Crocetta ha il sì dell'Aula: "Mi batterò a Roma per l'Authority di Messina oppure un Consorzio"

Crocetta ha il sì dell’Aula: “Mi batterò a Roma per l’Authority di Messina oppure un Consorzio”

Rosaria Brancato

Crocetta ha il sì dell’Aula: “Mi batterò a Roma per l’Authority di Messina oppure un Consorzio”

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lunedì 08 Febbraio 2016 - 17:36

Crocetta si farà portavoce a Roma della richiesta di una sedicesima autorità portuale, quella dello Stretto. A dare il "mandato" è stato il consiglio comunale alla presenza dei deputati regionali Picciolo, Germanà, Panarello e Laccoto. Assenti, polemicamente, tutti i parlamentari nazionali e parte dei regionali.

La seconda parte del compleanno Crocetta l’ha trascorsa a Palazzo Zanca, in un’Aula semivuota, vuoi per abitudine, vuoi per l’orario, chiamata ad affrontare il tema del giorno: il destino dell’Autorità portuale dopo la riforma Madia.

Il governatore, che al fianco aveva il sindaco Accorinti, i deputati regionali Beppe Picciolo, Nino Germanà, Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto, ha ribadito quanto detto nelle scorse settimane e cioè la ferma volontà di dare battaglia contro l’accorpamento di Messina a Gioia Tauro ed in difesa della specificità della città dello Stretto “che è stata fin troppo umiliata in questi anni”. Rispetto all’idea iniziale, e cioè al far valere l’incostituzionalità del decreto giacchè il presidente della Regione Sicilia (che è a Statuto speciale) non è stato chiamato in occasione della seduta del Consiglio dei ministri che ha portato al provvedimento, Crocetta, con il supporto della deputazione presente e dei consiglieri, ha optato per la battaglia in Parlamento. “Siamo ancora in tempo- ha spiegato- Il decreto deve essere portato all’attenzione delle Camere e ci sono i margini per batterci politicamente, ma oggi sono qui per ascoltare. Questa battaglia deve essere qualcosa di condiviso da tutti, io sono “messinese” ma se voi volete regalare Messina ai calabresi non posso farci niente. La riforma così com’è sembra un soccorso solidale verso i porti calabresi, che però economicamente sono messi malissimo. Io ho due ipotesi adesso: 1)l’Autorità portuale a Messina ed una seconda Autorità portuale a Gioia. 2)se non è possibile si fa un Consorzio tra porti. Io mi batterò con Delrio e Renzi per far valere le ragioni di Messina e dei messinesi e di Milazzo. O questa città è leader dell’Autorithy oppure si fa un Consorzio Io amo Messina e la difenderò”.

Siamo tornati quindi al punto di partenza, e cioè la determinazione per un’Authority dello Stretto, con sede a Messina. L’ipotesi Consorzio, non contemplata dal decreto, non è stata specificata dal governatore, né sul piano tecnico né su quello normativo. Crocetta ha comunque più volte sottolineato la necessità che sia la politica cittadina a prendere posizione. In Consiglio però, per una seduta aperta convocata grazie all’ordine del giorno presentato da Sicilia Futura, mancavano molti consiglieri (polemicamente tutto il gruppo Udc, vedi articolo a parte) ed anche sul fronte della deputazione erano assenti tutti i deputati nazionali, compresi D’Alia e Garofalo (che sull’Authority nei mesi scorsi si sono spesi). Il parlamentare Ncd Garofalo peraltro, ex presidente dell’Authority ed al quale si deve la predisposizione del Piano regolatore del porto ed una gestione inappuntabile dell’Istituzione, è dato tra i papabili per la Presidenza dell’Authority. Assenti anche i nazionali Mancuso, Gullo, Currò (che di recente ha preso posizione su numerose vicende cittadine), D’Uva (vedi articolo a parte) e i deputati regionali Valentina Zafarana, Franco Rinaldi, Giovanni Ardizzone, Santi Fromica, Bernardette Grasso, Pippo Currenti.

L’appello di Crocetta e dei deputati presenti è stato proprio quello alla condivisione ed all’unità su questa battaglia che, per quanto tardiva, ha ancora margini temporali per poter essere combattuta. Il “mandato” dell’Aula Crocetta ce l’ha, così come il via libera del sindaco e dell’amministrazione a battersi per la specificità e l’autonomia di Messina. Gli interventi dei deputati presenti sono stati tutti a supporto, mentre tra i consiglieri comunali non sono mancate le frecciate né a quella che è stata definita la passerella elettorale di Crocetta, né ai deputati Pd e alla stessa amministrazione.

