UniMe, dottorato honoris causa a Santo Versace: "In Sicilia e Calabria si può fare innovazione" VIDEO

UniMe, dottorato honoris causa a Santo Versace: “In Sicilia e Calabria si può fare innovazione” VIDEO

Marco Olivieri

UniMe, dottorato honoris causa a Santo Versace: “In Sicilia e Calabria si può fare innovazione” VIDEO

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lunedì 12 Maggio 2025 - 13:10

L'imprenditore ha ricevuto il titolo in "Economics, Statistics and Management" dalla rettrice Giovanna Spatari

MESSINA – “Ricordo con piacere la mia esperienza a Messina. Con il vento in faccia, guardavo la Sicilia dal traghetto e studiavo all’Università. Uno studio straordinario. Oggi sono emozionatissimo per questo dottorato honoris causa”. Santo Versace ha ricevuto stamattina il titolo in “Economics, Statistics and Management” dalla rettrice Giovanna Spatari. Un riconoscimento a un imprenditore capace di coniugare lo spirito d’impresa con “l’attenzione al sociale”, come ha sottolineato Augusto D’Amico, ordinario di Economia e Gestione delle imprese, che ha tenuto la Laudatio.

Nella sua Lectio Dottoralis, invece, Santo Versace ha ricordato “i sogni e i progetti con il fratello Gianni e il suo percorso imprenditoriale senza perdere l’attenzione ai fragili grazie alla mia Fondazione. Ho quattro volte 20 anni ma è come se ne avessi davvero venti. Io e mia moglie siamo molto impegnati nel sociale. Ripercorrendo la mia carriera, posso dire che, con mio fratello Gianni, abbiamo conquistato il mondo. E oggi in Calabria e Sicilia si possono fare start up e innovazione. La nostra cultura e le nostre radici possono far decollare le nostre terre”, ha evidenziato sempre Versace.

“Santo Versace nel pantheon dei più importanti manager mondiali”

Assieme a Spatari e D’Amico, erano presenti anche il direttore del dipartimento di Economia, Gustavo Barresi, il coordinatore del Dottorato, Fabrizio Cesaroni, e il direttore generale Pietro Nuccio.

Così in una nota UniMe: “Inserito unanimemente nel pantheon dei più importanti manager operanti nel poliedrico ed effervescente universo della moda italiana, considerata tra le più importanti al mondo, l’imprenditore reggino, assieme al genio creativo del fratello Gianni, ha guidato la Maison Versace, affermandola come icona mondiale della moda “Made in Italy”. Per il marchio Gianni Versace (fondato nel 1978) ha ricoperto il ruolo chiave di presidente fondatore e ha contribuito ad espandere il brand in una vasta rosa di settori, tra cui abbigliamento, profumi, accessori e arredamento. È presidente fondatore di Altagamma (Associazione delle Imprese Italiane di Alta Gamma), nata nel 1992 per riunire e promuovere a livello internazionale le aziende italiane d’eccellenza nel settore del lusso”.

Spatari: “Ha sempre ricordato con orgoglio il periodo di formazione all’Università di Messina”

“Sono grata – ha detto la rettrice – ai colleghi del Dottorato di ricerca in Economics, Management and Statistics per aver voluto conferire al dottor Versace un riconoscimento meritatissimo per la grande capacità dimostrata in campo imprenditoriale con l’esportazione del made in Italy e per la grande leadership civile manifestata con l’impegno a favore dei più fragili. Ringrazio, inoltre, il dottor Versace per aver sempre ricordato con orgoglio il periodo di formazione vissuto all’Università di Messina, Ateneo che lo accoglierà sempre a braccia aperte”.

“Con mio fratello Gianni abbiamo conquistato il mondo senza mai dimenticare le nostre radici”

“Sono davvero molto felice di essere qui – ha commentato l’imprenditore – e non avrei mai pensato di vivere una emozione così intensa. Desidero ringraziare, innanzitutto, mia moglie ed anche la rettrice, i docenti e i presenti per avermi concesso questo onore. Ricordo i miei anni in questa Università come un periodo straordinario in cui ho avuto l’opportunità di studiare e di pensare liberamente al mio domani. Desidero dire ai giovani che è giusto sognare, ma lo è altrettanto impegnarsi, con grinta e passione, per fare in modo che un sogno si possa realizzare. Non dovete mai mollare, è importante lottare sempre per i propri obiettivi ed anche per qualcosa di più. Questo è l’insegnamento più grande che ho ricevuto dalla mia famiglia e dall’intenso percorso vissuto insieme a mio fratello Gianni. Insieme, siamo riusciti a farci largo nel campo della moda, ad essere riconosciuti a livello internazionale e ad esportare il made in Italy, dando una nuova immagine al nostro Paese, oggi uno dei più amati al mondo. Abbiamo fatto tutto questo senza mai abbandonare le nostre radici, che hanno invece rappresentato un punto di forza fondamentale”.

“Con Altagamma abbiamo riunito 120 aziende”

Ha continuato l’imprenditore durante la Lectio Dottoralis: “Mi piace menzionare, oltre alla Maison Versace con cui ho vissuto un viaggio meraviglioso, anche l’associazione Altagamma che vide la luce nel 1992. Nacque dalla visione di unire tutte le imprese di settore desiderose di lavorare insieme per portare sempre più in alto il made in Italy. Oggi, Altagamma eè divenuta una fondazione e riunisce 120 aziende che continuano a perseguire con successo lo stesso obiettivo. Raccontandovi tutto questo, non posso tralasciare altri due aspetti che hanno sempre accompagnato la mia vita e continuano ancora a farlo con rinnovato vigore: la dignità delle risorse umane e l’impegno sociale. Gli azionisti delle aziende, difatti, possono cambiare, ma coloro i quali formano realmente una impresa sono quelli che ci lavorano con qualità e attenzione per ciò che fanno. È l’operato di queste persone che ridefinisce il concetto di lusso; non si tratta di semplice consumo superfluo e ostentativo di un oggetto, ma di eccellenza, cultura, storia, innovazione e cura amorevole per il lavoro”.

Ha concluso Versace: “Per l’appunto, l’essenziale è ciò che serve davvero. Alla base di tutto c’è l’amore per quello che si fa, lo stesso che ha portato alla nascita della fondazione Santo Versace nel 2021, grazie soprattutto a mia moglie che ha tradotto la visione etica d’impresa in azioni concrete a beneficio dei più fragili. Penso, ad esempio, ai progetti Abbracci in libertà, nati dall’esigenza di creare un ambiente accogliente all’interno del carcere di Bollate per tutelare il legame madre-figlio in condizioni di reclusione. E ‘Il miracolo della vita’, realizzato nella baraccopoli di Kibera – a Nairobi – per creare un rifugio stabile in favore delle giovani madri senza fissa dimora”.

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