Corridoi stretti e deambulatore che non passa. Il grido d'aiuto di un'anziana invalida
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Corridoi stretti, bagno fatiscente e deambulatore che non passa da una stanza all’altra. Così vive ancora oggi una signora di 88 anni nella sua baracca del rione Taormina. E’ nata e cresciuta in questa baraccopoli, ha vissuto la guerra e la fame. “Ho sopportato tanto ma adesso sono invalida e ho bisogno di una casa vera”, racconta. La speranza non l’ha mai persa e sogna ancora di vivere il tempo che le resta in un alloggio dignitoso.

Il deambulatore non passa: “Rischio di cadere ogni giorno”
Alle difficoltà di una vita in una baracca si è aggiunta l’invalidità. La signora si muove a fatica con l’aiuto di un deambulatore, ma per raggiungere il bagno è costretta a lasciarlo e ad appoggiarsi su un bastone. Il corridoio in cui si trova la cucina, infatti, è talmente stretto da non consentire il passaggio del supporto. “Rischio di cadere ogni giorno, è già successo tre volte”, aggiunge l’anziana signora.

La graduatoria dei soggetti fragili
L’anno scorso era stata inserita nella graduatoria dei soggetti fragili ma nonostante ciò la nuova casa non è mai arrivata. L’anziana signora è vedova da più di 20 anni e ha continuato a vivere da sola nella baracca da quando i suoi tre figli si sono costruiti una vita a Milano. Solo ultimamente, con l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, uno dei tre è tornato a vivere nella piccola casetta del rione Taormina per accudire la mamma anziana.

“Abbiamo temuto di perdere la casa…”
“Un paio di anni fa abbiamo anche temuto di perdere la casa e di non essere inseriti in graduatoria. Mia madre si trovava da noi a Milano per una lunga degenza post operatoria e non abbiamo provveduto a consegnare la documentazione cartacea agli uffici”, racconta la figlia. “Tutti i nostri vicini di casa avevano presentato di persona la domanda per una richiesta di attivazione del patto di servizio, che con i giusti requisiti consentiva di entrare nelle graduatorie del risanamento. Quando l’abbiamo saputo ci trovavamo tutti a Milano e abbiamo deciso di mandare i documenti via pec ma, anche in questo caso, ci sono stati dei problemi”, aggiunge il figlio. Solo dopo qualche mese i figli sono riusciti a risolvere la questione burocratica. Rimane però in loro l’amarezza di vedere ancora la mamma, anziana e invalida, lottare ogni giorno in una baracca che non è adatta alle sue condizioni di salute.

Ma come si può abbandonare un anziana invalida in queste condizioni, le istituzioni domani mattina devono provvedere ad assegnare un alloggio idoneo per questa signora.
Ma vorrei capire per tutta la vita come hanno fatto a non uscire da questa situazione ? Ma tutte le persone che con sacrifici accendono mutui sono super eroi? Mi dispiace per la signora e spero che il comune gli dia una sistemazione in una casa di riposo insieme ad altra gente dove possa stare in compagnia e accudita e non le regali una casa che farebbe sicuramente comodo a terze persone.
Ma basta con questi servizi.
Non pretendo di conoscere i motivi per cui fino a 88 anni non si ha una casa, ma il messaggio che passa è che è funzionale chiedere la casa alle istituzioni invece di fare sacrifici per conquistarsi acquistando o affittando la casa.