Il 19enne si è sparato per errore mentre si trovava con gli amici. L'allarme sulla disponibilità di armi tra i giovanissimi
Messina – Non ci sono elementi per ipotizzare che qualcun altro sia coinvolto nella morte di Michele Lanfranchi, avvenuta lo scorso 2 giugno a Giostra. Anzi, la perizia balistica conferma l’ipotesi che il colpo di pistola che lo ha colpito al collo sia partito proprio era lui stesso ad avere in mano l’arma.
Laganà non c’entra
Sono questi gli elementi che spingono la Procura di Messina a chiedere l’archiviazione per l’ipotesi di reato nei confronti di Giovanni Laganà, il proprietario dell’appartamento dove il 19enne è morto, e per il caso in sé. Gli accertamenti ordinati dalla PM Liliana Todaro lasciano intendere infatti che si è trattato di un incidente e che Michele si sia sparato da solo, come hanno raccontato da subito i testimoni, ovvero i familiari di Laganà, assistito dall’avvocato Salvatore Silvestro, in casa col ragazzo quella sera.
L’indagine

Una tesi che non aveva mai convinto del tutto i familiari di Michele, che adesso dovranno decidere se opporsi o meno all’archiviazione, valutando gli elementi insieme al loro legale, l’avvocato Giuseppe Bonavita. Al momento la richiesta della Procura al giudice per le indagini preliminari non è stato ancora notificato alle parti.
Michele quindi quella sera stava “giocando” con quella Mauser con matricola abrasa acquistata chi sa dove qualche giorno prima, quando è partito il colpo. Il ragazzo è rimasto in agonia per alcuni minuti ma quando sono arrivati i soccorsi e la Polizia era ormai senza vita, il suo corpo era adagiato sul marciapiede antistante l’abitazione di Laganà. L’uomo e gli altri testimoni hanno raccontato di averlo portato all’esterno, dopo l’incidente, nel tentativo di soccorrerlo.
I punti poco chiari
La Squadra Mobile e la Procura si erano mosse subito per verificare il racconto dei presenti e vagliare soprattutto il perché di quello “spostamento” del corpo agonizzante di Michele. L’episodio era avvenuto altrove? Adesso l’inchiesta potrebbe essere chiusa, soprattutto alla luce della conclusione che si è trattato di un colpo partito per errore.
Allarme armi tra i giovanissimi
Un tragico errore: un diciannovenne che ha in mano una pistola carica, acquistata con facilità forse sul dark web, che mette fine ai suoi giorni. Nei mesi scorsi le forze dell’Ordine e la Procura hanno più volte lanciato l’allarme sulla grande disponibilità di armi, soprattutto tra i giovanissimi, a Messina. Un allarme rilanciato anche dalla Commissione regionale antimafia durante l’ultima tappa in città.
