nel Paese. Perché è chiaro che serve puntare sulle regioni oggi meno sviluppate, in grado di crescere più velocemente».

Voto cruciale

«Le Regionali che si svolgeranno in Calabria di qui a poche settimane non saranno un appuntamento “qualunque”. Saranno Regionali fondamentali, perché – ha spiegato il leader di Cambiamo! – decideranno chi guiderà la Giunta e il Consiglio regionale per i prossimi cinque anni. Anni in cui o la Calabria decolla in modo chiaro e netto, o perderà la più grande occasione dal dopoguerra a oggi».

Mutazione

Ma alla fine, è poi vero che a metà della prossima settimana Cambiamo! si scioglierà emulsionandosi in Coraggio Italia? Stando ai boatos, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro dovrebbe andare a guidare la formazione, il cui vicepresidente sarebbe invece lo stesso Toti.

«Noi stiamo riunendo, qua come in tutt’Italia, le migliori energie politiche e civiche sotto il marchio di Cambiamo!. Sapete anche che ci stiamo allargando e aggiungendo a un’altra forza che è Coraggio Italia. Porteremo quest’unione anche alle prossime Regionali – fa notare il Governatore della Liguria –, col marchio che decideremo, più civico o più politico che sia. Come si vede, non siamo affezionati ai marchi, alle sigle… e neanche alle poltrone. Non ci confonderemo con altre forze politiche di coalizione. Ognuna ha la propria individualità e il proprio modo d’esprimersi; credo che la somma di queste individualità sia la forza del centrodestra».

«Cambiare i territori e poi il Paese»

La ricetta politica di Giovanni Toti, peraltro, è imperniata su un cambiamento del Paese “dal basso”. Cioè: si parte col mutare lo status quo dei territori, per cambiare l’Italia.

«Sì, si parte da qua. Io stamattina vengo da Genova, uno dei luoghi al mondo in cui si producono più imbarcazioni – replica l’interessato a Tempostretto –. E abbiamo un Sud Italia che non ha delle Marine resort dove stare, pur avendo una costa straordinariamente bella. Peraltro, siamo un Paese che produce il 10-12% di Prodotto interno lordo turistico, quando potrebbe fare molto di più. E il Sud è una delle culle della civiltà mediterranea, ma troppo spesso ha perso il primato culturale: cultura non significa spendere soldi, significa anche portarne. Invece – è il monito di Toti – mettiamo per il Mezzogiorno tanti soldi che, spesso, neanche vengono spesi. E abbiamo una Sanità che viene commissariata da Roma con un “gioco delle tre carte” più degno di un autogrill che dei Ministeri… Se l’Italia non inverte questi dati, siamo destinati al fallimento. Oggi abbiamo le risorse e le capacità: occorre dotarsi di una classe dirigente in grado di metterle a frutto».

Più Gioia

Gioco facile, chiedere al Governatore della Liguria, sede di un porto poderoso come Genova, quale “ricetta” si potrebbe applicare per Gioia Tauro. Un gigante del transhipment, eppure troppo spesso avvertito come una cenerentola, a fronte di altri colossi italiani.

«Per Gioia Tauro servono investimenti mirati, fatti e realizzati nei tempi opportuni e in totale sicurezza. Questo – argomenta il presidente Toti – può avvenire anche qua: Genova non è certo alternativa a Gioia Tauro. Le navi portacontainer da 22mila teus è a Gioia che arrivano: poi si divide il carico per raggiungere le destinazioni finali, tra le quali Genova. Certo, Gioia Tauro deve avere i treni, l’Alta capacità ferroviaria, banchine con le gru elettriche. E un’importante scuola di formazione professionale, perché nei porti ormai non si lavora più come 20 anni fa, ma coi joystick e le gru. Ma la portualità italiana non si riduce a Genova: Genova vive, se gli altri porti italiani sono forti».

Un porto crocieristico

E c’è un tema parallelo, affine ma diverso: «La Calabria deve avere un porto crocieristico. Siamo la prima industria del Mediterraneo per le crociere: solo Fincantieri ha in pancia ordinativi per svariati miliardi di euro per nuove navi da crociera. Quelle piccole di lusso, quelle medie premium, quelle grandi da 6mila passeggeri. La Calabria non può non candidarsi ad avere un porto crocieristico di primo piano».
Al termine dell’iniziativa a Reggio Calabria, scambio di doni e photo opportunity per Toti insieme agli attivisti locali del partito.

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Un commento

  1. bonanno giuseppe 11 Luglio 2021 07:55

    i NORDICI all’attacco danno lezioni ai SUDDITI i . ma VERGOGNAMOCI ………VERGOGNA

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