“Sia chiaro- ha detto Accorinti- la nostra priorità, oggi come il 18 agosto del 2014 è l’autonomia di Messina. Se abbiamo detto sì a Gioia Tauro nel 2014 è stato perché ci era stato detto che dobbiamo accorparci con qualcuno. E allora, se proprio devono accorparci, meglio con Gioia Tauro che non è in competizione con noi ma complementare, piuttosto che con Catania che è concorrente. Noi diciamo, andiamo da soli, ma se dobbiamo unirci allora chiediamoci: con chi possiamo essere più forti? Quindi a Delrio ci sono un paio di cosette che insieme a Crocetta dobbiamo chiedere 1)Autorità portuale autonoma 2)abbassare i prezzi per traghettare nello Stretto, 40 euro sono un’assurdità 3)i poteri speciali. Non importa a chi vengono dati basta che li danno, perché solo con il porto di Tremestieri salviamo la città”.

Il deputato regionale Pd Filippo Panarello sottolinea come la decisione di optare per Gioa Tauro, quel 18 agosto, fu presa ob torto collo “Allora ci dissero che il numero non si poteva toccare e non c’erano altre vie d’uscita. Adesso sappiamo che è possibile ma non creiamo contrapposizioni, facciamo un dibattito costruttivo all’Ars senza scontri per arrivare alla cosa più utile”.

A ricordare che il Presidente, nonostante sia il suo compleanno, ha trascorso la giornata in mezzo ai “guai” di Messina è stato il capogruppo regionale di Sicilia Futura Beppe Picciolo: “Questo evidenzia il suo spirito di servizio. Proprio per questo mi sarei aspettato un’Aula stracolma, invece a quanto pare i consiglieri non la pensano così. Allora poi non meravigliamoci se Messina è sempre ultima e vilipesa. Mentre noi facciamo tavoli tecnici e dibattiti gli altri fanno i fatti. Attenti, se eliminano Messina vince Augusta. Noi siamo per l’autonomia e per la specificità. Se non è possibile diventa determinante la governance. Anche con Catania-Augusta purchè Messina sia dominante, dobbiamo avere la sede. Essere la sedicesima autorità è un atto dovuto nei nostri confronti. Non è troppo tardi, la Regione Liguria e la Toscana hanno impugnato la norma, facciamolo anche noi. Noi l’abbiamo sempre detto, battiamoci per l’autonomia. Nessuno, neanche la stampa potrà mai dire che noi vogliamo privarci del nostro ruolo e non ci battiamo”.

A ribadire che ci sono i margini per battere i pugni sul tavolo e ottenere la 16esima Authority è stato anche Giuseppe Laccoto, chiedendo “azione sinergica di tutti, un documento congiunto senza se e senza ma. In tutta Italia c’è la rivolta. Se nel 2014 abbiamo detto si a Gioia Tauro l’abbiamo fatto perché non pensavamo d’avere altre scelte”. Chi sin da quell’agosto disse no, andando anche contro il collega di partito Garofalo e contro l’allora ministro Lupi è Nino Germanà: “Dissi che Lupi era per Gioia Tauro perché era troppo milanese e non conosceva i nostri numeri e la nostra realtà. Lo ribadisco. Guardate i bilanci, il traffico merci, passeggeri, le risorse”.

I consiglieri comunali hanno sottolineato al Presidente la necessità di far valere le ragioni della messinesità e del diritto a non essere scippati e restare ai margini di decisioni che hanno trasformato Messina nella Cenerentola dell’isola. Non sono mancate le polemiche sia con Crocetta, che con una decisione tardiva, presa a cose fatte quando si poteva fare prima (il decreto votato il 20 gennaio era già noto 10 giorni prima), così come le frecciate verso la deputazione Pd che si è vista messa da parte proprio dal governo Renzi. E se Simona Contestabile si è chiesta: “ma la deputazione dov’era in questi mesi? I deputati Pd dov’erano mentre Renzi e Delrio prendevano queste decisioni? E che ne pensano del sindaco di Milazzo, che è Pd, di voler accorparsi a Palermo? Questo è il Festival delle intenzioni”, d’altra parte Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello hanno posto l’accento su una passerella inutile e tardiva, Lucy Fenech ha posto l’accento “non sulle poltrone ma sulla governance, parliamo di come devono essere redistribuite le risorse senza impoverirci” mentre Benedetto Vaccarino ha chiesto: “Caro presidente, vogliamo capire, lei è per Messina in autonomia oppure, se così non potesse essere è per l’accorpamento con Catania-Augusta?”.

Rosaria Brancato

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