Ieri il corteo a Villaggio Unrra, a Messina, e venerdì si è svolto il confronto del comitato Noponte Capo Peloro con l'ingenere Risitano ("Un progetto falso")
MESSINA – Sono giorni ancora caldi sul fronte del ponte sullo Stretto e di chi si oppone. Ieri la manifestazione no ponte a Contesse e Villaggio Unrra. Nel frattempo, il comitato Noponte Capo Peloro ha inviato una sintesi dell’incontro a “Casa Cariddi“, dal titolo “Il ponte non regge” nell’ambito degli incontri “I Venerdì noponte”.
“È un progetto falso, non andrà avanti”: con questa dichiarazione dell’ingegnere Antonio Risitano si è concluso il confronto, Risitano ha esposto, con l’aiuto di alcune slides, le osservazioni che ha inoltrato alla Commissione Via/Vas (Valutazione d’impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica): “Sono stato l’unico ad avere ricevuto un’ampia risposta da tecnici di alto livello, ma le loro risposte sulle mie osservazioni sui cavi e sulle prove di fatica non mi hanno convinto per la loro limitata scientificità “. Secondo l’ingegnere Risitano “il ponte a campata unica è stato posizionato nel punto peggiore dello Stretto, esposto a venti che sono diversi dallo spettro di venti su cui hanno tarato il progetto. Il coefficiente di sicurezza statico (1.35) delle funi principali del ponte è buono per lo stendino della nonna, non per un ponte a campata unica lungo 3300 e che dovrebbe durare 200 anni”.
Le obiezioni dell’ingegnere Risitano a Capo Peloro e l’iniziativa a Contesse contro “l’invasività del ponte”
“Le proposte di cambiamento delle selle di appoggio dei cavi principali, sono la certificazione di un progetto approvato come “definitivo” sbagliato e in buona parte da rifare”, ha sostenuto l’ingegnere,che ha poi risposto alle numerose domande poste da alcuni esponenti dei noponte calabresi.
Il prossimo appuntamento a Casa Cariddi sarà venerdì 18 luglio, dedicato all’impatto del progetto del ponte sul paesaggio.
Nel frattempo, ieri il corteo a Contesse perché, “dopo Torre Faro/Ganzirri, l’area di Villaggio Unrra è quella con la cantierizzazione del ponte sullo Stretto più invasiva. Gli abitanti di quei quartieri ne hanno avuto già un triste assaggio a causa dell’utilizzo di un’area prossima alla linea ferrata come sito di stoccaggio dei materiali di scavo provenienti dai cantieri del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, che prevede un percorso prevalentemente in galleria”.

C’è caldo un mare oggi bellissimo e questi fanno la sfilata allegorica per bloccare un’opera pubblica utile, ma vadano a lavorare.
Immagino che l’ingegnere sia una autorità in materia ed abbia partecipato,magari, alla progettazione di decine e decine di ponti di lunghezza simile per poter confutare le tesi di decine di suoi colleghi. O NO?!
Evidentemente sanno rinunciare al divertimento per difendere la propria esistenza, senza andare in una isola greca o a lezione di parapendio.
Per questo in sicilia non si va avanti: per queste persone che sono rimaste arretrate.
Chi vuole il ponte non vuole bene a Messina
Ciò che è palesemente assurdo è che poi sicuramente tra i no ponte ci sono sicuramente tanti che si possono permettere viaggi in giro per grandi città del mondo ed ammirano le grandi infrastrutture che ne fanno parte, che sono di vitale importanza per quelle città. Di Milano, per esempio, si esaltano i grattacieli giardino, di N.Y. si esalta il ponte dove passa ogni anno la maratona, di Istanbul si esaltano i due ponti che collegano la Turchia all’Europa, ecc. ecc., …… ma quando si tratta del cortile di casa propria si cercano mille scuse per non essere ” disturbati ” . Messina e tutta la Sicilia, compreso tutto il sud Italia, avranno un grandissimo vantaggio/ritorno dal Ponte, dovremmo sopportare dei disagi durante i lavori, come per ogni lavoro che si fa in città, ma il dopo ripagherà tutti.
Ma perchè, ci sarà un dopo? Dopo 20 anni di cantieri sarà rimasto qualcosa?